09/07/2013

Jarrett: lo Standards Trio compie 30 anni

Si festeggia con un tour (non senza polemiche) e un nuovo, eccellente disco

Ha voluto celebrare sul palcoscenico i trent’anni del suo Standards Trio, Keith Jarrett. Regalando una serie di esibizioni – da Monaco fino a Los Angeles e a Berkley, dove il 4 ottobre è prevista la tappa finale del tour – accanto ai fedeli Gary Peacock al contrabbasso e Jack DeJohnette alla batteria. Purtroppo il leggendario pianista di Allentown, oltre che uno straordinario jazzista, è un personaggio a dir poco spigoloso, con tratti caratteriali che a volte sconfinano nella paranoia. L’ultimo episodio? È avvenuto a Perugia, in occasione del quarantennale di Umbria Jazz. Domenica 7 luglio, sul palco dell’Arena di Santa Giuliana, il nostro ha deciso di suonare a luci spente per evitare che lo fotografassero. E così ha avuto una coda, a sei anni di distanza, la polemica tra Jarrett e il festival, dove nel 2007 il divo – infastidito dai flash – insultò il pubblico e il capoluogo umbro definendo Perugia una “città dannata”. Al di là del fatto che, nel bene e nel male, questo “dark concert” resterà negli annali, meglio festeggiare la ricorrenza ascoltando “Somewhere”, disco del trio fresco di stampa. Un cd come di consueto edito dall’Ecm, l’etichetta tedesca di Manfred Eicher, il geniale produttore che ha documentato l’opera jarrettiano fin dal celeberrimo “Facing You” (registrato nel 1971, il suo primo piano solo). La particolarità del nuovo lavoro sta però nel fatto che fotografa una performance relativamente recente della band, cioè un concerto registrato a Lucerna l’11 luglio del 2009. Se si pensa che gli ultimi lavori pubblicati risalivano al primo biennio del Duemila (“Yesterdays”, per esempio, apparso nel 2009, proponeva una serata a Tokyo di ben otto anni prima), si capisce chiaramente per quali motivi ci fosse tanta attesa nei confronti di questo ennesimo capitolo della saga Standards Trio. Va subito detto che l’attesa è stata ampiamente ripagata e che il cd è tra i migliori del gruppo, di quelli che resteranno in pole position nella discoteca ideale dei jazzfan. Basterebbe ascoltare il dittico di Leonard Bernstein – “Somewhere” e “Tonight”, già di per sé due brani magnifici, qui impreziositi da un trattamento di grande raffinatezza – per rendersene conto. Ma anche il resto del disco, tra ballad struggenti e zigzaganti passaggi be bop, è a cinque stelle. Notevolissimi, inoltre, sono i momenti di improvvisazione collettiva, dove la telepatica intesa del trio dà i brividi.

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