06/02/2013

Tanto sono morti e non ci possono sentire

La musica contemporanea fatta con spirito rock: il caso di Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro

Sul palco intravedo un clarinetto, un piano giocattolo, bidoni legati con del nastro adesivo, una grancassa da orchestra, un Clavinet, leggii e spartiti. Chilometri di spartiti. Stento a credere di essere nel locale dove i Nirvana fecero sudare le pareti. E invece è proprio il Bloom di Mezzago. Solo che questa sera si esibiscono il polistrumentista Enrico Gabrielli in arte Der Maurer (Mariposa, Afterhours, Calibro 35) e il percussionista Sebastiano De Gennaro (Baustelle, Luci della Centrale Elettrica). È il primo appuntamento con Fuck Bloom? Alban Berg!, rassegna di musica contemporanea e sperimentale che i due dirigono. Repertorio: John Cage, cui hanno dedicato il nuovo vinile 1940 che vendono all’uscita, ma anche Steve Reich, Iannis Xenakis, Karlheinz Stockhausen, Louis Andriessen. Ovvero: un guastatore dell’avanguardia del Novecento (morto, poi capirete perché ve lo dico), un genio del minimalismo americano (vivo), uno degli architetti dell’avanguardia post bellica (morto), uno dei maggiori e controversi compositori del Novecento (morto), uno dei bei nomi della musica contemporanea europea (vivo). Già, musica colta, strana, ostica. Mi annoierò?

Non mi annoio. Anzi, scopro una gran cosa: la musica classico-contemporanea può essere suonata con spirito rock. Qui le composizioni sono presentate (da Gabrielli) con ironia. Qui – che scandalo sarebbe altrove – si applaude fra un movimento e l’altro. Qui non si respira l’aria stantia dell’accademia, ma l’emozione palpitante del laboratorio musicale. Eccolo il miracolo: il rigore che questa musica esige si sposa con la libertà tipica del rock. Credetemi: non succede spesso. I colori sono accesi, i timbri metallici, le scelte audaci. Gabrielli suona di tutto, e bene. Potrebbe scendere dal palco, prendere il bicchiere di plastica del mio Jack e tirarci fuori un pezzo di Sciarrino. Amo questa musica e questa sera la stanno strappando dalle sale dei conservatori, dove viene suonata di rado e a volte ascoltata di malumore, e me la stanno restituendo. Conto i soldi spiegazzati e mi accorgo che non ho i 15 euro per comprare 1940.

Poi si arriva al punto in cui i due eseguono il Bacchanale di Cage. È accreditata come la prima composizione per piano preparato della storia. Andò che nel 1940 Cage doveva scrivere musica per un balletto a Seattle. Avendo a disposizione per questioni di spazio solo un pianoforte decise di alterarne il suono mimando le percussioni tramite l’inserimento fra le corde di vari oggetti, tra cui viti e bulloni. C’è solo un problema: sul palco non vedo un piano. A quanto pare non serve. Gabrielli usa il Clavinet. «Tanto» dice rivolto a De Gennaro «Cage è morto e non potrà mai ascoltarla». Esco e mi sento leggero. M’incammino verso l’auto e penso che quella su Cage forse non era solo una battuta. Le sale da concerto della classica sono piene di morti evocati con rigore. Questa è musica per vivi. La prossima volta mi metto in tasca 15 euro.

I prossimi appuntamenti della rassegna Fuck Bloom? Alban Berg! sono il 28 febbraio con Cesare Picco e Taketo Gohara e il 28 marzo con Vincenzo Vasi e Valeria Sturba

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