21/12/2012

[Pensieri senza filtro]

Quando poesia e musica si incontrano

Cosa succede quando poesia e musica si incontrano?

Succede che la faccia di Charlie Parker si nasconde «dietro la brace rossa della punta di una sigaretta» fumata a tempo di Be Bop. Il pensiero si inverte, e ti fermi incantato ad ascoltare «il silenzio della neve» con «gli occhi dentro un posacenere».

Scopri che È bellissimo guardare fuori in una giornata di pioggia mentre «piovono pugni dal cielo e lacrime sudate».

È bellissimo tracciare Percorsi «tra le righe dei sentimenti» e «i colori del ricordo», «ballare per strada imitando la libertà e coniugando l’allegria».

«La vita va corretta, va corretta… È troppo difficile buttarla giù liscia». E allora trascini il tuo cuore pieno di ricordi fino al Bar, e ti fai un bicchiere in compagnia del Re prima di tuffarti nell’oceano invisibile che si nasconde dietro al bancone, dove «i sogni nuotano con onestà».

Finalmente ti decidi ad arrivare in ritardo, e chiedere il tuo primo «anticipo di libertà».

Scopri che vorresti tanto fare «un atto di coraggio», ma hai «paura di diventare un Eroe».

Pensi «a Polifemo e alla sua solitudine», e impari «a rispettare la solitudine altrui». Impari che «il sapore della libertà è la paura» perché «solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla».

E mentre «la vita si offre attraverso uno schermo di persuasione», scopri che «Niente è grande come le piccole cose e che quando incontri qualcuno che ti sembra non sappia quello che dice, in realtà sta semplicemente dicendo quello che sa».

Ripensi a quando hai «camminato per Parigi con i pugni in tasca e i pantaloni gonfi», e ti sei divertito come un pazzo «quando si è trattato di respirare».

Ricordi la Terra, «le gesta eroiche degli scrittori morti sul campo e le bellezze di una notte al sapore di Armagnac». Ti sentivi «un rifugiato poetico», e un cane ti ha «riportato alla realtà».

Hai «smesso di essere un animale notturno da quando la notte si è riempita di animali», ma ti manca da morire «il ritmo sincopato delle stelle che affittavano una stanza nel cielo delle strade».

«Un giorno anche la malinconia lascerà vuote Le case» e «si cucinerà il presente con le finestre aperte sul futuro». Le stesse finestre dentro cui si ferma a guardare Il terzo uomo, che passeggia in «una città qualunque» e appunta la vita su un taccuino «come se non avesse un cazzo da fare».

Quell’uomo si chiama Vincenzo Costantino Cinaski, e ha chiesto ad alcuni amici di confezionare abiti musicali per le sue parole senza filtro, così da poterle raccogliere in un disco che celebrasse «il piacere della condivisione». A questa «messa pagana in onore della poesia» hanno preso parte Vinicio Capossela, Folco Orselli, Edda, Simone Cristicchi, Alessandro Stefana, Michele Di Toro, Raffaele Kohler e Francesco Arcuri (che ha curato la produzione artistica insieme Cinaski e Taketo Gohara).

Smoke [parole senza filtro] è un disco da leggere, un libro da ascoltare. È la voce di un poeta che si alza solitaria sopra il frastuono della città in cerca di altre voci, di altri occhi, di altri orecchi che sappiano ascoltarla e magari riconoscersi in essa.

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