04/11/2014

John De Leo, Il Grande Abarasse

Nuovo album per un artista dalla voce unica, suonato in anteprima in un vibrante showcase
(Foto di Elisa Caldana)
 
Riunione di condominio. La convocazione è alle ore 12 presso il Teatro Arsenale di Milano. Ma “non c’è nulla da temere”. È per lo showcase di presentazione di un nuovo disco.
Cioè: non bisogna discutere di questioni (spesso) noiose, ma bisogna solo ascoltare in anteprima alcuni pezzi de Il Grande Abarasse (Carosello 2014), nuovo album di John De Leo. L’artista torna infatti con una nuova fatica discografica a distanza di sei anni da Vago Svanendo (Carosello 2008).
 
In questo suo nuovo disco i protagonisti sono i condomini che spesso narrano o vivono in prima persona le loro storie nelle rispettive tracce/nei rispettivi appartamenti.
La voce di John De Leo appare dapprima come uno strumento di qualsiasi tipo e adatto a qualsiasi genere, per poi confermarsi subito come propulsione di un sentimento più unico che raro. Lo testimoniano i sei brani eseguiti dal vivo (bis compreso) insieme all’eccellente ensemble di otto musicisti e ne è un’ulteriore prova il “rispetto per l’arte e il pubblico” di cui ha parlato lo stesso artista a fine esibizione.
 
“In qualche modo ho rubato forse dalla musica di Rota” dice John De Leo per descrivere Il Grande Abarasse, anche in riferimento al progetto live tributo a Nino Rota Il Bidone di Gianluca Petrella di cui fa parte, e poi aggiunge: “Ho attinto anche al jazz, ma questo disco mi sembra più pop. E la cosa per cui rimango sorpreso è che credo ci sia in qualche modo un’apertura verso il cantautorato. Qualche volta sembra che il cantautorato sia intoccabile e debba essere fatto solo in un certo modo, ma a me diverte e, credo non sia ancora un reato, farci confluire altri generi musicali”.
 
Poi, sempre nei panni di un inusuale (e improbabile) amministratore di condominio, spiega il titolo del suo nuovo album: “Mi sono divertito a sottintendere la domanda di cosa vuol dire Il Grande Abarasse. Tutto quello che pensate significhi è. Poi ovviamente io ho delle mie deduzioni, ipotesi… È una specie di concept album, volevo fosse poco chiaro, ma devo dichiararlo. Tutte le canzoni corrispondono ad appartamenti o ai condomini che vi abitano. Il mood ricorrente dell’album è un’esplosione più o meno evidente e a seconda del brano è rappresentata in maniera diversa. E sicuramente volevo che questa esplosione corrispondesse a una deflagrazione interiore, la cui miccia era già accesa in ognuno dei condomini”.
 
Ma perché il condominio? “Il condominio per me, anche banalmente, corrisponde ad una piccola società che in qualche modo ne rappresenta una più grande. Forse si litiga, ci si innamora, ci si fa dispetti, non ci si tollera… A raccontare in prima persona o a pensare sono spesso i personaggi stessi. Non sempre è evidente, ma è così”. E come non citare allora a tal proposito Il Gatto Persiano_Theme (il brano del bis) o lo scontroso vecchio in carrozzina della bassa romagnola e la badante dell’est, Tania, de La Mazurka del Misantropo, dove si cela una citazione omaggio a Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno e Franco Migliacci.
 
In generale le sensazioni dei protagonisti transitano tutte dall’ensemble e poi dalla solita voce di John De Leo, senz’altro talentuosa e sperimentale, ma anche molto libera, talvolta trasognata e senza dubbio geniale. E nel live la differenza si sente ulteriormente grazie a fiati, archi, chitarre, manipolazione del suono, riproduzione di molteplici strumenti con l’ausilio di strumenti giocattolo e più in generale grazie alla creazione di un’atmosfera unica nel suo genere.
 
Nell’album va detto che ci sono anche le partecipazioni dell’Orchestra Filarmonica di Bologna in alcuni pezzi e di Uri Caine al pianoforte in The Other Side of a Shadow, l’apparente “traccia finale”… perché alla fine c’è pure un Ghost Album…
 
Prima dei saluti finali, c’è tempo per un’ultima riflessione di John De Leo su ciò che intende comunicare con la sua musica: “Ho rubato da una didascalia che ho letto al Guggenheim di Venezia che spiegava Baziotes, pittore meno famoso rispetto ad altri. Non ricordo letteralmente cosa c’era scritto, ma è un pensiero che si può sintetizzare così: ‘Il rispetto per il pubblico non sta nell’accontentarlo'”.
 
Niente male per essere la prima riunione di condominio. Si attendono le prossime convocazioni.
 

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