15/05/2007

Love With Arthur Lee

Londra, Royal Festival Hall, 15 gennaio 2003

Lo scorso settembre Arthur Lee e i suoi nuovi Love si erano esibiti a Bristol, una delle più eccitanti performance a cui abbia mai assistito. Così, alla notizia di un nuovo tour inglese, non ho avuto dubbi a tornare a vedere il leggendario musicista californiano che, finito il suo lungo periodo di guai giudiziari (tra cui un’accusa di omicidio) è tornato dopo decenni alla musica. Lo show è sold out, il pubblico applaude calorosamente quando Lee sale sul palco: una versione rovente di Seven & Seven è l’apertura del concerto. I pezzi si susseguono: Orange Skies è splendida, My Little Red Book è eseguita con grande convinzione. Ancora alcuni pezzi, tra cui Your Mind And We Belong Together (che non era compresa nel leggendario album Forever Changes ma è stata aggiunta nella nuova ristampa con inediti) quindi l’orchestra si dispone sul palco. Ed ecco il clou della serata, una serie di brani tutti in sequenza da Forever Changes: assolutamente affascinante ascoltare dal vivo lo scintillante intro chitarristico di Alone Again Or, la prima traccia dell’album. A House Is Not A Motel viene eseguita per due volte, probabilmente perché il concerto viene registrato per un dvd e un cd dal vivo di prossima pubblicazione. Durante Andmoreaagain Arthur Lee ha qualche problema a raggiungere le note più alte, ma alla fine ce la fa. Quindi Old Man, dedicata a Bryan MacLean, chitarrista della formazione originale dei Love morto alcuni anni fa. Red Telephone è evidentemente amata dal pubblico, che le decreta un caloroso applauso, mentre Live And Let Live viene abbandonata dopo pochi secondi. L’impianto musicale è quello di un folk rock dalle aperture psichedeliche di cui Arthur Lee è indiscusso maestro.

Nella seconda parte del concerto altri classici da Forever Changes come You Set The Scene, quindi un piccolo tributo a John Lennon con Everybody’s Gotta Live in medley con Instant Karma. A sorpresa l’ex Blur Graham Coxon sale sul palco per suonare la chitarra in The Singing Cowboy. C’è tempo anche per un paio di brani nuovi, come Listen To My Song (ancora con l’accompagnamento orchestrale).

Un concerto affascinante, anche se il gruppo è sembrato non trovarsi del tutto a suo agio con l’approccio semi acustico di alcuni brani, o forse era solo la pressione di trovarsi a eseguire una performance che sarebbe stata registrata per un disco.

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