«In qualche modo, spesso cerco forza da far arrivare a chi mi ascolta. Forza di voce sola o di grande orchestra. Allo stesso tempo, questa ha un senso solo nel momento in cui è condivisa. È la ragione per cui questa canzone, per quanto sia d’impatto il riff di chitarre o per quanto ne sia teso il canto, prende il suo senso nel momento in cui la mia voce si scambia e si fonde con quella di chi “la usa” con me. Non è tanto rabbia, denuncia, sconforto, o questo senso da “fine di un mondo malato” che ci portiamo dietro quanto, ripeto, l’idea di condivisione. E solo in questa idea, c’è proprio la forza per ripartire».
Massimo Priviero (qui sopra in uno scatto di Cristina Arrigoni) ricomincia da Alzati. Il brano farà parte di Ali di libertà, nuovo album di inediti che esce a ben sette anni di distanza da Dolce Resistenza e a uno da Folkrock, disco di cover realizzato con il violinista Michele Gazich. Rock d’autore, folk e blues si uniscono alle passioni per Dylan, Young e Springsteen, e a quelle per la letteratura e la storia. È da qui che Priviero ha posto le basi per la nascita del suo nuovo, personale progetto discografico.
L’artista presenterà l’album in anteprima il 27 ottobre al Blue Note di Milano.
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