Sulle rive del Tevere, in un hotel a due passi da Ponte Milvio, la Sony Music ha presentato un cofanetto davvero speciale: il lavoro infatti racchiude la discografia completa di una delle band italiane che, negli anni Settanta, ha scritto alcuni tra i più importanti capitoli della nostra storia del jazz e del rock – fondendo questi due generi in un sound innovativo, con una risonanza incredibile presso il pubblico non solo nostrano, ma anche internazionale. Stiamo parlando del Perigeo, i cui cinque membri originali – il fondatore Giovanni Tommaso al basso, Franco D’Andrea alle tastiere, Bruno Biriaco alla batteria, Claudio Fasoli al sassofono e Tony Sidney alla chitarra – erano tutti presenti per questa straordinaria occasione a Roma, la città in cui si sono formati nel 1972. A condurre l’incontro Luciano Rebeggiani, direttore Classica e Jazz di Sony Italia, che ha fermamente creduto in questo progetto e lo ha curato personalmente, proclamandosi egli stesso “un fan della prima ora” del gruppo.
Rebeggiani si è soffermato sul fatto che i dischi non siano stati rimasterizzati, come quasi sempre avviene al giorno d’oggi. Questo perché il suono dei master digitali originali, realizzati negli anni Ottanta per le prime edizioni in CD, era già molto buono; inoltre, come ci ha confermato successivamente Franco D’Andrea, spesso le rimasterizzazioni attuali tendono a comprimere eccessivamente il suono, rendendolo più “freddo” e sostanzialmente povero di dinamica – aspetto al contrario fondamentale in dischi come quelli di cui stiamo parlando. Nuovi master, comunque, non sono da escludersi in futuro: Il direttore di Classica e Jazz di Sony Italia conferma di avere intenzione di “ripubblicare singolarmente qualche album, accompagnandolo con un lavoro minuzioso dal punto di vista filologico anche per quanto riguarda le copertine originali”.
La parola passa poi ai cinque musicisti, riuniti pubblicamente per la prima volta dal 2008. Tony Sidney rivela, appunto, di avere “un sogno: tornare a suonare col Perigeo”. Perché far parte di quel gruppo era incredibile, come “saltare improvvisamente su un treno ad alta velocità”. Giovanni Tommaso evidenzia come una reunion sul palco non sia assolutamente da escludere e prosegue poi nello svelare i retroscena che hanno portato alla line-up classica della band, da lui paragonata a una “squadra di calcio” assemblata selezionando interpreti basandosi non solo sulle loro abilità individuali, ma soprattutto “sull’alchimia che essi sviluppano quando giocano insieme”. Alchimia che ha prodotto, oltre a tanta musica eccezionale, “un’amicizia fraterna che dura ancora oggi”. Proprio su questa particolare empatia si sofferma Claudio Fasoli, rievocando quei momenti sul palco – cita ad esempio “un indimenticabile concerto a Uscio”, in provincia di Genova – in cui l’interplay tra i cinque li rendeva qualcosa di “più grande della semplice somma delle parti”.
Anche Franco D’Andrea è particolarmente legato ai live della band, che a suo parere rivelavano momenti ancora più intensi rispetto alla musica racchiusa negli album in studio: “Le cose accadevano in modo del tutto naturale sul palco, e, riguardando alcuni vecchi filmati, mi sono reso davvero conto del perché la gente fosse tanto entusiasta della nostra musica”. Bruno Biriaco, infine, sottolinea come in questo periodo caratterizzato dai social network, tanto lontano dall’epoca della loro attività insieme, gli appassionati rimangano comunque molto legati alla band. E quando egli stesso ha diffuso la notizia della pubblicazione di questo cofanetto, ha avuto una risposta eccezionale, che non aveva mai sperimentato. Questo perché “in un’epoca in cui la preparazione tecnica dei musicisti ha raggiunto standard elevatissimi, a livello progettuale ci sono poche proposte veramente originali”; anche per questo il Perigeo rimane tuttora un punto di riferimento nell’ambito musicale.
A sottolineare ancora di più questa rilevanza culturale, al termine dell’incontro Luciano Rebeggiani ha consegnato ai membri del gruppo una “Targa di Riconoscimento alla Carriera”. Ma la vera soddisfazione per la band è senza dubbio quella di vedere le proprie opere ancora vive, degne di essere celebrate e diffuse anche nel Ventunesimo secolo. Il nuovo cofanetto, intitolato Antologia, raccoglie tutti e cinque gli album in studio, accompagnati da un live a Montreux del ’75 e un altro, oggi difficilmente reperibile, tratto da alcuni concerti italiani del ’76. Inoltre, è presente un libretto fotografico di cinquantadue pagine che racconta dettagliatamente la storia del complesso, nonché un DVD che include alcune esibizioni dei cinque successive al loro scioglimento ufficiale (tre brani eseguiti durante l’edizione del ventennale di Umbria Jazz nel ’93 e quattro al Parco della Musica di Roma nel 2008, estemporanee reunion per due occasioni del tutto eccezionali). Se, però, quel che i membri del Perigeo hanno annunciato durante questa presentazione avrà un seguito, potremo goderci nuovamente la loro musica su un palco e, chissà, forse anche su disco.
Rebeggiani si è soffermato sul fatto che i dischi non siano stati rimasterizzati, come quasi sempre avviene al giorno d’oggi. Questo perché il suono dei master digitali originali, realizzati negli anni Ottanta per le prime edizioni in CD, era già molto buono; inoltre, come ci ha confermato successivamente Franco D’Andrea, spesso le rimasterizzazioni attuali tendono a comprimere eccessivamente il suono, rendendolo più “freddo” e sostanzialmente povero di dinamica – aspetto al contrario fondamentale in dischi come quelli di cui stiamo parlando. Nuovi master, comunque, non sono da escludersi in futuro: Il direttore di Classica e Jazz di Sony Italia conferma di avere intenzione di “ripubblicare singolarmente qualche album, accompagnandolo con un lavoro minuzioso dal punto di vista filologico anche per quanto riguarda le copertine originali”.
La parola passa poi ai cinque musicisti, riuniti pubblicamente per la prima volta dal 2008. Tony Sidney rivela, appunto, di avere “un sogno: tornare a suonare col Perigeo”. Perché far parte di quel gruppo era incredibile, come “saltare improvvisamente su un treno ad alta velocità”. Giovanni Tommaso evidenzia come una reunion sul palco non sia assolutamente da escludere e prosegue poi nello svelare i retroscena che hanno portato alla line-up classica della band, da lui paragonata a una “squadra di calcio” assemblata selezionando interpreti basandosi non solo sulle loro abilità individuali, ma soprattutto “sull’alchimia che essi sviluppano quando giocano insieme”. Alchimia che ha prodotto, oltre a tanta musica eccezionale, “un’amicizia fraterna che dura ancora oggi”. Proprio su questa particolare empatia si sofferma Claudio Fasoli, rievocando quei momenti sul palco – cita ad esempio “un indimenticabile concerto a Uscio”, in provincia di Genova – in cui l’interplay tra i cinque li rendeva qualcosa di “più grande della semplice somma delle parti”.
Anche Franco D’Andrea è particolarmente legato ai live della band, che a suo parere rivelavano momenti ancora più intensi rispetto alla musica racchiusa negli album in studio: “Le cose accadevano in modo del tutto naturale sul palco, e, riguardando alcuni vecchi filmati, mi sono reso davvero conto del perché la gente fosse tanto entusiasta della nostra musica”. Bruno Biriaco, infine, sottolinea come in questo periodo caratterizzato dai social network, tanto lontano dall’epoca della loro attività insieme, gli appassionati rimangano comunque molto legati alla band. E quando egli stesso ha diffuso la notizia della pubblicazione di questo cofanetto, ha avuto una risposta eccezionale, che non aveva mai sperimentato. Questo perché “in un’epoca in cui la preparazione tecnica dei musicisti ha raggiunto standard elevatissimi, a livello progettuale ci sono poche proposte veramente originali”; anche per questo il Perigeo rimane tuttora un punto di riferimento nell’ambito musicale.
A sottolineare ancora di più questa rilevanza culturale, al termine dell’incontro Luciano Rebeggiani ha consegnato ai membri del gruppo una “Targa di Riconoscimento alla Carriera”. Ma la vera soddisfazione per la band è senza dubbio quella di vedere le proprie opere ancora vive, degne di essere celebrate e diffuse anche nel Ventunesimo secolo. Il nuovo cofanetto, intitolato Antologia, raccoglie tutti e cinque gli album in studio, accompagnati da un live a Montreux del ’75 e un altro, oggi difficilmente reperibile, tratto da alcuni concerti italiani del ’76. Inoltre, è presente un libretto fotografico di cinquantadue pagine che racconta dettagliatamente la storia del complesso, nonché un DVD che include alcune esibizioni dei cinque successive al loro scioglimento ufficiale (tre brani eseguiti durante l’edizione del ventennale di Umbria Jazz nel ’93 e quattro al Parco della Musica di Roma nel 2008, estemporanee reunion per due occasioni del tutto eccezionali). Se, però, quel che i membri del Perigeo hanno annunciato durante questa presentazione avrà un seguito, potremo goderci nuovamente la loro musica su un palco e, chissà, forse anche su disco.