25/09/2024

E-Wired Empathy, intervista a Giovanni Amighetti

Dall’EP con Gasandji a Romagna 2.0 con Moreno Il Biondo

 

Anche quest’anno è un anno in continua evoluzione per gli E-Wired Empathy, il collettivo musicale nato nel 2021 da un’idea del produttore e compositore Giovanni Amighetti e del direttore didattico del CPM Music Institute di Milano Luca Nobis. Nel 2024 ci sono stati infatti nuovi incontri dopo quelli che hanno portato alla realizzazione del primo album dell’anno scorso, al quale hanno partecipato attivamente il cantante, chitarrista, suonatore di kora e compositore del Burkina Faso Gabin Dabiré (venuto purtroppo a mancare il 9 giugno del 2023), il sassofonista della Dave Matthews Band Jeff Coffin e il bassista degli Après La Classe (e non solo) Valerio “Combass” Bruno. Quest’ultimo e il batterista Roberto Gualdi sono diventati parte fissa del collettivo che nel frattempo lo scorso aprile ha pubblicato un nuovo EP impreziosito dalla voce di Gasandji, cantante che da sempre unisce jazz, folk e musica etnica e che qui si esprime in lingala, la lingua parlata dalla popolazione bangala, situata nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, ora quasi completamente scomparsa, anche se canta abitualmente anche in francese e in inglese. Nello spirito del collettivo e dell’empatia propria del suo nome si collocano anche le ospitate di Giulio Bianco del Canzoniere Grecanico Salentino e di Moreno Il Biondo. La lunga collaborazione con il clarinettista e frontman dell’Orchestra di Raoul Casadei, noto anche per la sua esperienza con gli Extraliscio, ha portato gli E-Wired Empathy ad accompagnare Moreno Il Biondo in diversi live, ma anche in Romagna 2.0, album uscito quest’estate, al quale ha fatto seguito il concerto-evento dello scorso 14 settembre presso l’Arena Rubicone di Gatteo a Mare (FC) La Notte del Liscio, che ha visto come ospite anche il chitarrista di Peter Gabriel David Rhodes.

Scopriamo qualcosa in più degli E-Wired Empathy in compagnia di Giovanni Amighetti.

 

Copertina E-Wired Empathy

 

Dopo l’album del 2023 quest’anno avete pubblicato un EP che ha per protagonista insieme a voi Gasandji. È questo il principale elemento di novità di questo lavoro degli E-Wired Empathy?

Ti direi che trovo più come elemento di novità l’aver inserito in pianta stabile Roberto Gualdi alla batteria e Valerio “Combass” Bruno al basso. Abbiamo fatto in realtà due dischi prima: uno a nome E-Wired Empathy e un altro che invece era soltanto a nome mio e di Luca Nobis. “Combass” comunque aveva già collaborato con noi prima, però mettendo insieme batteria e basso chiaramente poi hai un suono da band e anche la struttura di questi brani è più da canzone. Poi con la voce di Gasandji si percepiscono ancora di più certi aspetti, per cui è una sorta di disco pop questo in confronto ai precedenti, anche se non è un disco pop in realtà (ride, ndr)!

 

Il progetto nasce comunque dall’amicizia tra te e Luca, giusto?

Sì, abbiamo collaborato insieme per la prima volta nel 2020 durante il Covid, quando era un po’ tutto chiuso, ma c’era comunque un Festival in Emilia che doveva chiudere entro l’anno e quindi è stato creato questo spettacolo in occasione del 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia che si è svolto a porte chiuse, visto il periodo, al Teatro Asioli di Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Lì io e Luca eravamo andati ognuno col suo progetto e il mio era con Angela Benelli – che è stata violinista di Ennio Morricone, – poi c’era come ospite Moreno Il Biondo, col quale tra l’altro adesso stiamo collaborando. Qualche mese dopo siamo andati in studio io e Luca e abbiamo cominciato a creare musica insieme.

 

Non siete esattamente un gruppo, siete un collettivo.

Certo, c’è un nucleo formato da me, Luca, Gualdi e e Combass. Poi in questo disco abbiamo Moreno Il Biondo, che è noto soprattutto come musicista di liscio, però suona molto bene il clarinetto e ha suonato in tre brani, in altri due abbiamo invece Giulio Bianco, che è del Canzoniere Grecanico Salentino e suona le zampogne… infatti la prima cosa che qualcuno mi ha chiesto è se fossero vere le zampogne nel disco e la risposta è: “Sì, è tutto vero!” L’elettronica ce la metto io, ma di fatto ce ne mettiamo poca, mettiamo solo dei vecchi synth anni ’70, per cui poi di fatto non è elettronica che puoi mettere in sync e quindi è tutto suonato in maniera diretta.

 

Tutto suonato in maniera diretta anche per come è stato scritto e inciso su disco o dal vivo magari tendete a improvvisare?

In realtà io e Luca dal 2020 – 2021 eravamo proprio partiti creando direttamente la musica sia in studio sia dal vivo. Nei live ci facevamo anche dare delle frasi dal pubblico e poi si creavano dei brani in base a quello che dicevano gli spettatori, quindi era proprio tutto improvvisato. Adesso lo è meno perché questi pezzi hanno un formato più simil-canzone, ma dal vivo i brani durano di più e le parti finali sono totalmente improvvisate. Facciamo ancora comunque dei pezzi dove partiamo proprio da zero nel progetto con Gasandji e in alcune cose che facciamo con Moreno Il Biondo, dove usiamo l’improvvisazione per andare un po’ a scardinare certi aspetti del liscio e quindi renderlo molto più contemporaneo in un certo senso, facendolo diventare una sorta di fusion liscio senza le note del jazz.

 

D’altronde adesso anche il liscio è una tradizione da seguire ma anche da rinnovare com’era stato per le canzoni napoletane in passato considerate per lunghi periodi “vecchie” o “antiche”? Immagino che anche per questo adesso suoniate spesso con Moreno Il Biondo, col quale peraltro avete registrato anche l’album uscito lo scorso luglio Romagna 2.0.

Sì, adesso poi c’è tutto questo iter per rendere il liscio “patrimonio immateriale” dell’Unesco e noi stiamo cercando di rinnovare il liscio in modo che possa diventare fruibile come world music a livello internazionale fuori dall’Italia, mentre invece da noi può ancora funzionare in diversi modi.

 

World music: penso non ci siano dubbi sul tipo di musica del collettivo, un genere difficile da incasellare per le tante sfumature che racchiude, ma che allo stesso tempo si presta magari più di altri alla ricerca di nuove sonorità.

Tieni conto che io vengo dalla world music e nel 91 – 92 ho fatto un disco di musica molto sperimentale, poi andai a collaborare con la Real World, la casa discografica di Peter Gabriel, e quindi anche con il suo festival Womad. Tutta la mia esperienza in realtà è internazionale, quindi con la world music, perché proprio in quegli anni stava venendo fuori come genere e stavano aprendo spazi nei negozi di dischi che si dedicavano soltanto a quello, perché all’epoca c’erano i negozi di dischi chiaramente. Io vengo da lì, per cui lavorare su questo tipo di musica per me è la cosa più normale che ci sia. Io ho lavorato con Terem Quartet, Ayub Ogada, con musicisti della Mari Boine Band, cioè con tanti musicisti della Real World e in quell’ambito era forse la massima espressione per la world music o comunque aveva portato questo nuovo modo di presentarla, perché ovviamente in sé esisteva già, però poi era diventato un genere anche per il mercato discografico. Quindi se vuoi sì, con gli E-Wired Empathy siamo arrivati a questo con Gasandji ed è anche un po’ la cosa più normale per me… è un po’ quello che ho sempre fatto, sebbene di solito fossi l’unico musicista italiano in gruppi esteri.

 

 

E-Wired Empathy
E-Wired Empathy con Moreno Il Biondo; da sinistra: Valerio "Combass" Bruno, Giovanni Amighetti, Moreno Il Biondo, Luca Nobis, Roberto Gualdi - Foto di Elisa Magnoni

On demand

Iscriviti alla Newsletter

Vuoi rimanere sempre aggiornato su rock e dintorni? Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere tutte le settimane nuovi video, contenuti esclusivi, interviste e tanto altro!