11/01/2010

I RICORDI DI MR. FANTASY

Me ne parlava da un sacco di tempo. Già, perché questo non è un libro normale: è la storia della sua vita. Una vita fortunata e radiosa, una storia scandita dalla miglior colonna sonora possibile: il rock degli anni 60 e 70, che lui, Massarini Carlo da La Spezia, ha vissuto da protagonista.
Chi ha l’età per farlo, ricorda benissimo che quello di Massarini era, in quei giorni, il nome più stimato (e popolare) della musica in radio e in tv. Lui non lo sa, ma io l’ho incontrato la prima volta quando era all’apice della carriera. Complice l’amico Renzo Arbore che allora (era il 1983) mi aveva invitato negli studi milanesi della Rai dove si registrava una puntata di Mr. Fantasy, il programma cult che Carlo conduceva in uno studio fantascientifico, con la collaborazione di Mario Luzzato Fegiz e le grafiche di Mario Convertino. Vestito di bianco con, ogni tanto, qualche coloratissima cravatta firmata Memphis (collettivo di designer milanesi à la page), Massarini presentava i primi videoclip, aveva ospiti di livello internazionale, lanciava servizi esclusivi. Stiloso e very cool, Carlo parlava bene l’inglese e guardava tutti (letteralmente) dall’alto in basso conferendo a Mr. Fantasy quel pizzico di snobismo che, specie in quegli anni di smodato edonismo, non guastava. Risultato: in Italia, il meglio della musica transitava attraverso quel programma sperimentale e fighissimo.
Io e Carlo ci siamo conosciuti meglio una quindicina di anni dopo e, da allora, ogni tanto ci vediamo, anche perché a me piace ascoltare i ricordi di uno che ha vissuto la passione per la musica in modo totale, trasformandola in una professione. Sfidando le ovvie perplessità della sua famiglia. «Avevo iniziato a lavorare in radio e così un giorno ho preso il coraggio a due mani: ho deciso di lasciare l’università per abbracciare l’universalità perché, a volte, due lettere possono fare la differenza», racconta nelle pagine di Dear Mr. Fantasy (Rizzoli), foto-racconto di un’epoca musicale in cui tutto era possibile, come recita in modo assai appropriato il sottotitolo del libro. Un tomo di oltre 350 pagine, bellissimo, pieno zeppo di fotografie (tutte scattate da Massarini) e testimonianze preziose. Un percorso suggestivo nel quale si incrociano storie importanti, personaggi leggendari, momenti epocali della storia della musica degli ultimi 50 anni e attimi di vita di un ragazzo di provincia, figlio di un ufficiale di marina, che vive dai 3 ai 10 anni in Canada e questa esperienza gli segna la vita. La conoscenza della lingua diventa un fattore chiave nella vita di Carlo: quando frequenta quotidianamente Consorti, mitico negozio di dischi in Viale Giulio Cesare a Roma, conosce altri appassionati come lui che vivono per il rock. Alcuni di questi lavorano alla Rai, in un programma radio chiamato Per voi giovani. È Paolo Giaccio, uno degli autori nonché futuro dirigente Rai, a chiedergli di collaborare: il suo compito è quello di tradurre i testi delle canzoni. Dopo Per voi giovani è la volta di Pop Off, altro programma radiofonico storico per tutti gli appassionati di musica di quegli anni. «Facevamo vere e proprie lezioni di rock. Quando è uscito Miles Of Aisles di Joni Mitchell l’ho fatto ascoltare per intero, traducendo i testi delle canzoni, sperando che Joni ascoltasse la puntata e decidesse di sposarmi». E via, allora, con i ricordi dei concerti di quel periodo: dai Led Zeppelin ai Jethro Tull, da Richie Havens ai Genesis. Perché quella è anche l’epoca del progressive rock, uno degli amori di Carlo insieme al jazz rock di Miles Davis e dei Weather Report e alla California dei suoi grandi miti: Crosby, Stills, Nash & Young, Joni Mitchell, Bonnie Raitt, Jackson Browne. Proprio Browne è il musicista con cui Massarini ha legato di più. Ne sono testimone diretto perché, dopo aver concluso un’intervista con lui, Jackson mi chiese il numero di telefono di Carlo: voleva salutarlo. Dear Mr. Fantasy racconta la visita di Massarini a casa di JB e il suo primo, lungo viaggio nella terra promessa: la California. Ma pure di quella volta in cui Carlo portò Leonard Cohen alla Sapienza o di quando conobbe sua maestà Bob Marley. «Sono andato a Londra apposta per vederlo. Speravo di intervistarlo. Ma sono arrivato al Rainbow Theater in ritardo: i nostri pass erano spariti e i biglietti tutti esauriti. Il concerto era già cominciato quando ho intravisto fuori dal teatro Chris Blackwell, il discografico della Island, nonché vero scopritore di Marley. Mi sono attaccato a lui, implorandolo: devo essere stato convincente. Cinque minuti dopo ero nel pozzetto dei fotografi con Bob Marley a pochi metri da me». L’allora girlfriend di Carlo, Rossella Lefevre, anche lei deejay Rai, fa amicizia con l’entourage giamaicano e il giorno dopo i due italiani finiscono nel quartier generale dei Wailers. Nello stesso luogo, 24 ore più tardi il fatidico incontro. «Un’intervista incredibile, di quasi tre ore, su un divano con Marley e Malachia (profeta rastafari che parla di Bibbia e profezie dietro due profondi occhi neri). Ricordo che la sola stretta di mano emanava energia positiva».
Dear Mr. Fantasy è un diluvio di ricordi, emozioni, esperienze, storie, aneddoti. Ma pure di fotografie affascinanti e testimonianze preziose. Come quella di Finardi che spiega come e perché ha scritto Extraterrestre pensando a Massarini o quella di Peter Gabriel che racconta il suo incontro con Carlo in quel di Sanremo. E sì, perché Massarini ha anche presentato un paio di Sanremo rock, diretto due riviste come Popster e Rolling Stone (la prima edizione italiana), ideato e condotto un bellissimo programma sulle nuove tecnologie (Mediamente) andato in onda su Rai3 negli anni 90. Dear Mr. Fantasy spiega tutto questo. E anche molto di più, aperto e chiuso da due dediche autografe dei fondatori della rock band preferita di Carlo: i Traffic. E se Jim Capaldi, in apertura, scrive: «Power to Carlo: tell it like it is», Steve Winwood non può che confermare l’auspicio che l’amico scomparso aveva fatto: «You told it like it was».

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