28/02/2015

Azymuth

Musica irresistibile e coinvolgente che guida l’ascoltatore in un intenso viaggio sonoro tra le assolate strade di Rio festose e coloratissime
Musica irresistibile e coinvolgente che guida l’ascoltatore in un intenso viaggio sonoro tra le assolate strade di Rio festose e coloratissime. È la Samba Doido, la ‘samba pazza’ che gli Azymuth hanno portato ieri sera al Blue Note di Milano, nella seconda e ultima tappa italiana del tour per il quarantesimo anniversario del primo disco della band, Azimüth. Una tournée dedicata anche alla memoria di José Roberto Bertrami, il tastierista originale del complesso, scomparso tre anni fa.
  
Il trio carioca non poteva sperare di trovare un pubblico più caloroso, e già durante In My Treehouse, brano tratto dall’ultimo disco Aurora, gli applausi piovono numerosi. Segue Brazil, caratterizzato da uno swing delicato e brioso, ma vagamente malinconico. Sempre da Azimüth, Faça De Conta dà una nuova scossa, introducendo sonorità più funk.
Vibrante e passionale, la musica degli Azymuth è posta all’incrocio tra jazz, fusion, funk e samba, unendo il cuore pulsante del ritmo brasiliano a synth prepotenti e accattivanti; un marchio inconfondibile che negli anni ’80 ha permesso al trio di scalare le classifiche europee e che ancora oggi ha un impatto travolgente.

Last Summer In Rio rappresenta il momento più emozionante del concerto. Il gruppo dedica il brano al tastierista José Roberto Bertrami e a sorpresa anche a Pino Daniele. Il batterista Ivan Conti invita il pubblico a seguire la band cantando il semplicissimo tema vocale della canzone; quando è ormai stato assimilato, il complesso comincia a sovrapporvi una variazione del testo, creando uno splendido effetto.
Partido Alto ricorda nel titolo un antico tipo di samba cantata diffuso intorno alla metà del secolo scorso, caratterizzato da più voci che procedono all’unisono o si scontrano giocosamente in dei dialoghi improvvisati, e il brano vede appunto i tre improvvisare a turno. Ancora una volta è Conti a impressionare più degli altri; quella del percussionista è stata senza dubbio la performance migliore della serata.
  
Al termine della sognante e spensierata Esperando Minha Vez, Alex Mahleiros è costretto a fermarsi, perché il suo basso si rifiuta di continuare a suonare. Conti cerca di sdrammatizzare decantando scherzosamente le virtù della batteria, che non necessita di cavi per funzionare, poi racconta una barzelletta mentre lo staff cerca di rimediare all’inconveniente. Purtroppo però non c’è niente da fare, e lo strumento di Mahleiros resta inutilizzabile. Il bassista si volta per scendere dal palco ma cede all’insistenza del pubblico e rimane per un altro brano, andando a fare compagnia a Fernando Moraes dietro le tastiere.
 
Dopo l’uscita, un caloroso e lunghissimo applauso convince gli Azymuth a tornare per eseguire un ultimo pezzo, Jazz Carnival, la loro più grande hit. Nonostante tutti gli anni passati, il brano non ha minimamente perso la sua presa sul pubblico, e alcune ragazze audaci non possono fare a meno di alzarsi e ballare tra i tavoli. Un saluto perfetto e l’ultimo tocco mancante alla splendida atmosfera creata dalla band.

 

Se ti è piaciuto questo articolo potrebbe interessarti anche:
 
Azymuth, l’intervista alla formazione brasiliana
 
 

On demand

Iscriviti alla Newsletter

Vuoi rimanere sempre aggiornato su rock e dintorni? Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere tutte le settimane nuovi video, contenuti esclusivi, interviste e tanto altro!