Si chiama Francesco Del Maro, ha 38 anni, due lauree e un’esperienza di successo nel music business on line. Dopo aver lavorato con Valtur, ha fondato nel 1997 www.cdflash.com, la più importante iniziativa italiana legata alla commercializzazione in rete di musica di tutti i formati con cui ha vinto (nel 2001) il premio del Ministero dell’Industria come migliore sito. Quindi, ha lanciato www.instant.com, una nuova realtà che si occupa di registrare e rendere immediatamente disponibili cd e dvd con esibizioni live di artisti nazionali e internazionali. Da qualche tempo, però, il suo grande sogno è un altro: lanciare negli Stati Uniti la musica italiana. Già, perché Francesco è soprattutto un appassionato cultore di rock e dintorni. Me lo conferma nel corso di una chiacchierata sul roof garden del Fonda Theatre, nel cuore di Hollywood, mentre si sta svolgendo la prima delle due serate della Hit Week L.A., il suo big dream diventato realtà: una settimana (12–19 ottobre 2009) di musica, arte e cultura italiana in California con più di 30 eventi che hanno portato il rock nostrano alla conquista del West. Franco Battiato, Giovanni Allevi, Afterhours, Negrita, Africa Unite, Calibro 35, Linea 77, The Niro, Marco Fabi, Belladonna e altri artisti contemporanei hanno regalato un “touch of Italy” alla città degli angeli.
«Questa folle idea è nata due anni fa», racconta Del Maro, «quando ho cominciato a confrontarmi con gli operatori americani dello show business. Dopo qualche tempo è cresciuta la frustrazione di vedere ancora musica e cultura italiane associate alla triade “pizza, mafia e mandolino”. La mia percezione è stata quella che negli Stati Uniti fossero convinti che a Roma, a Firenze o a Milano si camminasse per strada cantando Volare. Mi sono detto: è ora che qualcuno faccia sentire in America il valore dei migliori artisti italiani di oggi. Ho cominciato chiedendo agli amici: in primis, mi sono rivolto ai Negrita e quando loro mi hanno detto di sì, ho capito che il progetto si poteva realizzare». «Conosciamo Francesco da anni», mi dice Pau. «La sua è un’avventura controvento e gli auguriamo un grande successo». «Quando Del Maro mi ha proposto di partecipare al suo progetto stentavo a crederci», gli fa eco Franco Battiato, «poi ho aderito volentieri perché questa mia incursione californiana mi ha permesso di mostrare negli Usa il mio film (Musikanten), di incuriosire il pubblico dell’Istituto Italiano di Cultura con una piccola mostra dei miei dipinti e infine di portare in concerto le mie canzoni al Broad Stage di Santa Monica». «Franco Battiato è stato la ciliegina sulla torta», sottolinea Del Maro, «è diventato una sorta di padrino culturale di questa iniziativa». La solidarietà tra i musicisti italiani qui a Los Angeles è stata una delle cose più piacevoli della intera Hit Week. Lo si è percepito già nel Day 1 quando tutti si sono riuniti nello Showroom della Gibson, a Beverly Hills. Lì, Francesco Del Maro e il suo “socio” Saverio Principini hanno illustrato i principi della Hit Week L.A., «un investimento per il futuro, e non un iniziativa “benefica”: noi seminiamo per creare nuovi business». Non si respira certo profumo di business all’Istituto Italiano di Cultura a Westwood ma nella piccola sala auditorium si svolgono delle performance interessanti come il recital degli Afterhours su testi di Ennio Flaiano o la open conference di Giovanni Allevi, con tanto di brani live a punteggiare una buffa conversazione in inglese. «Prima di venire in California, ho suonato alla Carnegie Hall di New York City», confessa il pianista di Ascoli Piceno, «un grande sogno, la gente mi ha riconosciuto una standing ovation…». Se nella riservatezza della piccola sala dell’Istituto la musica di Allevi e il rapporto affettuoso con il proprio strumento colpiscono i fortunati spettatori presenti, la sua performance al Fonda Theatre risulta invece un poco penalizzata. Lì, nel Music Box del teatro, hanno la meglio le rock band. E se Afterhours, Negrita, Africa Unite e Linea 77 forniscono le loro consuete, solide performance, a sorprendere sono i romani Belladonna con il loro affascinante rock noir al femminile e i raffinati songwriter The Niro e Marco Fabi (quest’ultimo, Battiato a parte, l’unico a portare sul palco della Hit Week la canzone d’autore). Ma soprattutto i Calibro 35: originali, coinvolgenti, bravissimi, escono dalla città degli angeli da trionfatori, almeno quanto il leggendario Bob Dylan che ho potuto ammirare in una delle quattro (bellissime) serate che ha tenuto al Palladium proprio mentre, a pochi isolati da lì, si stava svolgendo la Hit Week. Con il texano Charlie Sexton (strepitoso) nuovamente nella band, Dylan ha convinto tutti: specie il sottoscritto che lo ha visto 50 volte in vita sua ma che questa sera, per un autentico colpo di culo, lo ha ammirato da sotto il palco, a dieci metri di distanza, insieme alla vecchia amica Pamela Des Barres. Con lei, mi sono ritrovato a cantare a squarciagola il ritornello di Like A Rolling Stone immaginando per un secondo di fare il controcanto a His Bobness. Per una sera, con tutto il rispetto per Francesco Del Maro e per tutti gli artisti italiani della Hit Week, mi sono completamente dimenticato di loro…
25/11/2009