14/02/2023

Osservare con gli “Occhi” di Martino Adriani

Martino Adriani ci parla del suo nuovo album Occhi e del suo “post-cantautorato”

 

Definisce il suo genere “post-cantautorato”, ma ci ha spiegato meglio lo stesso Martino Adriani cosa intende, anche in funzione del suo nuovo album Occhi. È questo il suo terzo lavoro e arriva dopo È in arrivo la tempesta del 2019. Martino Adriani ha aperto concerti per Lo Stato Sociale, Bugo, Giorgio Canali, Diaframma, Giorgio Poi e vanta collaborazioni in diversi ambiti e contesti con Cristiano Godano, a cui fa da spalla, fra il 2014/2015, per tanti showcase, e con Lorenzo Kruger, regista del videoclip del singolo Bottiglie di Chianti.

La produzione artistica di Occhi è firmata Manuele Fusaroli (negli anni produttore di Zen Circus, Bugo, Nada, Luca Carboni, Nobraino, Tre Allegri ragazzi morti, Mezzosangue) e Michele Guberti.

Abbiamo intervistato direttamente Martino Adriani per parlare del suo nuovo album, a partire dal significato che assume soprattutto oggi il semplice titolo che ha dato al suo terzo lavoro discografico.

 

Quanto sono importanti gli Occhi per come li descrivi tu nel tuo nuovo album in un’epoca in cui li usiamo principalmente per guardare gli schermi dei nostri smartphone e di altri dispositivi tecnologici?

In questo disco gli occhi sono un elemento ricorrente e, spesso, predominante. In ogni canzone c’è un’ispirazione generata dalla potenza di sguardi che trasmettono sensazioni e stati d’animo differenti e contrapposti: sono teneri o cupi, dolci o bugiardi, arrabbiati o incompresi. Sì, alzo la testa dallo smartphone e racconto gli occhi della gente, riflessi dentro ai miei.

 

Terzo album per te che arriva tre anni dopo È in arrivo la tempesta. L’anno successivo è arrivata la pandemia: sono nati in quel periodo i brani del nuovo lavoro?

Ho scritto le prime canzoni fra il 2018 e il 2019, ma la gran parte del disco, si, è nato dalle ceneri del Covid, nei due anni successivi (ad eccezione dell’ultimo singolo, Lampadina, che ho scritto ed inciso in tempi recentissimi).

 

In cosa ritieni sia diverso Occhi dai tuoi lavori precedenti?

Il mio percorso ha avuto negli anni notevoli mutamenti, che hanno riguardato sia la musica che i testi. Le canzoni degli esordi sono caratterizzate da una vena molto ironica, a tratti comica ma, già con È in arrivo la tempesta, album del 2019, avevo deciso di mettermi a nudo scrivendo canzoni più dirette, molto intime e personali. Con Occhi ho dedicato ai testi ancor più tempo, cura e dedizione. Un’altra differenza coi lavori passati è che in questo album ogni canzone ha un’ambientazione e uno stile di produzione del tutto proprio e differente dagli altri brani. Non è semplice classificare un genere: c’è una sensibilità pop, ma è sfumata, di qua e di là da, da colori dissonanti e psichedelici. Un lavoro dai mille colori ma senza alcuna ‘over produzione’: è un lavoro dosato, a tratti minimale, che vuole abbracciare orizzonti non proprio convenzionali.

 

Spiegaci come si è svolto il lavoro con Manuele Fusaroli e Michele Guberti.

Ho sempre avuto grande ammirazione per Manuele Fusaroli, guru della musica indipendente degli anni 2000, e speravo di arrivare prima o poi a lui. Grazie a una conoscenza in comune ci siamo sentiti telefonicamente durante la primissima quarantena e gli ho girato un po’ di provini. I brani gli son piaciuti e dopo qualche mese, alla prima “zona gialla”, sono saltato a Ferrara per conoscere personalmente lui e tutto il team del Natural e, una volta tracciata la strada, abbiamo inciso, per cominciare, due canzoni. Felicissimo di questo primo step e dei due brani (erano Amico gorilla e Mostri), sono tornato in studio nel maggio del 2021, ci siamo chiusi per quasi un mese in studio e abbiamo registrato l’intero disco. È stata una grande esperienza! Al Natural ho conosciuto anche Michele Guberti, pilastro dello studio e, anche lui, produttore grandioso, il cui lavoro sul disco ha avuto un’importanza immane.

 

Parlando invece di come descrivi la tua musica, cosa intendi per “post-cantautorato”?

Non sono bravo a definire il mio genere. Sono un cantautore, sì, ma con gli ultimi due album mi sono allontanato dal tradizionalismo del cantautorato, provando ad adottare soluzioni e sensibilità, se vogliamo, più tipicamente avanguardistiche. Credo che sia comunque un album pop, direi un pop “imbastardito” da una moltitudine di influenze e colori. Data questa poca chiarezza, mi sono autodefinito “post-cantautore”.

 

Hai aperto tanti concerti per tanti artisti o gruppi nel corso di questi anni. Che ricordi conservi di queste esperienze?

Al di là dei live, delle cene, dei viaggi, dei post concerti, la cosa più bella è che con buona parte degli artisti a cui ho avuto il piacere e l’onore di aprire un concerto è nata una bella amicizia, portata avanti negli anni.

 

Adesso stai presentando dal vivo il tuo nuovo album, vero?

Sì, alle prime due date a Parma e Bolzano, seguiranno: 17/2 Draft – VALLO DELLA LUCANIA (SA); 18/2 35 Live – CAVA DE’ TIRRENI ; 19/2 Papel – MONTEROTONDO (RM); 31/03 Donka – PARMA; 06/04 Bard House Gipsy Club – CALCATA (VT); 07/04 Kestè – NAPOLI. Il calendario è in aggiornamento.
Ad accompagnarmi le mie chitarre e il violino di Giulia Chiapponi.

 

Hai altri progetti in programma prossimamente?

Per ora sono concentrato sui Live, ma i prossimi mesi potrebbero riservare qualche sorpresa…

Martino Adriani - Occhi

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