04/10/2013

Kalweit And The Spokes

La passionalità dell’alternative country e del post punk si uniscono a molecole elettroniche sperimentali

Il titolo del secondo disco dei Kalweit And The Spokes in italiano sta per “pacciame”, come l’ammasso di residui vegetali sul terreno e come i ricordi di vita sfogliati strato per strato da Georgeanne Kalweit (ex Delta V) e decodificati in chiave musicale da Giovanni Calella e Mauro Sansone (quest’ultimo alla batteria già dal 2011 al posto di Leziero Rescigno). L’album ospita Gnu Quartet, Nicola Masciullo al clarinetto basso ed Eloisa Manera al violino.

Dodici tracce registrate a Milano al Diabolicus Studio di Giovanni Calella e prodotte dallo stesso chitarrista segnano dunque il ritorno del trio.
Immagini reali si specchiano nelle riflessioni musicali e veicolano pensieri sull’inesorabile scorrere del tempo e sulla solitudine dell’uomo moderno rispettivamente in Kate And Joan e in Liquor Lyle’s.
Sonorità sanguigne con venature elettroniche caratterizzano Murky Stuff e sulla stessa linea si muove anche Barbie Bit The Dust, la quale sposta per un attimo l’attenzione su un personaggio immaginario come la bambola più famosa al mondo, divenuta ormai icona immortale della donna stereotipata. Più elettronicamente fredda appare No Need, mentre Hank’s Hour è sostenuta nel ritmo e sincera nel ricordo di Georgeanne Kalweit di una persona cara che sotto l’effetto dell’alcool appare seducente nei confronti degli altri, ma allo stesso tempo combina sempre un sacco di guai.

Il video di Hank’s Hour ha anticipato il ritorno del trio ed è stato girato a marzo a Stoccolma con l’ausilio del crowdfunding. La regia è del video maker, grafico e visual artist Marco Balletti, il quale ha curato anche l’intero booklet di Mulch.
Infine vanno citati due brani dall’atmosfera enigmatica, Wetutanka e Fifth Daughter, quest’ultimo scritto all’epoca del disco d’esordio Around The Edges insieme a Leziero Rescigno e adesso riarrangiato da Giovanni Calella con ospiti i Gnu Quartet.

Personaggi reali e immaginari descritti nei singoli pezzi permettono al trio di esternare problemi personali, trasformandoli in inevitabili riflessioni sulla vita di tutti i giorni. I Kalweit And The Spokes conservano poi sempre la loro matrice rock’n’roll di formazione “old school blues”, declinata in un alternative country e in un post punk che in Mulch si sposano perfettamente con un’elettronica utilizzata con la giusta discrezione. Consolidati.

On demand

Iscriviti alla Newsletter

Vuoi rimanere sempre aggiornato su rock e dintorni? Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere tutte le settimane nuovi video, contenuti esclusivi, interviste e tanto altro!