Il corpo s’incurva sul violoncello fino ad avvolgerlo ed essere cosa sola con lo strumento. Le dita s’inerpicano sulla tastiera e l’archetto produce un suono profondo e poetico, una melodia breve e ripetuta e variata che ammalia e culla. Per alcuni minuti, l’intera Sala Shakespeare dell’Elfo Puccini è su una nave. Siamo sopravvissuti alla «eccellente putredine» della peste e stiamo per naufragare. Ci accoglierà la bellezza deturpata di una chiesa da cui puoi spiare un pezzo di cielo e di Storia.
C’è da scommettere che l’esecuzione dei cinque movimenti di Spasimo del formidabile violoncellista Giovanni Sollima, con la direzione di Carlo Boccadoro e la brillante esecuzione dell’ensemble Sentieri Selvaggi, sarà ricordata come uno dei momenti migliori della rassegna Musica Impura (informazioni qui). Commissionata e incisa da Sollima a metà anni ’90, rifatta nel 2008 da un altro gigante del violoncello come Mario Brunello, Spasimo è un viaggio poetico ed erudito, «voce emozionale» dell’omonima chiesa sconsacrata di Palermo che diventa sguardo che abbraccia un pezzo di Mediterraneo.
Spasimo e Sollima sono esempi perfetti della Musica Impura messa in scena da Boccadoro e Sentieri Selvaggi nella rassegna milanese. La musica colta contemporanea s’incrocia con la musica popolare, il folk, la world: non ne esce sminuita, ma più viva. Lo testimoniano la Sala Shakespeare gremita, l’entusiasmo del pubblico, il calore che si è percepito anche per le altre composizioni di Sollima in programma, Sento il canto in curva, Quartet Files e il bis, un movimento di Aquilarco. Come recita uno degli slogan di Sentieri Selvaggi, è «musica contemporanea per il grande pubblico». Sta a vedere che è possibile.
Leggi la recensione della versione di Spasimo di Mario Brunello