Certo provincialismo imperante a casa nostra ha sempre fatto snobbare Tom Petty e i suoi Heartbreakers. Il fatto che in Italia ci siano venuti una volta sola, esattamente vent’anni fa e come gruppo accompagnatore di Bob Dylan, è un sintomo di questa incapacità di apprezzare certe proposte musicali che esulino dal divismo e dal facile appeal. Si legge sempre che la E Street Band sarebbe la più grande rock’n’roll band del mondo, ma basta approfondire un po’ le (scarse) conoscenze di storia del rock di tanti tra fan e critici, per vedere un po’ cosa hanno fatto gli uni e gli altri nel corso della loro carriera. Basterebbe ricordarsi che gli Heartbreakers sono stati in studio e sul palco con personaggi del calibro di Johnny Cash e Bob Dylan. Ci vogliono due palle così per essere in grado di farlo: lo scomparso Howie Epstein ha firmato produzioni eccellenti, il pianista e tastierista Benmont Tench compare in decine di dischi di tutti i tipi e così Mike Campbell. Stan Lynch idem, produzioni e collaborazioni su vasta scala. E poi c’è il songwriter del gruppo, Tom Petty da Gainesville, Florida, autore di composizioni capaci di spaziare dalla psichedelia Sixties al rock’n’roll di Chuck Berry fino al folk della Carter Family.
Insomma, Tom Petty e gli Heartbreakers sono un viaggio completo e soddisfacente nella musica americana popolare degli ultimi 50 anni. Come disse una volta Bob Dylan “sono l’ultima grande rock band americana”. O come dice Dave Grohl in questo stesso filmato, “non riesco a pensare ad alcuna band come la loro… Una sera sono i Beatles, la sera dopo Johnny Rotten e i Sex Pistols… Tom Petty è un autentico bad ass!”. La lista dei personaggi intervistati la dice lunga dell’apprezzamento conquistato: George Harrison, Eddie Vedder, Stevie Nicks, Dave Grohl, Jeff Lynne, Rick Rubin, Johnny Depp, Jackson Browne fra gli altri. Che infine si sia scomodato un nome eccellente di Hollywood come Peter Bogdanovich per raccontarne la storia suggerisce che il paragone tra quanto fatto recentemente da Martin Scorsese con Bob Dylan sia alquanto azzeccato.
In due dvd scorre allora questa storia avvincente, dai giorni antichi quando Tom Petty muove i primi passi nella natia Gainesville, Florida, con i Mudcrutch (incredibilmente il gruppo – che ai tempi aveva un batterista e un chitarrista che poi lasceranno prima degli esordi come Heartbreakers – filmò parecchi momenti chiave della loro avventura: il viaggio in macchina da Gainesville a Los Angeles alla ricerca di un contratto discografico; i primi show, ecc.) agli esordi discografici, quando in piena esplosione punk anche gli Heartbreakers vengono infilati in quel calderone. Non erano punk, ma condividevano la stessa idea di riportare la musica rock alla sua esigenza primaria di selvaggio divertimento e recupero delle radici.
Vengono raccontati i duri scontri di Petty con il mondo della discografia quando, già nel 1981, combatteva contro l’aumento del prezzo dei dischi (profeticamente denunciando: “Fra qualche anno li venderanno a 20 dollari”, che è esattamente quello che è successo), cosa che ne ha fatto fino a tempi recenti – vedi la coraggiosa denuncia contenuta nel disco The Last Dj – un outsider e un ribelle scomodo. Diviso in vari capitoli, il film presenta anche rarissime performance televisive d’epoca, ad esempio quelle filmate a Top Of The Pops durante il primo viaggio in Inghilterra nel 1976. Curiosamente, ignorati a casa loro, esplosero inizialmente con successo in mezza Europa, dal Regno Unito alla Germania.
Si dà ampio spazio alla collaborazione con Bob Dylan nel biennio 1986/87, giudicata da tutti i componenti della band come il momento chiave di una svolta in termini di maturità artistica e capacità compositive, e ci si sofferma con tristezza sulla morte per overdose di Howie Epstein, bassista nel periodo 1982-2002.
Il terzo dvd contiene il concerto tenuto l’anno scorso, in occasione dei trent’anni dal primo disco, nella natia Gainesville: come ogni proposta live del biondo rocker, è una testimonianza esaltante che deborda in eccitanti esecuzioni, ad esempio la ripresa di I’m A Man (Bo Diddley) che diventa un voodoo blues di taglio psichedelico, e ancor più quella di Oh Well, Fleetwood Mac periodo Peter Green. Con la presenza di Stevie Nicks in tre brani (Stop Draggin’ My Heart Around, I Need To Know e Insider) si celebra un tributo a un’epoca storica che semplicemente non esiste più. Poco importa che, fisicamente, Petty sia invecchiato in modo quasi scioccante: sono ancora la più tosta rock’n’roll band che c’è in giro.
Non aggiunge nulla, ma si fa apprezzare il cd audio, una decina di tracce live rare dagli esordi a oggi, tra cui spicca una vigorosa Honey Bee con Dave Grohl alla batteria; spiace che il dvd venga pubblicato in Italia senza sottotitoli nella nostra lingua, un handicap non da poco.