15/05/2007

Il ritorno del menestrello

sottotitolo

Per anni, si è lamentato che il semplice ascolto della parola “menestrello” gli provocava l’immediato insorgere di gravi sintomi patologici (“Mi fa venire la leptospirosi”, diceva con tono melodrammatico.). Oggi, non solo pubblica il terzo volume della collana discografica Futuro Antico (dedicata alla musica medioevale, quella dei menestrelli, appunto). Ma addirittura, per presentare la sua ultima opera, sceglie Mantova e la Corte dei Gonzaga, celebri mecenati con particolare predilezione proprio per loro: i leggendari menestrelli.

“Mai mettersi insieme a un musicista: sono volubili.”, ammoniva una mia amica americana (con, per altro, una collezione di ‘fidanzati rock”da fare invidia a Joni Mitchell). “È l’ansia di cambiamento dell’artista mescolata all’inquietudine giovanile”, sostiene invece lui, “sei qui e vorresti essere da un’altra parte, ti definiscono in un modo e tu pensi di rappresentare l’opposto. Crescendo, riscopri la tua vera identità.”

Dunque, ci sono voluti 52 anni ma Angelo Branduardi da Cuggiono si è finalmente convinto: di lavoro, lui fa il menestrello. “Durante i miei concerti”, puntualizza, “cito un anonimo tedesco. E come lui oggi dico che ‘sono il trovatore, sempre vado per terre e paesi, ora sono giunto a questo, lasciate che prima di partirne, io canti’. Oltre ad essere decisamente poetica, è una frase piuttosto veritiera: perché, in fin dei conti, questo è quello che ho sempre fatto.”

Negli ultimi anni, Angelo ha addirittura istituzionalizzato il suo rapporto con la musica antica, da sempre fonte di ispirazione imprescindibile per la scrittura delle sue canzoni. “Ho sempre avuto amici nel giro della musica antica, pur non avendola mai praticata nei miei studi al Conservatorio. Ascoltando diversi gruppi e musicisti di quel genere, mi è venuta l’idea di varare il progetto Futuro Antico. Il primo album è stato una specie di hit parade di brani medioevali che la mia casa discografica ha pubblicato volentieri. Anche perché recentemente, con la crisi del disco, le major sono sempre più spesso alla ricerca di progetti di crossover per incrementare le chance commerciali del loro repertorio classico.”

E infatti, già dal primo titolo (Angelo Branduardi e Chominciamento di Gioia Futuro Antico, con la direzione di Renato Serio) si capisce che le cose possono funzionare. Tanto che il secondo lavoro avviene, proprio come ai tempi dei menestrelli, su commissione. “Ha riguardato Mainerio”, racconta Branduardi, “uno stranissimo personaggio mezzo prete, mezzo mago, mezzo Cagliostro. a cui si devono alcune delle musiche del Rinascimento più celebri e che, da un certo punto di vista, è stato il primo editore della storia: nel Libro dei balli ha raccolto una valanga di musica popolare che girava per il patriarcato di Aquileia.”

Terminato anche questo secondo episodio, sempre su commissione, giunge il capitolo su Mantova e la musica alla Corte dei Gonzaga. “È stato inserito all’interno delle manifestazioni gonzaghesche della Celeste Galleria”, spiega Angelo. “Gli organizzatori hanno voluto, in questo modo, dare un segnale musicale a questa mostra di così grande successo.”

La presentazione di Futuro Antico III è avvenuta al Teatro Accademico del Bibiena, una piccola, deliziosa bomboniera del 1700. Lì, la sera del 29 ottobre scorso, accompagnato dall’ensemble Scintille di Musica (magistralmente diretto da Francesca Torelli), Branduardi si è presentato sul palco in veste di cantante. Alle prese con un repertorio tutt’altro che semplice da interpretare.

“La voce, all’epoca, era lo strumento leader: in pratica, le veniva affidato l’80% circa dei virtuosismi. E non è affatto detto che questo repertorio fosse interpretato con la voce impostata di stampo lirico così come, in genere, siamo abituati ad ascoltare oggi nelle riproposte di quella musica. Anzi, molto probabilmente a quei tempi i brani erano cantati con voce normale perché l’impostazione del ‘bel canto’ è successiva. Nonostante ciò, la partitura vocale era infarcita di difficoltà. Perché, questo era il compito del cantante: lui era la star e su di lui gravava anche il peso della dimostrazione dell’abilità tecnica.”

Di fatto, Angelo canta questo repertorio allo stesso modo con cui interpreta le sue canzoni. E, non a caso, molti di questi brani rinascimentali (siano esse canzoni popolari come Donna Lombarda, frottole di Cara e Tromboncino, ballate di John Dowland, scherzi di Monteverdi) suonano come pezzi firmati da Branduardi.

La cosa più stupefacente è come sta bene Angelo sul palco, al fianco di Francesca Torelli (davvero bravissima, specie nei duetti liuto/voce con il Maestro) e dei suoi musicisti. Non solo esteticamente (abito nero, capelli grigi, occhialini e leggio gli danno un’aria molto chic.). Rilassato, estremamente a suo agio, Branduardi spiega in modo simpatico i diversi brani rendendo così piacevole e istruttivo il concerto anche per il neofita.

“Mi trovo benissimo. E mi diverto”, conferma, “poi mi piace suonare finalmente con gli strumenti acustici, con un volume più basso, senza cuffie. Insomma, per me è un po’ un ritorno alle radici. E così, non sento più lo stress da concerto, ma posso soltanto concentrarmi sugli aspetti ludici della musica.”

Il fatto che, alla fine della presentazione del concerto di Futuro Antico III, Branduardi sia salito sul palco ad eseguire (per solo violino e voce) due classici del suo repertorio di canzoni (due versioni stravaganti di Alla Fiera dell’Est e Cogli la prima mela) è un piccolo indizio. Che il tutto sia destinato ad avere un seguito?

“Ci sono richieste”, racconta, “sia per proseguire la serie discografica, sia per portare in giro lo spettacolo. Siamo convinti che, specie all’estero, questa proposta potrebbe riservare piacevolissime sorprese. Magari, aggiungendo una coda di mie canzoni arrangiate con gli strumenti antichi.”

E, a pensarci bene, si chiuderebbe un cerchio. Il repertorio di Futuro Antico non è musica classica ma ne possiede la medesima nobiltà. Seppur con un maggiore tasso di fruibilità e con una più elevata elasticità artistica. Tanto da poter ospitare canzoni moderne al tempo stesso classiche e popolari.

Se così fosse, il futuro artistico di Angelo Branduardi sarà sempre più piacevolmente proiettato nel suo passato.

On demand

Iscriviti alla Newsletter

Vuoi rimanere sempre aggiornato su rock e dintorni? Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere tutte le settimane nuovi video, contenuti esclusivi, interviste e tanto altro!