C’era una volta uno stravagante quartetto, formato da due sardi e due toscani, che aveva dato vita a una miscela musicale curiosa, originale, decisamente interessante.
Si era agli inizi degli anni 80 quando, prima ancora che Fabrizio De André iniziasse a pensare al progetto Creuza De Mä o che la parola world music entrasse nel lessico degli appassionati, questi quattro musicisti provavano a fondere radici etniche diverse, generi musicali (folk e jazz) distanti anni luce tra loro nonché suoni e ritmi di strumenti musicali (vibrafono, sax, organetto e chitarre acustiche) timbricamente contrastanti e niente affatto semplici da amalgamare.
Lo sbalorditivo quartetto si faceva chiamare Ritmia e, già allora, veniva considerato come una sorta di avanguardia di quel movimento di folk revival italo-mediterraneo, da molti colpevolmente dimenticato, che stava producendo band e artisti che si sarebbero affermati anche a livello internazionale. Il loro unico album del 1986 (Forse il mare, bellissimo.) è oggi un oggetto di culto, praticamente introvabile. Molto rintracciabile è invece il cuore artistico e strumentale di quel gruppo, il bravissimo Riccardo Tesi, organettista di fama mondiale ma anche musicista e compositore creativo e versatile.
“L’avventura con Ritmia è stata illuminante”, racconta Tesi, “e non solo per il lato sperimentale della vicenda. Mi ha dato fiducia e creato i presupposti di quella consapevolezza artistica che mi ha permesso, in seguito, di elaborare nuovi progetti musicali.”
Il primo e più importante dei quali è Banditaliana, un altro quartetto che Tesi ha contribuito a far nascere nei primi anni 90 e che vanta già tre dischi all’attivo; l’ultimo, l’affascinante Lune, è uscito proprio in questi giorni per Il Manifesto.
“Banditaliana”, conferma Riccardo, “è la logica evoluzione di Ritmia. Certamente, ci sono parecchie differenze stilistiche e concettuali; ma anche la medesima voglia di creare qualcosa di nuovo e la stessa energia artistica.”
Non solo.
Banditaliana è una realtà in continua crescita.
“Ormai siamo insieme da dodici anni”, ci tiene a sottolineare Tesi, “possiamo considerarci un vero e proprio gruppo di lavoro dove tutti sono in sintonia e interagiscono per lo sviluppo di un progetto artistico comune.”
Un progetto che, come e più di Ritmia, ha dimostrato di essere non soltanto uno straordinario melange di strumenti, generi, ispirazioni, atmosfere. Ma che soprattutto è diventato (come nel caso dei più affermati stilisti di moda) un marchio originale, una griffe prestigiosa in grado di valorizzare il made in Italy sui più ambiti palchi internazionali.
“Abbiamo suonato ovunque”, conferma Riccardo, “in Europa o in America, sempre con risultati gratificanti. A volte, noi stessi siamo stati i primi a rimanere stupiti dalle reazioni entusiastiche del pubblico.”
Ascoltando il nuovo cd Lune si può facilmente intuire l’entusiasmo dei fan di Tesi & soci. Le prime tracce del disco, addirittura, suonano come efficacissimo biglietto da visita della formula Banditaliana. A partire da Assedio, ballad coinvolgente cantata con maestria da Maurizio Geri, spettacolare chitarrista e sempre più convincente voce solista. In questo brano convivono tutte le anime e le diverse peculiarità artistiche della band: melodia e testi da canzone d’autore, spirito rock, tecnica e imprevedibilità jazz, sonorità e ritmiche etno si mescolano in modo originalissimo e magistrale. Idem dicasi per il sincopatissimo strumentale Brughiere con doppie percussioni (tabla più ammenicoli vari suonati dai prodigiosi Ettore Bonafé e Marco Fadda) o per la suadente title-track (firmata da Tesi a quattro mani con Carlo Muratori) nella quale si mettono in luce i pregiati sassofoni di Claudio Carboni.
“Banditaliana è il mio progetto più importante”, ci tiene a puntualizzare Tesi, “ed è pure stato una mia personalissima prova del nove: ha permesso, infatti, di verificare che le mie idee musicali potevano funzionare veramente.”
A colpire sono anche gli arrangiamenti: curatissimi e articolati, riescono a valorizzare lo spirito dei brani. E permettono una fruizione semplice e diretta di momenti di autentico virtuosismo strumentale. Come l’eccellente Macedonia, dagli irresistibili profumi balcanici (il titolo non è casuale) o l’altrettanto trascinante Trioolé in cui, nuovamente, le percussioni giocano un ruolo fondamentale (“Negli ultimi tempi ho speso più tempo nella ricerca di pattern ritmici”, confessa Riccardo, “che non nello studio dell’organetto”).
Al tempo stesso, gli arrangiamenti esaltano le qualità melodiche o le suggestive atmosfere di canzoni come Ninna nanna (cantata benissimo da Ginevra Di Marco) o de Il valzer della povera gente, omaggio del gruppo a un leggendario cantautore ante litteram: il fiorentino Odoardo Spadaro.
A sorpresa, il finale del cd presenta i remix (curati da Ominostanco) di due pezzi dell’album di debutto di Banditaliana: 11 maggio e Tevakh.
“Da musicista contemporaneo”, spiega Tesi, “sono interessato alle nuove tecniche di produzione della musica. E al ruolo che computer e deejay hanno nell’attuale panorama artistico. Così, quando ho conosciuto Ominostanco (che si esibiva prima di noi in concerto) ho notato in lui la giusta sensibilità per lavorare sul nostro materiale. E mi ha colpito la sua abilità di ‘ricomporre’ la musica.”
L’interessante esperimento è solo ulteriore dimostrazione delle potenzialità della musica di Banditaliana nonché del fenomenale tasso di sperimentazione insito nel gruppo.
Che guarda sempre avanti.
“Il mio futuro è con Banditaliana”, conclude Riccardo, “il che non significa preclusione nei confronti di altri progetti paralleli. Sto, infatti, riprendendo il mio rapporto artistico con Patrick Vaillant, musicista davvero sublime. E poi ho un piccolo sogno nel cassetto: quello di un album in cui possa presentare i fortunati incontri artistici della mia carriera, da quelli con i grandi cantautori ai maestri del jazz, dai virtuosi di organetto alle leggende della world music.”
Un consiglio: fate ascoltare i cd di Banditaliana ai vostri amici all’estero. Ritroverete, in musica, l’orgoglio di essere italiani. Parola di esterofilo.