19/11/2015

Dark Sky Island, il ritorno di Enya

Ascoltato in anteprima a Milano il nuovo album di inediti dell’artista irlandese
Tardo pomeriggio di martedì 17 novembre. QC Terme Milano, interno del Teatro delle Meraviglie. Luci soffuse, divanetti, poltrone e addirittura capanne trasparenti con all’interno comodi cuscini su cui potersi sdraiare. È in questa vera e propria sala relax che viene diffuso in anteprima il nuovo album di Enya in versione deluxe (e quindi con tre brani in più rispetto alla versione normale).
L’artista irlandese sta infatti per tornare con Dark Sky Island, nuovo lavoro in uscita domani, venerdì 20 novembre, su etichetta Warner Bros. Records.
 
Sono passati sette anni dall’ultimo disco di inediti And Winter Came…, mentre nel 2009 è stato pubblicato The Very Best Of Enya. Poi, dal 2012, l'”omne trium perfectum”, costituito come sempre dal produttore e ingegnere del suono Nicky Ryan, dalla paroliera Roma Ryan e da Enya stessa, ha iniziato a lavorare sulla nuova fatica discografica senza avere in mente un vero e proprio concept, ma focalizzando un po’ alla volta l’attenzione su alcuni temi ricorrenti.
E allora, a proposito del nuovo album la cantante irlandese ha affermato: «Questo album ha il tema del viaggio. Un viaggio verso un’isola, attraverso l’esistenza e la storia, attraverso le emozioni; un viaggio attraverso grandi oceani. Sebbene non sia un album tematico, esiste tuttavia una connessione tra tutte le canzoni».
 
Il titolo Dark Sky Island viene spiegato invece da Roma Ryan: «Dark Sky Island si riferisce all’isola di Sark, una delle Channel Islands – dice la paroliera di Enya. – Fu la prima isola ad essere designata come “area di cielo scuro”. La comunità decise collettivamente di cambiare il proprio stile di vita al fine di favorire una inalterata visione notturna dei cieli. Non ci sono auto sull’isola e tutte le luci sono posizionate in modo da non interferire con l’osservazione delle stelle. Possono essere osservate talmente tante stelle che si potrebbe avere difficoltà nel distinguere le costellazioni più familiari».
Echoes in Rain è il primo singolo e, per quanto ritmicamente sia diverso dal celebre Orinoco Flow, ha diversi elementi in comune con il brano del 1988, come il tema dei viaggi avventurosi e il fatto di essere stato registrato per ultimo prima dell’uscita dell’album.
Il discorso parte dal cadenzare di The Humming, cresce nel ritmo di Even In The Shadows, trova una sua essenzialità ricercata in I Could Never Say Goodbye, permette ai sintetizzatori di incontrarsi con gli strumenti classici in Sancta Maria e consente alla lingua Loxian – appositamente creata da Roma Ryan e usata già nei tre brani del 2005 di Amarantine – di fare incursione in The Forge of the Angels e The Loxian Gates.
 
E alla fine non è necessario neppure il cielo proiettato sul soffitto del Teatro delle Meraviglie per condurre chi ascolta verso la dimensione eterea governata da Enya e dal suo team creativo.
 
 

 

On demand

Iscriviti alla Newsletter

Vuoi rimanere sempre aggiornato su rock e dintorni? Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere tutte le settimane nuovi video, contenuti esclusivi, interviste e tanto altro!