Per uno che fa il mio lavoro, stare sul palco con un comico è un incubo.
Se fai il serio, ti piglia per il culo.
Se fai lo spiritoso, lui lo è più di te e quindi ti ripiglia per il culo. Se stai zitto… che cavolo sei andato lì a fare?, ti dice, pigliandoti nuovamente per il culo. Insomma, non c’è proprio via di scampo. Ve lo dico perché so di cosa sto parlando: tutte le volte che mi è successo ne sono sempre uscito con le ossa rotte. E, inevitabilmente, preso per il culo. Immaginatevi, dunque, il mio stato d’animo quando Flavio Oreglio, che è un amico ma che di professione fa il comico, qualche mese fa mi ha proposto di stare tre giorni insieme a lui e ai suoi amici (tutti comici, of course) con la prospettiva (alquanto vaga, tra l’altro) di interagire con loro: m’avesse chiesto di andare con lui ad Appiano Gentile (che aborro) a veder l’allenamento della SUA squadra del cuore (che aborro vieppiù), l’avrei (forse) presa meglio… “Tanto tu sei bravissimo, di che ti preoccupi?”, mi ha detto Flavio, da gran paraculo. Preoccupato lo ero, invece. E anche tanto. Eppure, con mia grande sorpresa, lo scorso mese di giugno ho accettato di partecipare alla prima edizione di Musicomedians: tre giorni, in mezzo a un gruppo di comici (più qualche musicista amico come Eugenio Finardi o Davide Van De Sfroos) in una antica, bellissima dimora nel cuore della Brianza (Villa Greppi a Monticello Brianza). Masochista, direte voi. No, semplicemente mi sono fidato di Flavio che conosco dai tempi del liceo anche se le nostre frequentazioni si sono, paradossalmente, infittite negli ultimi tempi, da quando lui è diventato il Poeta Catartico più famoso del mondo. Proprio perché lo conosco da tanti anni, so quanto Oreglio sia grande appassionato di musica nonché amabile cantautore. Ma, soprattutto, so anche quanto ci tiene a fondere le sue due grandi passioni: la musica e la comicità. “Il progetto Musicomedians” mi ha spiegato “è proprio questo: il tentativo di creare un gruppo di lavoro in grado di sposare canzone e umorismo ma anche un festival in cui ci sia spazio per artisti affermati e per comici-musicisti emergenti”.
La cosa più sorprendente è stato il fatto che i Musicomedians (che, per la cronaca, mi hanno comunque e inesorabilmente preso per il culo…) si sono rivelati non solo artisti intelligenti e capaci ma, soprattutto, straordinari compagni di lavoro. Mi hanno fatto sentire uno di loro tanto che il tutto (ma proprio tutto) è filato via davvero liscio. Sono persino riuscito a gestire, pensate un po’, le gelosie di due vecchie volpi (o Gufi?) come Nanni Svampa e Roberto Brivio e persino a coordinare un match di improvvisazione tra vignettisti satirici. Lo avreste mai detto? “Musicomedians è stato un successo” mi ha confessato Flavio Oreglio pochi giorni fa “stiamo già preparando la prossima edizione”. Sono contento per lui, perché quello è sempre stato il suo sogno e io (che vivo di sogni) apprezzo chi li persegue con costanza e determinazione. Ma sono contento anche per tutti gli altri comici catartici, da Stefano Covri (eccellente chitarrista) a Fabrizio Canciani (ottimo giallista), da Franco Rossi (il bravo presentatore) a Henry Zaffa (il fantasista dell’assurdo) e Carlo Pastori (king of the accordion). “Il Musicomedians Lab si raduna in teatro” spiega Oreglio, che è rientrato nel gruppo di Zelig per questa stagione televisiva, “e dà vita a un work in progress altamente stimolante. Dal 19 novembre, tutti i lunedì sino al 14 dicembre e poi dal 14 gennaio al 14 aprile 2008 faremo serate al Teatro della Cooperativa, zona Niguarda, a Milano”.
Nel frattempo, Flavio continua le sue avventure editoriali. Non è stato facile cadere così in basso è il secondo volume di una trilogia iniziata con Siamo una massa di ignoranti, parliamone (libro + cd). “Mi piacerebbe fare quello che è riuscito a fare De Crescenzo con la filosofia: un’operazione divulgativa su varie teorie scientifiche fatta in modo spiritoso e accattivante”. Al libro farà seguito uno spettacolo “del quale non posso dirti molto ma che, credimi, sarà pieno di sorprese”. E la musica? “Quella è sempre presente nella mia vita, sin dai tempi in cui ho mancato il mio primo grande concerto, nei primi anni 70: Emerson, Lake & Palmer, i miei idoli di gioventù, suonano a Milano e i miei genitori mi impediscono di andare. Una tragedia. Ma, da allora in poi, il mio amore per il progressive rock è persino aumentato, anche se ho coltivato, in modo parallelo, la mia passione per il cantautorato classico”. Già, perché le sue poesie catartiche sono solo la punta dell’iceberg della versatilità artistica di Oreglio: quelle che hanno funzionato in tv e gli hanno dato fama e popolarità. Ma, il sommerso di Flavio, come nel caso dei blocchi di ghiaccio galleggianti, è la parte preponderante. “Insieme al terzo volume della trilogia letteraria uscirà un ulteriore cd di mie canzoni: molte verranno sperimentate nel corso dello spettacolo teatrale, il modo migliore per testare se funzionano”.
L’avventura catartica continua…