07/02/2014

Warpaint

Tra rimandi dream pop e post-punk, il sound sempre più avvolgente e sensuale della band di Los Angeles
Amanti delle atmosfere cupe e ombrose, le Warpaint si formano nel 2004 a Los Angeles. Il nucleo originario è composto da Jenny Lee Lindberg (basso), Shannyn Sossamon (batteria), Emily Kokal (voce) e Theresa Wayman (chitarra). Presto però Sossamon lascia e al suo posto subentra l’attuale batterista Stella Mozgawa. Dopo una gavetta nei locali losangelini, la band si fa notare dall’ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers John Frusciante, il quale mixa l’EP di debutto Exquisite Corpse. Dopo la partecipazione all’importante festival newyorkese CMJ Music Marathon, le Warpaint convincono anche l’etichetta londinese Rough Trade – la stessa di Arcade Fire e Belle and Sebastian – che le mette sotto contratto.  

Nell’ottobre 2010 si arriva così al primo album The Fool, acclamato da tutta la stampa del settore. Nonostante i chiari rimandi alla new wave e al post-punk di Siouxsie And The Banshees così come al dream pop dei Cocteau Twins, le Warpaint brillano per carisma e idee in un mare di semplici imitatori; lo dimostra il singolo Undertow, dichiarato omaggio a Polly dei Nirvana
Nel 2011 la band è in giro per il mondo per promuovere The Fool, suonando in tutti i festival più importanti: da Glastonbury al Coachella fino all’Electric Picnic irlandese. Ed è grazie a questa solida esperienza live che nasce questo nuovo secondo album, Warpaint. In un’intervista all’NME del settembre 2011, la bassista Jenny Lee Lindberg aveva dichiarato che “il nuovo materiale è nato da una jam session sul palco” mentre la chitarrista There Wayman affermava invece che “il nuovo suono delle Wairpaint sarà minimalista”.  

E’ proprio questo l’approccio stilistico di Warpaint: un minimalismo raffinato, vicino al post-punk (Disco//Very) quanto al trip hop (Hi e Biggy) e ai giri ipnotici dei newyorkesi Blonde Redhead (Keep It Healthy). Rispetto all’album di esordio, laddove le pregevoli intuizioni erano soltanto abbozzate, ora il loro dream pop etereo è sinonimo di un sound brillante ed equilibrato, avvolgente e sensuale, come nel primo singolo estratto Love Is To Die, impiegato anche da Calvin Klein per uno spot pubblicitario. L’inconfondibile produzione è affidata a Mark Ellis (aka Flood), già con Depeche Mode e U2 (contribuisce anche Nigel Godrich mixando due brani).

Nell’ascolto, le 12 tracce di Warpaint appaiono coese e brillantemente amalgamate fra loro, e il risultato è un album compatto e brillante. Teese, che strizza l’occhio ai londinesi XX, potrebbe essere un papabile singolo, per la sua evidente semplicità armonica; la filosofia alla base del loro minimalismo è quella di “togliere” piuttosto che appesantire troppo il suono. L’effetto finale è sicuramente pieno di fascino. La conturbante quiete meditativa apre spesso le porte al cullare della voce malinconica e seducente di Emily Kokal, perennemente immersa nelle acque di riverberi celesti ed eterei, sintetizzatori e drum machine.

Si alternano poi momenti ambient (Go In, Drive, la finale Son) e altri scanditi da una sezione ritmica sostenuta (Feeling Right), in un equilibrio di dinamiche mai eccessivamente tediose. Il battito ipnotico di CC riporta alle sonorità dei Massive Attack di Mezzanine, il che rende il pezzo uno degli episodi migliori del disco.
Le Warpaint affrontano la loro seconda prova con ispirazione e convinzione, e c’è da scommettere che il loro percorso riserverà ancora piccoli gioielli come questo. Un’ultima curiosità: la copertina è stata realizzata dal noto fotografo e videomaker Chris Cunningham, che qualcuno ricorderà per aver diretto il videoclip di Frozen, successo internazionale di Madonna.

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