01/04/2010

BOBBY McFERRIN

VOCABULARIES (EMARCY / UNIVERSAL)

Sette anni di lavoro, oltre 50 cantanti coinvolti, un produttore-arrangiatore e compositore (Roger Treece) costantemente al suo fianco, migliaia di ore di materiale live da selezionare, frammentare, analizzare, estrarre, ricucire, registrare: VOCAbuLarieS, non solo per questo, è il lavoro più ambizioso e completo della trentennale carriera (iniziata nel 1980 come back up singer di Pharoah Sanders in Journey To The One) di Bobby McFerrin, il più stupefacente vocalist della storia. Dietro questo sbalorditivo progetto, infatti, non ci sono solo lavoro certosino e una produzione talmente impegnativa e imponente da far pensare che Linda Goldstein (da sempre manager e mente strategica del vocalist newyorchese) si sia bevuta il cervello. VOCAbuLarieS è un’esperienza completa, totale, capace di coinvolgere tutti i sensi proprio come i concerti della Voicestra (l’ensemble per sole voci con cui McFerrin si esibisce da quasi 25 anni) e che presentano 2 ore e più di musica vocale totalmente improvvisata. In grado, credetemi, di lasciare di stucco anche i sordi…
«Basta solo una nota, piazzata al momento giusto, per farti venire i brividi lungo tutto il corpo», raccontava Carlos Santana parlando dei suoi grandi idoli: Jimi Hendrix, Bob Marley, Miles Davis, John Lee Hooker. Bene, qui non c’è UNA sola nota ma cascate di musica rinfrescante, imprevedibile e appagante, in cui ritmi, melodie e armonie si intrecciano in modo assolutamente straordinario. E che fanno venire i brividi. I “vocabolari” di McFerrin permettono di tradurre in un unico, originalissimo e inimitabile esperanto musicale forme musicali diversissime: dal jazz al folk, dal rock alla classica, dalla world music al blues. In 7 tracce (ma sarebbe meglio definirle suite) convivono suoni e ritmiche che per un minuto ti portano in India, poi ti sbalzano sul Delta del Mississippi prima di farti volare sopra il continente nero per, infine, trasportarti nella suggestiva sacralità di una cattedrale gotica mitteleuropea. Le mille voci di McFerrin s’insinuano, attraverso le orecchie, nel corpo e nell’anima dell’ascoltatore per farlo trascendere verso altre dimensioni. Messages è traccia emblematica a tale proposito: sacro e profano, body and soul si mescolano in modo assolutamente magistrale e totalmente sorprendente così come le lingue del testo, dal latino all’inglese, dallo spagnolo al portoghese, dal sanscrito allo zulu, dall’italiano al russo, dal giapponese all’egiziano. Il tutto in un’elegia divina, in una preghiera di meditazione e celebrazione che evoca il potere catartico della musica. Il testo, pur nelle sue accezioni religiose e spirituali, è spesso elemento musicale e accessorio. Lo dimostra la strepitosa Wailers, in cui non ci sono parole ma solo “vocalismi”, come nella miglior tradizione della Voicestra. I ritmi trascinanti del brano (dall’Africa ai Caraibi) e la sua potenza ipnotica ne fanno una delle tracce più “immediate” di VOCAbuLarieS. Così come la conclusiva Brief Eternity risulta essere il brano più sacro e lirico dell’intero lavoro: qui Monteverdi si sposa con Morricone, la celtica si fonde con la classica, conferendo al pezzo un’eleganza sublime e una suggestione impareggiabile. E se Baby, in apertura, mostra il lato più scanzonato di McFerrin, The Garden (dall’incedere sincopato) o He Ran To The Train comunicano tutto il suo amore per le poliritmie del continente nero e per le atmosfere di universi musicali che, oltre ad essere costantemente prolifici, sono in continua mutazione. «Roger Treece ha fatto un lavoro eccezionale», spiega McFerrin, «questo album è frutto di una intuizione di Linda Goldstein ma anche, se non soprattutto, della dedizione assoluta di Roger Treece. Ogni volta che, dopo aver ascoltato e riascoltato migliaia di ore della Voicestra, Roger isolava un frammento melodico, un pattern ritmico, una linea di basso, mi convocava in studio e mi chiedeva di ricantarli. Ho seguito le sue idee perché ho capito immediatamente che Treece era entrato in sintonia con i miei processi creativi».
Lisa Fisher, Grammy Award nel 1992 come miglior performance vocale di R&B (How Can I Ease The Pain) ma che i cultori conoscono come corista degli Stones dal 1987, è insieme a Janis Siegel (Manhattan Transfer) la voce più “famosa” dei VOCAbuLarieS di McFerrin. Tra i 50 vocalist selezionati, fa piacere trovare anche l’amico Andrea Figallo, voce/basso prodigiosa, già membro dei leggendari Flying Pickets. «Ha scelto Roger Treece» dice Bobby «che ha avuto carta bianca su tutto il progetto». Inclusi gli insert di strumenti che non siano voci (dalle percussioni di Alex Acuña ai fiati di Pedro Eustache) che vengono usati come colori per enfatizzare ancor più lo straordinario fascino dell’orchestra vocale. L’elegante copertina con la parola “vocabolario” scritta in una ventina di lingue esotiche e i ringraziamenti in rima, all’inizio delle liner notes, firmati dallo stesso McFerrin danno un ulteriore tocco di classe a un lavoro eccellente, caldamente consigliato a tutti i lettori.

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