Prima data del tour italiano dei múm, report da Bari

Pienone per il Time Zones edizione 2022 martedì 27 settembre

Abitare il palco è un gesto artistico. 

Quando il passo che calca le assi è lento, leggero, silenzioso, è buon segno: la musica sarà eterea.

I múm non tradiscono le aspettative e confezionano, alla loro maniera, una nuvola soffice di suoni che comincia a materializzarsi all’apparire delle luci blu; cresce concentrica, la dimensione ideale per avvolgere senza rapire, lasciando respiro.

L’occasione è ghiotta. Gli islandesi mancavano da 13 anni – la loro ultima apparizione barese al Royal risale al settembre del 2009 – e stanno affrontando il quarto di secolo di attività. Un traguardo considerevole da celebrare in concerto ma anche in studio: l’imminente nuovo album, il settimo di una carriera avviata nel 1997, è stato registrato tra gli ulivi del Salento e dalle piccole anticipazioni live pare che poco sia cambiato nella formula sognante e serica del gruppo, ora schierato a quintetto. 

Folktronica, si diceva ai tempi della Fat Cat o della successiva entrata nella berlinese Morr Music, ma al di là delle etichette il concerto barese ha offerto uno spaccato di abilità e autorevolezza nella gestione di un suono morbido, pungente quanto basta, personale e riconoscibile. In una lieve circolarità in cui si scambiano gli strumenti, con le due tastiere a fare da argine pacato e una performance ritmica notevole, i múm dipingono una macchia sonora i cui ingredienti – melodie sottili da ninnananna, modern-classical, acustica, elettronica sia vintage che digitale, da Brian Eno ai Pink Floyd passando per procedimenti minimal – emergono nitidi dall’impasto.  

Se la loro musica sia distante e compassata, se non fredda, è questione archiviata da tempo. La risposta del pubblico, calorosa quanto appassionata è stata la performance del múm, è una valida chiave di lettura. Nuovo Teatro Abeliano pieno – quasi trecento spettatori – per una serata riuscita.