Se per le vie della vostra città vi doveste casualmente imbattere in un pulmino Volkswagen dipinto con colori psichedelici che, sul tetto, ha quattro altoparlanti e, all’interno, presenta un trio rock che suona con grinta notevole e un entusiasmo contagiante non pensiate di aver avuto un’allucinazione. Quello che avete visto non è il Furthur Bus dei Merry Pranksters. Al volante, infatti, non c’è Neal Cassady e tanto meno troverete Ken Kesey (rest in peace) tra i protagonisti di questa stravagante vicenda. Eppure, tutti i soggetti citati sono alla base dell’idea avuta da un songwriter lombardo che di nome fa Valerio ma che da qualche anno si fa chiamare Tao. E che si è stufato di proporre musica in modo convenzionale.
“Avevo appena comprato un vecchio VW van degli anni 70 quando mi è capitato di leggere il tuo libro, Peace & Love” mi racconta. “Dentro di me è scattato qualcosa. Affascinato dallo spirito di avventura della California di metà anni 60, ho pensato di trasformare il pulmino e di farlo diventare un propagatore di rock in movimento”.
Aiutato dal suo fonico, Andrea Borgnino, Tao sistema quattro casse da 400 watt l’una sul tetto del furgone.
“Dopo esserci assicurati che fossero ben ancorate sul portapacchi” spiega “ci siamo procurati un generatore a benzina che, a sua volta, abbiamo assicurato vicino agli speaker. Il tutto, poi, è stato accuratamente cablato con un mixer posizionato di fianco all’autista. L’interno del bus viene svuotato per ospitare la nostra attrezzatura: una batteria minimale, il mio amplificatore per chitarra, due microfoni per le voci. Insomma, il tutto diventa una sorta di salottino rock con un’acustica fantastica e un volume di suono formidabile”.
Non solo.
Il pulmino è agghindato con grafica psichedelica, proprio come il bus dei Pranksters e delle migliaia di VW van che, tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70, hanno invaso le strade d’America (prima) e del mondo (poi).
“Due amici sardi trapiantati a Torino (Marco Fiori e Patrizia Peigottu) hanno rifatto il look al nostro piccolo bus ricreando, su pellicole adesive con un risultato davvero suggestivo, disegni e colori dell’epoca del flower power”.
Nasce così The Love Bus Experience che, come spiega Tao, “entra in azione per le vie di Milano nel dicembre del 2005”. Da allora, Tao e il suo minibus hanno fatto incursioni in diverse piazze d’Italia e in alcuni eventi a carattere nazionale: dal Motorshow di Bologna al Mei di Faenza sino all’ultimo Festival della Canzone Italiana. “Siamo andati a Sanremo per partecipare all’Independent Music Day ma anche consapevoli dell’attenzione mediatica di cui gode il festival. Insomma, è stato per noi un modo per farci notare e per portare una pacifica (seppur colorata e rumorosa) azione di protesta contro il precariato musicale”.
Catturata dalle telecamere di programmi satirici (da Blob a Striscia la Notizia) e di tg nazionali, la Tao Love Bus Experience sta facendo proseliti.
“La cosa più gratificante” dice Tao “è vedere l’incredulità sulle facce della gente che ci vede passare per strada con la musica che esce a tutto volume dal nostro pulmino. La loro allegria e spensieratezza, il loro sincero compiacimento rappresentano per noi una dose di adrenalina vitale”.
Ho potuto anch’io, di persona, provare l’esperienza del Love Bus in Piazza Cordusio a Milano, mescolato tra la folla dei devoti “taoisti” in divertito corteo. “Proprio a Milano, nei pressi del Duomo, abbiamo avuto la nostra esperienza più clamorosa” racconta Tao. “Di fatto, il pubblico ha creato un autentico ingorgo. Tanto che, a un certo punto, una vigilessa si è avvicinata e mi ha detto: ehi, Mr. Beatles, lei è molto bravo, ma adesso stacchi tutto e mi segua in questura”.
Tao prende spunto da quella storia e ci scrive su una bella canzone. Già, perché lui non è solo molto bravo (come ha detto la vigilessa) a cantare e suonare classici del rock. In due album, Forlìverpool (2005) e L’ultimo James Dean (2007) propone il suo cantautorato rock, sincero e verace, che racconta storie semplici e sentite impreziosite da una vocalità davvero affascinante. La sua voce, infatti, non è solo bella, piena ed efficace dal punto di vista timbrico: la sua intensa espressività e le sue impeccabili doti stilistiche gli consentono di rivitalizzare brani senza tempo trasmettendo al pubblico nuove emozioni. Anche quando non si esibisce all’interno del Love Bus, che rimane però la sua attuale priorità. “Nel mio piccolo” spiega “credo di aver creato una umile alternativa proponendo un nuovo seppur antico modo di fare musica: quello cioè di farla per strada, portandola gratuitamente alla gente”.
Look da macho dei Fifties alla James Dean, animo tenero da hippie californiano dei Sixties, Tao ha un amore spassionato per tutto il rock dei Seventies, il decennio nel quale è nato. “Invidio la tua passione e competenza per la musica e la città di San Francisco” mi dice. “Pensa che l’altro giorno, tramite MySpace, sono entrato in contatto con Scott McKenzie, il cantante che ha interpretato If You Are Going To San Francisco (Be Sure To Wear Some Flowers In Your Hair). Mi ha fatto i complimenti e gli auguri per il Love Bus. Pensa che bello sarebbe portarlo a San Francisco…”.
Già, non è mai troppo tardi per andare a San Francisco (con o senza un fiore nei capelli).