19/06/2024

Musica e fantascienza secondo Maurizio Galli

Un nuovo testo Vololibero indaga tra musica e mondi fantastici

 

Space is the place, disse qualcuno. Tra sinfonie spaziali, viaggi cosmici, concept distopici e avventure fantascientifiche, nel corso della sua storia il rock ci ha mostrato una insospettabile vitalità tematica. Da David Bowie ai Rush, da Jimi Hendrix a Battiato, la letteratura science fiction ha affascinato e ispirato tantissimi artisti e gruppi: Maurizio Galli ha provato a raccontare i rapporti tra questi due fenomeni in Musica & Fantascienza. Universi musicali, letterari e cinematografici (Vololibero). Ne parliamo con lui.

 

È proprio il caso di parlare di universi, caro Maurizio, per indicare i dialoghi tra fenomeni culturali del ‘900 come il pop, il cinema e la fantascienza. Da dove sei partito?

Partendo dalla convergenza dei fenomeni culturali del XX secolo come il pop, il cinema e la fantascienza, possiamo tracciare un percorso affascinante di influenze reciproche e dialoghi creativi che hanno plasmato profondamente la cultura contemporanea.

Il pop, inteso come movimento culturale che abbraccia la musica popolare, l’arte visiva, la moda e lo stile di vita, ha giocato un ruolo cruciale nel definire le tendenze e le aspirazioni del periodo postbellico. Attraverso l’esplosione della musica pop, abbiamo visto l’emergere di icone che hanno incarnato l’immaginario collettivo dell’epoca, spesso attraverso la mediazione dei mass media come la televisione e la radio. Parallelamente, il cinema ha svolto un ruolo fondamentale nel diffondere miti e immaginari attraverso l’uso di effetti speciali sempre più avanzati e storie che esplorano mondi fantastici e futuri alternativi. Film come 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (1968) e Blade Runner di Ridley Scott (1982) hanno contribuito a definire il genere della fantascienza cinematografica, ispirando a loro volta la musica pop e rock attraverso le atmosfere e le tematiche affrontate.

La fantascienza, infine, ha agito come catalizzatore di idee audaci e speculazioni sul futuro dell’umanità, influenzando sia il mondo dell’arte visiva che della musica. Artisti come David Bowie, con il suo alter ego Ziggy Stardust, hanno abbracciato la fantascienza non solo come un tema, ma come una lente attraverso cui esplorare l’identità e il destino umano. L’immagine di Bowie come un alieno rock star ha catturato l’immaginazione di intere generazioni, trasmettendo un senso di avventura e possibilità che risuona ancora oggi. L’interazione tra pop, cinema e fantascienza nel XX secolo ha creato un terreno fertile per esplorare nuovi universi culturali e stimolare una creatività senza confini. Partendo da questi dialoghi intrapresi tra forme artistiche diverse, abbiamo assistito alla nascita di opere che non solo intrattengono, ma anche provocano riflessioni profonde sulla nostra identità collettiva e sul futuro dell’umanità. In un certo senso non ho fatto altro che seguire delle mollichine di pane lasciate lungo il selciato e mi sono trovato con circa 500 pagine tra le mani…

 

Il rock ‘n’ roll delle origini ma anche i Beatles, gli Stones e i Beach Boys avevano un linguaggio semplice rivolto agli adolescenti, Bob Dylan cambia le carte in tavola ispirandosi anche alla letteratura beat, ma come e quando irrompe la fantascienza nei testi rock?

La fantascienza ha fatto il suo ingresso in modo più evidente a partire dalla seconda metà degli anni ’60, in concomitanza con l’emergere della psichedelia e delle sperimentazioni musicali. Un primo esempio di questo fenomeno è la canzone Mr. Spaceman dei Byrds, pubblicata nel 1966, che rappresenta uno dei primi tentativi di inserire elementi di fantascienza nei testi rock, parlando di un incontro ravvicinato con alieni. Un altro artista fondamentale che ha portato la fantascienza nel rock è David Bowie. Il suo alter ego Ziggy Stardust, presentato nell’album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars del 1972, è diventato un’icona della fusione tra rock e fantascienza, esplorando temi di alienazione, viaggi spaziali e futuri distopici in molte delle sue opere successive.

Anche i Pink Floyd hanno contribuito a questo cambiamento, con canzoni come Set the Controls for the Heart of the Sun del 1968, che presentano testi enigmatici e atmosfere sonore evocative di viaggi spaziali e universi alternativi. I Moody Blues, con il loro concept album In Search of the Lost Chord del 1968, hanno esplorato temi esoterici e cosmici, mescolando elementi di fantascienza con introspezione psichedelica. Infine, la band britannica Hawkwind è stata una delle più influenti nel portare la fantascienza nel rock. Con album come In Search of Space del 1971 e Space Ritual del 1973, hanno creato un’intera estetica basata su viaggi spaziali e visioni futuristiche.

La fantascienza nei testi rock è emersa come una naturale evoluzione dell’esplorazione di nuovi orizzonti artistici e tematici, riflettendo l’interesse crescente per la letteratura di fantascienza e i cambiamenti culturali degli anni ’60 e ’70. Questo movimento ha permesso agli artisti di espandere i confini della narrazione musicale, incorporando visioni del futuro, mondi alternativi e tecnologie avanzate nei loro lavori.

 

Una peculiarità sono i concept distopici. Pensiamo ai King Crimson, ai Jefferson Airplane, ma anche ai Magma e poi ai Rush. Si critica il presente attraverso il racconto di mondi paralleli e immaginari?

Sì, questa tendenza si riflette chiaramente nel lavoro delle band che utilizzano le distopie come strumento per esplorare e commentare le questioni sociali, politiche e culturali del loro tempo. I concept distopici sono stati un mezzo potente per criticare il presente. Attraverso la creazione di mondi paralleli e immaginari, queste band hanno esplorato le ansie e le preoccupazioni della loro epoca, offrendo commenti incisivi sulle condizioni sociali e politiche.

I King Crimson con In the Court of the Crimson King del 1969 hanno creato un’atmosfera distopica e inquietante, utilizzando testi e musica per riflettere il caos e l’ansia del periodo. Canzoni come affrontano tematiche come la guerra, l’industrializzazione e la disumanizzazione, criticando implicitamente la direzione che la società stava prendendo. I Jefferson Airplane hanno esplorato tematiche psichedeliche e distopiche, spesso critiche nei confronti del sistema politico e sociale con brani che descrivono scenari apocalittici, esprimendo disillusione e ribellione contro l’establishment. I Magma hanno creato un intero universo distopico con la loro musica, inventando una lingua e una mitologia proprie. I loro album raccontano storie di lotte e sopravvivenza su pianeti immaginari, utilizzando queste narrazioni per affrontare tematiche esistenziali e sociali profonde. I Rush, con album come 2112 del 1976, hanno utilizzato racconti distopici per criticare l’autoritarismo e la perdita di individualità. La title track dell’album racconta la storia di un futuro oppressivo in cui la musica è bandita, e un uomo scopre una chitarra, simbolo di libertà e ribellione. Questo racconto riflette una critica alle imposizioni autoritarie e alla conformità.

 

Alcuni nomi più di altri hanno sottolineato il loro rapporto con la science-fiction, da lettori voraci ma anche da artisti visionari. Mi vengono in mente Jimi Hendrix e David Bowie. Qual è stato il loro ruolo?

Jimi Hendrix e David Bowie sono stati due artisti visionari che hanno profondamente influenzato il rock, utilizzando la fantascienza come una lente attraverso cui esplorare e commentare la realtà. Entrambi hanno sottolineato il loro rapporto sia come lettori voraci che come creatori di opere artistiche innovative e ispiratrici.

Hendrix ha spesso incorporato elementi di fantascienza nella sua musica e nelle sue performance. Hendrix era affascinato dall’idea di altri mondi e dimensioni, e questa fascinazione si rifletteva nel suo approccio sperimentale alla musica, che spesso trascendeva i confini tradizionali del rock. Le sue composizioni psichedeliche e l’uso innovativo degli effetti sonori creavano paesaggi sonori che evocavano viaggi intergalattici e visioni futuristiche. Hendrix vedeva la musica come un mezzo per esplorare nuovi orizzonti, simile a come la fantascienza esplora possibilità speculative.

David Bowie ha avuto un rapporto ancora più diretto e profondo con la fantascienza. L’alter ego di Bowie, Ziggy Stardust, è uno degli esempi più iconici di fusione tra rock e fantascienza. Ziggy Stardust era un messaggero alieno che veniva sulla Terra per salvare il mondo attraverso la musica, ma alla fine cadeva vittima delle stesse debolezze umane che cercava di superare. Questo concept album affrontava temi di alienazione, identità e destino, utilizzando la narrazione fantascientifica per commentare la condizione umana e la cultura popolare. Bowie ha continuato a esplorare temi fantascientifici in album successivi come Diamond Dogs (1974), che presenta un futuro distopico ispirato a 1984 di George Orwell, e Outside (1995), che esplora un mondo cyberpunk.

Jimi Hendrix e David Bowie hanno giocato ruoli cruciali nel legare la fantascienza alla musica rock. Hendrix ha portato un senso di esplorazione cosmica e sperimentazione sonora, mentre Bowie ha creato interi mondi narrativi che riflettevano e sfidavano la realtà attraverso il filtro della fantascienza. Entrambi hanno ampliato i confini della musica rock, integrando visioni futuristiche e speculative che hanno ispirato generazioni di ascoltatori e artisti.

 

La Londra psichedelica ci ha mostrato invece un approccio cosmico al rock che poi ha portato a direzioni diverse: parliamo di Pink Floyd e Hawkwind…

La Londra degli anni ’60 ha rappresentato un crogiolo di sperimentazione musicale che ha influenzato profondamente il rock, portando a diverse evoluzioni del genere. Due delle band più rappresentative di questo periodo, i Pink Floyd e gli Hawkwind, hanno utilizzato un approccio cosmico alla musica rock, ma lo hanno fatto in modi distinti, portando a direzioni diverse.

I Pink Floyd, emersi dalla scena psichedelica londinese, hanno inizialmente incorporato sonorità spaziali e testi surrealisti che riflettevano un interesse per l’esplorazione mentale e cosmica. Il loro album di debutto, The Piper at the Gates of Dawn (1967), guidato dall’influenza di Syd Barrett, presenta brani come Astronomy Domine che evocano viaggi spaziali e visioni cosmiche. Dopo l’uscita di Barrett dalla band, i Pink Floyd hanno continuato a sviluppare il loro stile unico, culminando in capolavori come The Dark Side of the Moon (1973) e Wish You Were Here (1975). In questi lavori, hanno combinato temi esistenziali e cosmici con una produzione sofisticata e innovativa. The Dark Side of the Moon esplora temi universali come il tempo, la morte e la follia, utilizzando un approccio musicale che fonde rock, elettronica e suoni sperimentali per creare un’esperienza quasi trascendentale. Gli Hawkwind, invece, hanno abbracciato completamente il concetto di “space rock”, spingendo i confini del rock psichedelico verso territori più fantascientifici e futuristici. Formatisi alla fine degli anni ’60, hanno creato una musica che spesso evocava viaggi spaziali e dimensioni alternative. In Search of Space è un esempio emblematico, con un sound caratterizzato da lunghe jam strumentali, effetti sonori spaziali e testi che parlano di viaggi intergalattici. Gli Hawkwind hanno anche collaborato con scrittori di fantascienza come Michael Moorcock, integrando racconti e temi fantascientifici nelle loro performance e registrazioni.

 

Un certo tipo di approccio tematico e concettuale non viene meno con punk e post punk, pensiamo ai Devo ma anche a Gary Numan. Cosa cambia alla fine degli anni ’70?

Alla fine degli anni ’70, con l’avvento del punk e del post-punk, l’approccio tematico e concettuale della musica rock subisce una trasformazione significativa. Sebbene questi generi emergenti conservino alcuni elementi dell’esplorazione concettuale dei loro predecessori, introducono anche nuove estetiche e prospettive.

I Devo rappresentano un esempio emblematico di come il punk e il post-punk abbiano reinterpretato temi distopici e fantascientifici. La loro estetica è influenzata dalla teoria della “de-evoluzione”, che suggerisce che l’umanità stia regredendo piuttosto che progredendo. Con il loro album di debutto, Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! del 1978, la band utilizza una combinazione di satira, performance robotiche e musica sintetizzata per criticare la conformità, la commercializzazione e la disumanizzazione nella società moderna. I Devo adottano un approccio ironico e surreale, esprimendo un cinismo che è una risposta diretta alle crisi sociali e politiche dell’epoca.

Gary Numan, un pioniere del synth-pop, introduce temi futuristici e distopici attraverso l’uso massiccio di sintetizzatori e una presenza scenica che evocava immagini robotiche e alienate. Con il suo album The Pleasure Principle del 1979 esplora un mondo freddo e meccanico, influenzato dalla fantascienza e dalla tecnologia attraverso canzoni che riflettono un senso di isolamento e disconnessione, temi ricorrenti nel suo lavoro. Numan combina elementi del rock elettronico con un’estetica minimalista, anticipando molti dei temi che caratterizzeranno la musica elettronica e industriale degli anni ’80.

Una delle principali trasformazioni alla fine degli anni ’70 è l’adozione di un suono più minimalista e sintetico. Rispetto alle complesse produzioni psichedeliche e progressive dei decenni precedenti, il punk e il post-punk favoriscono un ritorno alla semplicità e alla cruda energia, mentre l’elettronica inizia a giocare un ruolo centrale nel plasmare nuovi suoni. Mentre il rock psichedelico e progressivo spesso esplorava l’espansione della coscienza e l’evasione in mondi fantastici, il punk e il post-punk riflettono una disillusione più concreta e radicata nei problemi quotidiani. L’approccio ironico e satirico di band come i Devo e l’ambientazione fredda e distopica di Gary Numan rappresentano un commento critico sulla modernità, la tecnologia e l’alienazione.

Il punk, in particolare, promuove un’etica DIY (Do It Yourself) che influenza anche il post-punk. Questo approccio enfatizza la produzione indipendente e la sperimentazione, portando a una maggiore diversità stilistica e concettuale. La musica diventa uno strumento di espressione personale e politica, spesso con una forte componente di critica sociale. In sintesi, alla fine degli anni ’70, l’approccio tematico e concettuale del rock subisce una trasformazione significativa con l’avvento del punk e del post-punk.

 

E l’Italia fantascientifica? Possiamo citare qualche nome degno di nota in tal senso?

In Italia la fantascienza ha avuto un ruolo meno prominente rispetto ad altri paesi, ma ci sono comunque alcuni artisti degni di nota che hanno esplorato temi fantascientifici nella loro musica. Gli Area hanno spesso affrontato temi politici e sociali, ma con un approccio avanguardistico e sperimentale che includeva elementi di fantascienza. Nel progressive mi piace ricordare Le Orme, che hanno esplorato temi fantascientifici in Felona e Sorona (1973), un concept che narra la storia di due pianeti gemelli, uno prospero e l’altro in declino, che riflette su temi di dualità e equilibrio cosmico.

 

Musica e fantascienza oggi. Il mondo è cambiato, la tecnologia anche, certi scenari un tempo futuribili ora sono concreti, tangibili. Il rock contemporaneo riesce a raccontare altri mondi inesplorati? 

Oggi, la relazione tra musica e fantascienza è più vibrante e complessa che mai. Con i rapidi avanzamenti tecnologici e i cambiamenti sociali, scenari un tempo futuribili sono diventati realtà tangibili. Il rock contemporaneo continua a esplorare e raccontare altri mondi inesplorati, spesso riflettendo sulle implicazioni della tecnologia, l’intelligenza artificiale e le sfide globali come il cambiamento climatico.

Un esempio su tutti sono i Radiohead, con OK Computer (1997) e Kid A (2000) hanno esplorato le ansie dell’era digitale e la disconnessione umana in un mondo sempre più tecnologico. I loro testi spesso riflettono una visione distopica del futuro, combinando elementi di rock, elettronica e sperimentazione sonora per creare atmosfere inquietanti e futuristiche.

Oltre agli artisti, la tecnologia stessa ha trasformato la produzione musicale, permettendo a molti artisti di sperimentare con suoni che evocano futuri distopici e paesaggi sonori alieni. L’uso di sintetizzatori, campionatori e tecniche di produzione avanzate ha ampliato le possibilità creative, permettendo ai musicisti di creare mondi sonori complessi e dettagliati. In sintesi, il rock contemporaneo continua a raccontare altri mondi inesplorati, adattandosi e riflettendo le nuove realtà tecnologiche e sociali del nostro tempo. Gli artisti di oggi non solo esplorano temi fantascientifici, ma li intrecciano con preoccupazioni contemporanee, offrendo visioni del futuro che sono allo stesso tempo speculazioni artistiche e riflessioni critiche sulla nostra realtà presente.

Maurizio Galli - Musica e Fantascienza

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