09/10/2015

Sananda Maitreya, The Rise Of The Zugebrian Time Lords

Il nuovo viaggio dell’artista del “Post Millennium Rock”
«Ho scelto il Grand Hotel et de Milan perché in questo posto soggiornò per qualche tempo il grande Maestro Giuseppe Verdi, per il quale nutro una profonda ammirazione». È la prima cosa che ci tiene a sottolineare Sananda Maitreya all’inizio della conferenza stampa che si è tenuta un paio di giorni fa proprio nel prestigioso hotel di via Manzoni. In tale occasione Sananda – che è stato Terence Trent D’Arby fino al 2001, quando ha deciso di cambiare nome legalmente – ha presentato The Rise Of The Zugebrian Time Lords, il suo ultimo lavoro discografico scritto, prodotto, arrangiato e suonato interamente da lui, in uscita oggi, 9 ottobre, giorno in cui John Lennon avrebbe compiuto 75 anni. E non è un caso. I Beatles, infatti, hanno rappresentato molto per l’artista newyorkese, trapiantato a Milano già da qualche anno, tanto che alle 23 tracce inedite che compongono questo doppio album ha aggiunto quattro cover, tre delle quali proprio dei Fab Four. The Rise Of The Zugebrian Time Lords è il proseguimento di un lavoro collegato al disco precedente, Return to Zooathalon (2013), e in particolare è un concept album in cui Sananda parla di entità soprannaturali dello spazio che controllano e dominano il mondo, gli Zugebrian. Essi manipolano il tempo, hanno il potere di distruggere il passato, quindi la memoria dei fatti senza i quali le generazioni future potrebbero perdere la loro identità. «Gli Zugebrian Time Lords rappresentano delle forze oppressive e la loro paura più grande è che noi, uomini comuni, un giorno ci svegliamo, capiamo che questo sistema non ci sta bene e agiamo per cambiare le cose – spiega Sananda. – Quindi hanno capito che tornando indietro e uccidendo Robert Johnson (They Went Back In Time And Killed Robert Johnson), che si è trovato di fronte al crocevia del suo futuro, avrebbero cancellato i ricordi e la memoria della civiltà occidentale e senza Robert Johnson non ci sarebbero state figure come i Beatles, Frank Sinatra, Miles Davis…»
 
Denuncia sociale o trama di un film di fantascienza? Sananda Maitreya è un personaggio curioso. Tuttavia però riesce a trasmettere l’amore profondo che nutre verso la musica, già da quando era piccolo e pensava che tutti i bambini sentissero costantemente nelle loro teste ritmi e melodie, come succedeva a lui. Il medesimo amore lo ha portato a pubblicare dieci album e a coniare il termine Post Millennium Rock col quale gli piace definire la sua musica. Prima di concludere la conferenza stampa spende due parole su Prometheus and Pandora, il suo prossimo disco che avrà una continuità con The Rise Of The Zugebrian Time Lords. I progetti in fase di lavorazione ci sono, ma per i live probabilmente si dovrà aspettare ancora un po’, visto che al momento Sananda si divide tra la carriera e la famiglia. E quando gli viene chiesto qual è il suo sogno risponde sorridendo: «Un giorno spero di suonare in una rock band insieme ai miei due figli!»
 

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