Il giorno in cui la smetterò con il giornalismo, vorrei fare il bagnino all’Eco del Mare». Così, era solito dire Indro Montanelli quando, scendendo dalla sua casa tra Lerici e Tellaro, trovava rifugio in una delle baie più deliziose d’Italia. «Mi teneva sulle ginocchia e, insieme, leggevamo il giornale», racconta Francesca Mozer, figlia del proprietario dell’esclusivo stabilimento balneare chiamato appunto L’Eco del Mare, un gioiello naturale incastonato nel litorale ligure tra Maramozza e Fiascherino, nei pressi della Serra di Lerici. Un luogo che i serresi chiamano «Soto aa lama».
«Ero una bimba, avevo 12 anni», ricorda la Mozer, «un giorno, stavo leggendo Il Giornale (mio padre lo comprava sempre) quando alle mie spalle sento una voce che dice: “Sei giovane ma hai già buon gusto”. Mi sono girata, in un misto di paura e soggezione, e ho visto papà insieme a questo signore alto, con la carnagione bianchissima e le gambe magre. Camminava a fatica perché le sue ginocchia (dopo la “gambizzazione” subita a opera delle BR) scricchiolavano: i 167 gradini per scendere al mare erano, per lui, un autentico calvario».
Montanelli a parte, Francesca è molto affezionata a L’Eco del Mare.
Per lei, è una questione di cuore.
E non solo perché suo padre l’ha “creato” e sua madre Nicole ha gestito la ristorazione di questo autentico paradiso terrestre. C’è dell’altro. Nell’estate del 1991, un gommone entra nella baia con il motore acceso contravvenendo alle regole.
«Digli subito di spegnere il motore», intima Francesca al responsabile dello stabilimento balneare, «e manda via quel maleducato».
«Ma signorina», risponde il direttore della spiaggia, «ha visto chi è?».
«Può essere anche Gesù Cristo o Bob Dylan… non m’interessa».
Anni dopo, invece, ammette che a posteriori le era interessato (e molto) conoscere quello che lei, a prima vista, aveva bollato come maleducato. «Su quel gommone c’era Zucchero», sorride Francesca, «si è scusato e da quel momento siamo diventati amici». Il resto è storia: da tempo, Francesca e Zucchero vivono insieme nella House Of Sugar a Pontremoli e sono i genitori del piccolo Blue.
Due anni fa, Francesca ha deciso di coronare il sogno di suo padre: restaurare L’Eco del Mare. «Nonostante le proteste degli ambientalisti e le mille difficoltà create dagli enti locali» spiega «siamo riusciti nell’impresa. Oltre alla spiaggia e al ristorante ci saranno anche sei suite. Il tutto è stato costruito con materiali naturali e di riciclo, nel pieno rispetto della natura e dello stile di questi luoghi. Anche la cucina sarà quella del territorio».
Denominate Diamante e Il Mare (in omaggio a Zucchero) due suite sono pronte per la serata inaugurale, sabato 19 giugno. Nonostante il tempo inclemente che ha causato la defezione di alcuni ospiti annunciati (tra cui Antonello Venditti, bloccato all’aeroporto di Pisa, e soprattutto Sting ed Eric Clapton), circa 200 invitati si sono stretti attorno a Zucchero e Francesca per festeggiare la riapertura dell’Eco del Mare. Il clima impietoso (pioggia e vento) e la mareggiata (che ricordava quella dell’8 luglio 1822 che si era portata via, non distante da qui, il poeta romantico Percy Bysshe Shelley) non hanno per nulla vanificato il fascino irresistibile de l’Eco del Mare. Da Ilda Bocassini a Emanuele Filiberto, da Roberto Baggio al Presidente del Milan, Silvio Berlusconi, questo luogo da sogno ha incantato centinaia di vip. E, probabilmente continuerà a farlo. Specie se accompagnato da una colonna sonora deliziosa, come quella che si è magicamente materializzata dopo il dj set di Mousse T.
Sul piccolo palco, ricavato all’interno di una grotta, è infatti salita Irene Fornaciari che ha snocciolato un miniset folgorante rivisitando in modo convincente alcuni classici R&B come A Change Is Gonna Come, Take Me To The River o Dancing In The Street, intervallando il tutto con un brano molto 60s (Sono bugiarda, versione italiana di I’m A Believer, classico dei Monkees, scritto da Neil Diamond) per poi concludere con I Feel Good, Proprio sulle note dell’indimenticabile hit del “Godfather Of Soul” James Brown, Irene ha incitato il famoso papà a unirsi a lei. Zucchero, con le sue belle Gibson vintage, è sembrato perfettamente a suo agio in un’atmosfera da blues club. Dopo aver scherzato con Giorgio Panariello, ha invitato a suonare la chitarra Pino Daniele che ha “santaneggiato” in modo sorprendente su una bella versione di Dune mosse. Sempre con Pino al suo fianco, Zucchero ha dedicato il pezzo successivo a un altro special guest della serata, «l’unico, vero grande bailador», come lui stesso ha definito Roby Baggio. Baila scatena l’entusiasmo dei presenti.
Ammetto che fa una certa (piacevolissima) impressione essere lì a due metri da Zucchero e vederlo suonare come fosse nel salotto di casa. E addirittura accompagnare Pino Daniele nella sua Yes I Know My Way.
Dopo Diamante e Diavolo in me c’è anche spazio per una intensa cover di A Whiter Shade Of Pale sino al coinvolgimento di un defilato Ivano Fossati che si unisce alla festa imbracciando una Fender Stratocaster di hendrixiana memoria.
Di soul ce n’è fin troppo: all’Eco del Mare oggi è mancato soltanto il “sol”…
Ma arriverà anche quello.
02/09/2010