21/11/2013

Carolyne Mas

Roma incontra il Greenwich Village di fine anni ’70. Il ritorno in studio di Carolyne Mas

La pubblicazione di Across The River, ottavo album in studio di Carolyne Mas, ci riporta indietro nel tempo, alla scena musicale del Greenwich Village dei tardi anni ’70. È da lì che viene «la ragazza col cagnolino», come l’ha descritta Robin Hirsh del Cornelia Street Cafe: «Di giorno sorseggiava un cappuccino freddo sulla soglia del locale. La sera suonava il pianoforte in un bar dietro l’angolo», dove cantava canzoni sue o di alcuni amici come Steve Forbert, Jack Hardy, David Messengil, The Roches.

«La Bruce Springsteen in gonnella», come fu definita dalla stampa, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 è stata una pioniera del rock al femminile guadagnandosi un buon seguito anche in Canada e in Europa grazie alle sue vigorose performance.
La sua uscita di scena risale al 2002. Dopo la morte del padre Carolyne si è dedicata alla vecchia zia e alla madre malate di Alzheimer, ha avuto un figlio e ha diretto un ricovero per animali anziani e maltrattati. Ha persino scritto un libro di memorie, ma col passare degli anni il suo amore per la musica non si è mai affievolito.

Così nel 2013, grazie al sostegno e alla preziosa collaborazione del produttore Ermanno Labianca e della sua etichetta Route 61, Carolyne Mas è tornata in studio per registrare Across The River, un affascinante album che raccoglie canzoni originali inedite (In A Box, Mexican Love Song), nuove versioni di vecchi successi (Sittin’ In The Dark) e alcune ottime cover: Across The River di Willie Nile, Witch Blues di Steve Forbert, il super classico Under The Boardwalk portato al successo dai Drifters e l’elegantissima New York City Serenade di Bruce Springsteen, che «ho imparato nell’estate del 1977 quando suonavo al Liquor Room, un piano bar del Village all’angolo tra Jones e Bleecker. Guadagnavo dieci dollari a sera più le mance, ma l’avrei fatto anche gratis perché lì avevo la possibilità di suonare il pianoforte… a casa non ne avevo uno. A quei tempi ero pazza di un ragazzo, un grandissimo fan di Springsteen, e speravo di conquistarlo suonando quella canzone. I miei sforzi sono stati ripagati: sarebbe diventato il mio futuro ex marito».

Across The River traccia una linea melodica invisibile tra il Greenwich Village e Roma, dove l’album è stato registrato con la collaborazione di un nutrito ensemble di musicisti italiani: Andrea “Lupo” Lupi (basso), Lucrezio De Seta (batteria, percussioni), Piergiorgio PJ Faraglia (chitarra elettrica), Gianfranco Mauto (piano, tastiere, accordion), Luciano Gargiulo (Hammond), Marco Valerio Cecilia (cello), Joe Slomp (cori) e per finire Daniele Tenca & The Working Class Band che hanno affiancato Carolyne nel bluesone So Hard To Be True.

«Ognuno di questi brani ha una storia unica nel tessuto musicale della mia vita», scrive Carolyne Mas nelle note di copertina. «Anche se non sono tutti scritti da me, ognuno di essi mi ha toccato nel profondo. Ho avuto la fortuna di conoscere molti grandi cantautori, ed è sempre stato un piacere interpretare il loro lavoro. L’attrice che c’è in me ama indossare costumi creati dall’immaginazione altrui, pur mantenendo uno stile personale. Ai miei esordi ho avuto il privilegio di far parte della vibrante scena musicale del Greenwich Village, che nell’estate del 1975 fu rivitalizzata dalla Rolling Thunder Revue di Bob Dylan. A quei tempi ho visto esibirsi molti grandi songwriter, e quando una canzone mi ispirava particolarmente la imparavo. Alcuni di questi brani sono stati a lungo parte dei miei spettacoli, altri li ho riscoperti da poco».

Per chi ha seguito il percorso artistico di Carolyne Mas, ascoltare Across The River sarà un po’ come ritrovare una vecchia amica. Per chi invece non la conosce… beh, si sa, i buoni amici non sono mai troppi.

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