13/05/2014

Syndone

Il prog rock sinfonico della band torinese con ospiti come Marco Minnemann e John Hackett per raccontare il ritorno di Ulisse nella sua Itaca
Sono partiti negli anni ’80, a un certo punto le loro strade si sono divise e poi hanno ripreso il loro discorso musicale con Melapesante (2010) e con La Bella è la bestia (2012). Adesso sono di nuovo qui e sono tornati ancora una volta con un concept album come nella migliore tradizione prog. Sono i torinesi Syndone. La loro è una ricerca continua e costante, espressa anche in funzione di un viaggio (interiore ed esteriore) ed esplicata nel nuovo disco Odysséas.
 
Il prog rock sinfonico si fa strada attraverso le tredici tracce di Nik Comoglio (tastiere), Riccardo Ruggeri (voce) e Francesco Pinetti (vibrafono), a cui si è aggiunto Marco Minnemann (batteria). Il popolare musicista tedesco è famoso per il suo progetto The Aristocrats, nonché per le sue collaborazioni con Steven Wilson, Adrian Belew e molti altri e ha registrato tutte le parti del disco, ricoprendo un ruolo più importante rispetto a quello del semplice special guest. Insieme a lui ha impreziosito Odysséas con il suo flauto anche il versatile John Hackett, fratello di Steve.
 
Si parte dalla copertina su cui è raffigurato A Oriente (1979), tela del compianto Lorenzo Alessandri, uno dei padri del surrealismo italiano. E il viaggio stavolta inizia con la nuova etichetta Fading Records, collana progressive della AltRock.
 
Le vicende di Ulisse sono raccontate all’interno di un tragitto musicale affrontato con una certa dimestichezza. E i paesaggi sonori che il personaggio del poema omerico incontra lungo il suo avventuroso ritorno a Itaca vengono descritti attraverso un gruppo ancor più coeso rispetto al recente passato, forte anche della consueta teatralità evocativa della voce di Riccardo Ruggeri. Il prog vive poi qui di momenti essenziali come quelli solo piano e voce, ma si spinge anche verso situazioni più “piene”. Oppure si passa dalla pacata e paziente “Penelope” alla più intraprendente “Circe”. Il viaggio è ampiamente conosciuto, lungo, ricco di peripezie, ormai tradizionale, ma in Odysséas è anche sperimentale. Dice il cantante e autore delle liriche Riccardo Ruggeri: “Il viaggio è la meta stessa, non può finire… ma dobbiamo concepirlo in maniera diversa”. Buon viaggio a tutti.

 

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