07/05/2014

The War On Drugs in Italia

La band di Adam Granduciel sarà nella nostra Penisola per due date a luglio
Adam Granduciel, fondatore dei The War On Drugs, ha da poco pubblicato, per Secretly Canadian, il terzo disco della band.
 
Dopo il successo di Slave Ambient del 2011 che lo ha portato in giro per i rock club di Europa e States, Granduciel ha registrato, in una dozzina di studi in giro per gli Stati Uniti, Lost in the Dream uscito il 18 marzo 2014. Il disco, lanciato dal singolo Red Eyes, ha incontrato subito il favore della critica e del pubblico.
 

Ecco le due date italiane della band americana:

Martedì 15 Luglio 2014

Sexto ‘Nplugged Festival
Piazza Castello, 4 – 33079 Sesto al Reghena PN
Biglietto: 15 euro + prevendita
prevendite attive su www.vivaticket.it da Mercoledì 30 Aprile ore 10.00
 
 
Mercoledì 16 Luglio 2014
Ex Convento dell’Annunziata – Baia del Silenzio
Via Portobello,14 – 16039 Sestri Levante, GE
Biglietto: 20 euro + prevendita
Prevendite attive su www.ticketone.it da Mercoledì 30 Aprile, ore 10.00
 

Trasferitosi a Philadelphia Adam Granduciel incontra Kurt Vile con il quale inizia a scrivere pezzi e ad esibirsi dal vivo. The War on Drugs si formano ufficialmente nel marzo 2008 con la pubblicazione dell’EP Barrel of Batteries, a cui, in giugno, segue l’album di debutto, Wagonwheel Blues.

Nell’agosto 2011 viene pubblicato il secondo album in studio, Slave Ambient e a marzo ecco il loro ultimo lavoro, Lost in the Dream.
Dopo il successo di Slave Ambient, Granduciel si è trasformato in un ramingo della musica, pagando tributo a centinaia di locali, grandi e piccoli, dove il suo suono e le sue idee, progressivamente, si mettevano a fuoco. E per la prima volta dall’esordio Granduciel ha sentito l’esigenza diretta di lavorare con qualcuno per costruire la sua idea di rock.

Il risultato è un pellegrinaggio che ha toccato una dozzina di studi di registrazione, in cui Granduciel ha elaborato materiale lavorando con il suo ingegnere del suono Jeff Zeigler. Ne è venuto fuori un disco più pulito e cesellato rispetto al precedente, un disco dove si sente che sudare assieme su un palco serve a rendere uniti, a dare profondità alle proprie visioni.

Red Eyes descrive alla perfezione l’album da cui è tratto: una sezione ritmica incisiva, la convinzione nella voce di Granduciel, e synth spaziali. Tutte le aspettative che Red Eyes ha saputo creare con la sua uscita sono state pienamente realizzate, senza sbavature, lungo tutto il corso di “Lost In The Dream”. La prima cosa che colpisce è la purezza del suono: ampio, liquido, colmo di echi e effetti space decisamente inusuali per un lavoro di matrice roots-rock.

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