Aldous Huxley l’ha definita “la città più romantica del mondo”, Charles Baudelaire vi ha scoperto “un mondo addormentato in una calda luce”, mentre Charles Dickens ne ha cantato “gli irreali laghi di canne e giunchi”.
La cosa più stupefacente è che Mantova ha saputo, nel tempo, mantenere intatto il suo fascino poetico capace di stregare intellettuali e artisti in oltre 4mila anni di storia. E che oggi tutti possiamo, per così dire, toccare con mano, meglio se durante i giorni dell’annuale Mantova Musica Festival, manifestazione voluta dal senatore Nando Dalla Chiesa e da un manipolo di coraggiosi che nell’inverno del 2004 ha deciso di creare un’alternativa al “sanremismo” imperante.
Anch’io, per dirla alla Jimi Hendrix, ho voluto provare la mia Mantova Experience, dal 23 al 27 maggio, vivendo (ve lo garantisco) un’avventura bellissima e gratificante; non solo per la straordinaria estetica dei luoghi che hanno accolto il festival, per la varietà e la qualità dei 70 concerti e incontri o per la disponibilità degli organizzatori e dei 200 artisti presenti. Il clima, lo spirito, l’atmosfera del MMF sono stati davvero entusiasmanti, facendo rivivere quelli dei grandi festival inglesi e americani che, da sempre, sono il sogno di noi appassionati. “Mi fa piacere che tu lo abbia notato”, mi dice Ricky Gianco, uno dei primi a sostenere l’iniziativa nel 2004 e oggi presidente della commissione selezionatrice nonché (insieme a Velia Mantegazza, Vittorio Cosma e Antonio Occhiato) membro della direzione artistica del festival. “C’è ancora da fare ma credo che, per la prima volta, siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissi tre anni fa. Il Mantova noi lo volevamo così: una manifestazione in grado di unire artisti e pubblico, capace di offrire uno spazio qualificato alle nuove proposte, di valorizzare i progetti artistici più validi e interessanti, dando così finalmente modo di coniugare musica e cultura”.
“Italia Italie” è stato il tema dell’edizione 2006 perché, come ha detto Dalla Chiesa, “riassume l’intento di valorizzare l’esperienza musicale come luogo delle identità differenti nello spazio e nel tempo, ma anche come patrimonio comune del Paese”.
Proprio come il più celebrato Festival di Letteratura, il Mantova Musica Festival ha movimentato la città con una fantastica girandola di eventi (documentati da LifeGate Radio, presente come media partner) a partire dalla serie Arte dell’incontro, in Piazza delle Erbe, che ha proposto, ad esempio, una fenomenale jam session tra Mauro Pagani e il prodigioso violoncellista/compositore Giovanni Sollima rivelatasi (a mio giudizio) l’autentica rivelazione artistica della manifestazione. L’energia rock di Hyde Park (coinvolgente lo show di Giuliano Palma), la suggestione della Classica contemporanea alla Rotonda di San Lorenzo (magica la performance di Vincenzo Zitello con le sue arpe celtiche), gli appuntamenti con la Nuova canzone d’autore in Piazzetta Alberti (ottimo Ivan Segreto) e la sempre interessante rassegna jazz curata da Gaetano Liguori sono state piccole chicche per palati raffinati. Particolarmente sfiziosi i talk show Una vita in musica condotti da Enzo Gentile al Teatro Bibiena, uno dei gioielli cittadini, luogo che, pensate, ha ospitato un concerto di Mozart il 16 gennaio 1770: al microfono di Gentile si sono confessati Davide Van De Sfroos, Giovanni Allevi, Franz Di Cioccio, Gianna Nannini, Alberto Camerini e Claudio Rocchi.
Mantova, sin dalla prima edizione, ha nella rassegna degli Artisti emergenti il cuore della manifestazione. “Oltre ai vincitori (Teka-P – miglior progetto, Alessandro Grazian – miglior performance, Gerardo Balestrieri – miglior testo, Kosovni Odpaki – miglior canzone)” ha commentato Ricky Gianco “mi sono piaciuti la verve di Alice Pelle, cantautrice romana brava e originale, la filosofia dei Presi per Caso, la proposta curiosa degli Amore, il blues d’autore di Stefano Tessadri, la canzone raffinata di Marco Fabi”.
Tutto si è svolto sul palco principale di Piazza Sordello che è stato il palcoscenico della serata d’apertura, “un bellissimo tributo alla musica e all’arte di Umberto Bindi” dice sempre Gianco “di cui vado molto orgoglioso. Con me, hanno partecipato Franco Battiato, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Antonella Ruggiero, Carlo Fava, Maria Pierantoni Giua, Renato Sellani, Cristiana Polegri, Morgan e Giorgio Calabrese. Abbiamo consegnato la prima targa Bindi a Franco Piersanti. Complimenti anche all’Orchestra Verdi di Milano, diretta dal giovane Marco Biscarini, che ha saputo dare freschezza e dinamismo al tutto. Mi piacerebbe che il festival” conclude Ricky “diventasse un’occasione per vivere musica in libertà, in un contesto culturale, artistico e ambientale unico dove trascorrere – perché no? – un weekend bello e rilassante”.
Appuntamento a tutti per il maggio 2007, dal 23 al 27.
Non prendete impegni.