Quando qualche settimana fa i principali telegiornali e i più importanti quotidiani hanno dato spazio all’incidente stradale causato dalla coppia Asia Argento/Morgan sul raccordo anulare romano (oltre tutto, i due fenomeni manco si sono fermati a prestare soccorso) molti hanno pensato all’ennesima prodezza di artisti eccentrici.
E si è ovviamente ricamato, come al solito, sulla vera o presunta “maledizione del rock”. A parte i distinguo che io farei nell’accostare il monosillabo rock al monotono Morgan, credo che la portata della presunta marachella del leader dei Bluvertigo stia a quelle compiute da alcune vere rock star nella stessa esigua proporzione di quanto la musica della band milanese sta a quella di Led Zeppelin, David Bowie e compagnia bella.
Sin dalla sua nascita, infatti, la filosofia rock ha avuto bisogno di essere sostenuta dalle cazzate più o meno clamorose dei suoi protagonisti, quasi a convalidarne il carattere ribelle e trasgressivo. E la cosa ha continuato ad andare avanti imperterrita anche quando (se mai ce ne fosse stato bisogno) non era davvero più necessario.
Infatti ancora oggi l’equazione rockstar= coglionazzo funziona piuttosto bene. Ne danno dimostrazione pratica Margaret Moser e Bill Crawford nel divertente volume Rockstars Do The Dumbest Things (Renaissance Books, Los Angeles, 292 pagg., 10,35 $ presso amazon.com) che non solo riassume le più stravaganti stupidità compiute dai grandi del rock ma espone il tutto in modo simpaticamente creativo.
Sono circa novanta le celebrità che i due autori analizzano ponendosi, nell’introduzione, la più che legittima domanda: perché le rock star sono così inclini a compiere pubblicamente atti quanto meno stupidi?
Forse per soldi. Forse per colpa della droga. O, molto più presumibilmente, perché nel mondo dello show biz non c’è grossa differenza tra buona o cattiva reputazione: l’importante è essere famosi. Sono parecchi, infatti, quelli che hanno dimostrato che le scemate portano grande popolarità a chi le compie. Perché, come sostiene Paul Westerberg dei Replacements “non bisogna mai sottovalutare l’importanza di una cattiva recensione. A conti fatti equivale ad una buona: entrambe fanno in modo che si parli di te”.
Per dirvela tutta, io molto ‘Cata-lanamente’ preferisco avere una buona recensione piuttosto che una cattiva, ma evidentemente non sono portato per fare la rock star. Cosa che invece riesce benissimo ai protagonisti del volume di Moser & Crawford che di cazzate ne hanno fatte veramente tante ma che soprattutto sono state fantastiche stelle del rock. Certo, non avevamo bisogno di questo libro per ricordare che Jim Morrison è stato arrestato più volte per aver mostrato i genitali durante un concerto dei Doors, per farci raccontare le acrobatiche abitudini sessuali di Jimmy Page e Robert Plant o l’esagerata predisposizione di David Crosby per la cocaina. Risulta invece curioso scoprire che lo stesso Crosby quando non era sotto effetto di stupefacenti faceva fatica a stare sveglio; come quella volta che, a cena in un ristorante insieme a Mama Cass Elliott, si è addormentato con la faccia nel piatto di spaghetti: Mama Cass, disgustata, è uscita dal locale senza pagare il conto.
Non è una sorpresa nemmeno sapere l’inclinazione di Keith Richards alla droga: certo che leggere che un amico che era andato a pulire la casa in Svizzera, dove viveva insieme ad Anita Pallenberg, ci ha trovato 50 grammi di cocaina, 50 grammi di eroina, grosse quantità di hashish e circa 500 siringhe usate fa un po’ impressione. Così come fa impressione scoprire quanto fuori di testa sia stato l’angelico Brian Jones: tra le tante cazzate fatte, quella di Miami del 1965 le batte tutte. Deciso a far colpo sulla fidanzata dell’epoca, Brian ha noleggiato un motoscafo, l’ha puntato in mare aperto a tutta velocità andando avanti sino a che non si è esaurita la benzina. Parecchie ore dopo il proprietario dello scafo ha dovuto uscire con un’altra barca per andarli a recuperare.
E se tutti siamo persuasi che anche Kurt Cobain (rest in peace) non fosse un’aquila, come commentare la romantica dichiarazione d’amore fatta in diretta a una tv inglese in cui diceva che “Courtney era la miglior scopata del mondo”? Non meglio di lui Mrs. Love Cobain (Dio li fa e poi li accoppia) , che ha preso la frase del marito come un complimento. Frase che per altro risulta quasi sensata rispetto a quella che un giovane Bob Dylan ha pubblicamente reso (“Credo di aver fatto molto più per Dylan Thomas di quanto lui abbia fatto per me”) appena dopo aver cambiato il cognome di famiglia. O addirittura saggia in confronto alla reazione che il focoso Pete Townshend ha avuto a Monterey nel 1967 appena saputo che nel corso del suo set, Jimi Hendrix avrebbe dato fuoco alla chitarra per poi fracassarla al suolo.
Inviperito, Townshend si è recato nel camerino di Hendrix accusandolo di rubare le idee agli Who e minacciandolo di ritorsioni se avesse realmente dato vita a quello spettacolo. Cosa che, come tutti sanno, Jimi ha fatto esattamente come annunciato.
Lo stesso Hendrix, due anni dopo, si è recato al Festival di Woodstock in compagnia di Neil Young. Quando i due si sono resi conto che per arrivare dal loro albergo al palco del Festival avrebbero dovuto fare una decina di chilometri a piedi hanno deciso di rubare un pick-up. “È stata una delle decisioni più sagge della mia carriera”, ha commentato successivamente Neil Young. E a proposito di decisioni sagge, sapevate che Elvis Presley aveva una catenina con appesa sia la croce cristiana che la stella di David? A chi gli chiedeva il perché rispondeva che non era sua intenzione “rischiare di non andare in Paradiso solo per una questione tecnica”. E se tutti si ricordano degli ZZ Top per il loro fantastico rock-blues o per i divertenti videoclip con donne bellissime e moto scintillanti, i loro concittadini texani non possono scordare il Worldwide Tour Of Texas del 1976 quando Billy Gibbons, Dusty Hill e Frank Beard sul palco facevano salire un toro, un bufalo, due tacchini, due pavoni, quattro serpenti a sonagli e un lupo. E a proposito di animali, il precursore del rock teatrale Alice Cooper (che ha di recente dichiarato in tono seccato a proposito di Marilyn Manson “un ragazzo con un nome da donna, la faccia truccata che fa uno spettacolo trasgressivo? Dove ho già visto tutto questo?”) oltre a rischiare di venire strangolato dal suo boa, una volta ha gettato un pollo giù dal palco, tra il pubblico, pensando che volasse.
E l’amato Steven Tyler che campeggia sulla cover di JAM? Lasciando perdere la sua creatività sessuale o la sua simpatia verso le sostanze chimiche vi dico solo che negli anni 70 si portava dietro una sega elettrica per poter disfare le camere d’albergo con maggior facilità.
Altro che tamponamenti innocui sul raccordo anulare…