Trent’anni di carriera e non sentirli. Nati dall’ondata punk-hardcore californiana degli 80’s, i Pennywise restano ancora una delle band più importanti ed influenti di questo genere; questo concetto è ulteriormente rafforzato da Never Gonna Die, nuovo album dei quattro di Hermosa Beach, e disco dove il cantante Jim Lindberg torna anche in fase di composizione (il precedente Yesterdays conteneva per lo più b-sides), dopo un periodo di pausa, dal 2009 al 2012, dove si allontanò dal gruppo.
Never Gonna Die ci offre il classico sound dei Pennywise; un punk-hardcore veloce, con ritmiche serratissime, con una scrittura che morde e sputa rabbia su argomenti a loro cari come la politica, le diversità sociali e la corruzione, ma con un livello molto più elevato rispetto al passato. Non ci troviamo più di fronte alla band di ragazzi che nel 2001 cantava F**k Authority, ma siamo davanti ad un gruppo costituito da uomini che continuano il loro percorso di maturazione, ma senza mai perdere quel piglio che li ha da sempre caratterizzati. Non mancano ammiccamenti verso episodi più melodici, come nel refrain di American Lies o di Won’t Give Up The Fight, come non mancano alcune leggere sterzate verso sonorità più rock, come in occasione di Goodbye Bad Times.
Never Gonna Die è dunque il disco che sancisce la definitiva maturazione dei Pennywise, è il disco che sembra voler richiamare i tempi di About Time (1995) pur riuscendo nell’intento di non essere nostalgici, ma soprattutto è l’album che più li avvicina, o meglio, che più risente dell’influenza di mostri sacri quali i Bad Religion. Duri a morire verrebbe da dire, e siamo certi che lo dimostreranno ulteriormente in occasione del loro tour, che toccherà il suolo italiano il 3 luglio al Beky Bay di Rimini, ed il giorno seguente al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI). Per l’occasione saranno accompagnati da altri importanti nomi della medesima scena, quali Sick Of It All, A Wilhelm Scream e Iron Reagan.
E noi non mancheremo.
Never Gonna Die ci offre il classico sound dei Pennywise; un punk-hardcore veloce, con ritmiche serratissime, con una scrittura che morde e sputa rabbia su argomenti a loro cari come la politica, le diversità sociali e la corruzione, ma con un livello molto più elevato rispetto al passato. Non ci troviamo più di fronte alla band di ragazzi che nel 2001 cantava F**k Authority, ma siamo davanti ad un gruppo costituito da uomini che continuano il loro percorso di maturazione, ma senza mai perdere quel piglio che li ha da sempre caratterizzati. Non mancano ammiccamenti verso episodi più melodici, come nel refrain di American Lies o di Won’t Give Up The Fight, come non mancano alcune leggere sterzate verso sonorità più rock, come in occasione di Goodbye Bad Times.
Never Gonna Die è dunque il disco che sancisce la definitiva maturazione dei Pennywise, è il disco che sembra voler richiamare i tempi di About Time (1995) pur riuscendo nell’intento di non essere nostalgici, ma soprattutto è l’album che più li avvicina, o meglio, che più risente dell’influenza di mostri sacri quali i Bad Religion. Duri a morire verrebbe da dire, e siamo certi che lo dimostreranno ulteriormente in occasione del loro tour, che toccherà il suolo italiano il 3 luglio al Beky Bay di Rimini, ed il giorno seguente al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI). Per l’occasione saranno accompagnati da altri importanti nomi della medesima scena, quali Sick Of It All, A Wilhelm Scream e Iron Reagan.
E noi non mancheremo.