Nella loro più che decennale carriera i Sonic Youth ci hanno abituati a bordate sonore di incredibile portata, ma anche a canzoni di impatto. Una delle conquiste più grandi dell’evoluzione sonora della band newyorchese è stata la capacità di sposare questi due aspetti, con il gruppo che nella stessa canzone passava senza soluzione di continuità da feedback lancinanti a delicati giri di chitarra. Ed è da qui che parte la nuova esperienza solista di Lee Ranaldo, chitarrista, insieme a Thurston Moore, della formazione statunitense. Between The Times And The Tides del 2012 non è il suo primo esordio solista, ha alle spalle vari lavori di musica sperimentale, ma è comunque il suo primo disco di canzoni.
Noncurante del pubblico sparuto che lo accoglie, Ranaldo sale sul palco e comincia il concerto con brani inediti, spiegando che ha da poco finito di registrare un disco nuovo. Gli inediti colpiscono pur senza discostarsi molto dal suono di Between The Times And The Tides: rimandano al rock alternativo americano anni ’90, eppure sono vitali nuovi, percorsi da un’ansia di rinnovamento e caratterizzati da un’estrema onestà.
È però con Off The Wall, uno dei singoli pubblicati dal disco del 2012, che il pubblico risponde in maniera più convinta. Il suono – pur con qualche momento di confusione – è grandioso e unisce energia e delicatezza senza dimenticare qualche tocco noise. La parte strumentale di Hammer Blows, tra le migliori canzoni dell’album, tocca vette quasi space rock e in alcuni momenti vengono alla mente addirittura gli Hawkwind.
Sul palco Ranaldo, accompagnato dal batterista Steve Shelley, anche lui nei Sonic Youth, dal chitarrista Alan Licht e dal bassista Tim Luntzel, è loquace: introduce le canzoni, le spiega. Prima di Shouts cita il movimento di protesta Occupy Wall Street, a cui ha partecipato. Fra il pubblico non mancano le magliette dei Sonic Youth e al banchetto del merchandising si trovano alcuni cd dell band, ma non c’è traccia di nostalgia stasera. Lee Ranaldo, all’età di 57 anni, è ancora un artista che guarda avanti, che ama esplorare e sperimentare. Sarà l’effetto di anni e anni di «gioventù sonica»?