«Annunciamo con grande tristezza che Alvin è inaspettatamente morto questa mattina a causa di complicazioni impreviste accorse a seguito di un intervento chirurgico di routine. Abbiamo perso un padre meraviglioso e un amico adorabile. Il mondo ha persono un musicisto dotato».
Così la figlia Jasmine, la moglie Evi e l’ex compagna Suzanne hanno annunciato sul sito ufficiale di Alvin Lee la morte del chitarrista inglese avvenuta ieri. Aveva 68 anni. L’anno scorso aveva pubblicato l’album Still On The Road To Freedom, il cui titolo richiama uno dei suoi lavoro più celebri, quell’On The Road To Freedom inciso con Mylon LeFevre e uscito del 1973. Nel prossimo mese di aprile era atteso all’Olympia di Parigi per un concerto con un altro grande chitarrista anni ’70, Johnny Winter.
Nato alla fine del 1944, Lee aveva fondato il nucleo dei Ten Years After a soli 15 anni d’età. Era “esploso” nel 1969, grazie agli undici miniti di I’m Going Home sul palco di Woodstock. La sua carriera solista è densa di collaborazioni – da George Harrison a Ron Wood e Stevie Winwood – ma priva di un vero grande successo discografico. Quando è morto, il chitarrista si trovava in Spagna.