“Un giorno a Cuba conobbi un ragazzo che era scappato dall’Italia perché lo cercava la DIGOS. I suoi genitori erano ricchi ma a Cuba sono tutti poveri. Poi tornai in Italia e mi diede una bottiglia di rum da portare a Ricky Gianco. Andai a casa sua e feci una bellissima figura perché non mi ero bevuto la bottiglia”.
È così che Edda introduce Servi dei servi, la traccia numero due dell’album, omaggio allo scrittore Marco Philopat e allo storico centro sociale Virus. Un brano che rievoca gli anni ’80 di una Milano antagonista a quella da bere, fremente di punk e cultura underground, eredità, in pieno riflusso, dell’antagonismo del decennio precedente. Ma come accade per le altre tracce dell’album – realizzato in piena fase 1 – anche in Servi dei servi la dimensione del ricordo privato si lega in qualche modo alla condizione di sgomento collettivo vissuta in quarantena: “tempo ce n’è, potere ne abbiamo/tutti d’accordo e mo’ che cazzo facciamo?” canta Edda sul giro di basso di Marok.
Rompendo ogni legame didascalico con il brano, il video di Servi dei servi compie un’ulteriore astrazione, trasportando la vocazione libertaria di quegli anni verso l’ansia di libertà scaturita dalla quarantena. Diretto da Michele Bernardi – regista ed autore di videoclip animati per diversi gruppi musicali italiani tra cui Le luci della Centrale Elettrica, Tre allegri ragazzi morti, Colapesce, Punkreas, 24 grana, Prozac+, The Zen Circus – il video è una corsa in soggettiva spinta dal bisogno di luce e di aria, dalla necessità di essere fuori, una necessità non solo fisica ma anche morale, culturale, emotiva. Realizzato con la collaborazione della fotografa madrilena Lourdes Cabrera e dell’illustratore Marco Cazzato, il video di Servi dei servi è più un’opera di videoarte che un videoclip: un montaggio di immagini leggere e intime che trova la sua fonte di ispirazione primaria nella ricerca della luce e nelle visioni sfumate del pittore romantico William Turner. La corsa in fast forward – che compone camera car, fotografie e disegni, il tutto sporcato manualmente – si interrompe bruscamente di tanto in tanto, soffermandosi su immagini più a fuoco: sono visioni quotidiane, riprese a caso, claustrofobiche e al tempo stesso liberatrici.
Un video che va visto a occhi socchiusi per percepire movimenti che altrimenti sarebbe impossibile vedere. Un video a suo modo psichedelico, come svela l’immagine finale: ciò che vediamo è filtrato da uno specchio da cui ci allontaniamo per scoprire un mondo più vasto e conoscere un’altra verità.
Ecco qui il video di Servi dei servi:
Questo invece è il testo di Servi dei servi (S. Rampoldi):
Da parte mia è una mossa vincente
Essere tutto essere niente
Tempo ce n’è, potere ne abbiamo
Tutti d’accordo e mò che cazzo facciamo?
Il mio presente, il mio passato
Terra e cielo se lo sono ingoiato
A cosa pensi quando ti tocca?
Vuoi o non vuoi provare almeno una volta?
Servi dei servi chiudono la via
Autogestioni dell’autonomia
Tanta gente per il centro sociale
Oggi la polizia la facciamo scappare
Macchina del tempo, combinazioni
Tutta precisa mi vieni fuori
Mi importa poco sapere chi siamo
Abbiamo qualcosa di meglio da fare
Servi dei servi chiudono la via
Autogestioni dell’autonomia
Tanta gente per il centro sociale
Oggi la polizia la facciamo scappare
Il mio presente, il mio passato
Terra e cielo se lo sono ingoiato
A cosa pensi quando ti tocca?
Vuoi o non vuoi rubare almeno una volta?
Credits Servi dei servi:
voce e chitarre Stefano Edda Rampoldi
basso & electronics Gianni Maroccolo:
video Michele Bernardi, Lourdes Cabrera
Edda e Marok
Noio; volevam suonar.
Data di pubblicazione: 30 giugno 2020
L’album è un regalo offerto dagli artisti, da Contempo Records e dai partner coinvolti nel progetto. Per riceverlo, è necessario inviare un preordine entro il 15 giugno 2020 a [email protected], effettuando un versamento di €9 a copertura delle sole spese di spedizione e consegna. Gli ordini verranno evasi il 30 giugno 2020. IMPORTANTE: solo gli ordini pervenuti entro il 15 giugno danno diritto alla copia regalo.