19/06/2019

Collisioni Festival 2019 – Eddie Vedder e Glen Hansard: due amici a Barolo

Al Collisioni Festival 2019 Eddie Vedder e Glen Hansard portano in scena un altro indimenticabile atto della loro grande amicizia
L’amicizia tra Eddie Vedder e Glen Hansard risale al 2010 e si deve a circostanze tanto improbabili quanto tragiche. A quel tempo infatti il songwriter irlandese, fresco di Oscar per Falling Slowly come miglior canzone (nel film Once), si stava esibendo alla Mountain Winery Arena di Saratoga, a sud di San Francisco, con Markéta Irglová, sua partner anche nel film. Un giovane americano presente al concerto e recentemente lasciato dalla ragazza (a sua volta tra il pubblico), riuscì ad accedere al tetto di un edificio che si affacciava direttamente sul palco, col preciso e realizzato intento di lanciarvisi per togliersi spettacolarmente la vita.  E così al malcapitato Hansard toccò la non invidiabile esperienza di veder morire qualcuno, letteralmente, ai propri piedi.
 
Vedder, che un trauma analogo aveva subito 10 anni prima al Festival di Roskilde (Danimarca), quando nove ragazzi rimasero schiacciati tra la folla a causa del fango, contattò Hansard per manifestargli la propria vicinanza. Ben presto i due scoprirono altre e profonde affinità che li resero amici dapprima e compagni di avventura poi. Da allora infatti, Glen Hansard apre lo show di Vedder nei suoi solo tour, ben volentieri accettando il ruolo di comprimario per quello che ormai e legittimamente è considerato un gigante della scena rock mondiale. Ruolo che il rosso irlandese (per la verità ormai decisamente brizzolato) interpreta con leggerezza e passione, ritenendo infatti che suonare e cantare in arene ancora mezze vuote lo mantengano con i piedi per terra. “Ho iniziato come solista per strada e poi sono entrato in una band, quindi tornare a suonare da solo è la modalità più naturale per me”, afferma, “stare su un palco alle 7 del pomeriggio con la metà del pubblico fa uscire il busker in me, che può occuparsene e non preoccuparsene”.
 
Al Collisioni Festival, nell’incantevole borgo di Barolo (CN), seconda delle due date italiane del tour 2019 di Eddie Vedder, Glen ha ribadito con disarmante candore la sua esperienza, raccontando e raccontandosi. “Prima del concerto, mi piace passeggiare per la città. Così incontro un sacco di voi ragazzi, con le vostre magliette dei Pearl Jam o di Eddie. Molti mi fermano e ammiccando mi chiedono ‘com’è… com’è stare fianco a fianco con lui?’”. Ma se tanta modestia suscita rispetto e se, certo, pochi performer possono competere con il repertorio, la vocalità e la presenza scenica del frontman dei Pearl Jam, il rapporto artistico tra i due amici non è di totale e manifesta subalternità. Posto che la voce aspra di Hansard è di indubbia potenza (a volte ricorda Michael Stipe) e letteralmente scuote la piazza, la sua vena interpretativa ostenta una rara e genuina drammaticità. E i suoi ruvidi duetti con Vedder alla chitarra mandano in visibilio gli spettatori. Ecco allora che l’immancabile esecuzione di Society è uno dei momenti più intensi dei concerti, con i due che si alternano alla voce solista e alle armonie. E anche sulle note di una delle migliori canzoni di Hansard, Song of the Good Hope, la partecipazione emotiva, di artisti e pubblico, è totale. Scherzano sul palco i due amici, forse sono persino un poco ubriachi (più di una bottiglia di Barolo viene stappata e Eddie si lancia in un esilarante racconto di una enorme zanzara che svolazza a zig zag dopo avergli succhiato litri di sangue alcoolico), ma né la voce e neppure la mano che regge il plettro tremano. Alla fine del concerto, dopo un insperato bis con Rockin’ in the Free World, quando la folla lentamente defluisce da piazza Colbert, i volti delle migliaia di persone di ogni età mostrano solo sorrisi. Perché, certo, dice il vero Eddie quando esprime la propria gratitudine per quanto, ad ogni esibizione, riceve dal pubblico. Ma pecca di modestia. Perché è fuor di dubbio che il demiurgo di questa salvifica esperienza sia lui. In quanto artista e in quanto uomo. E allora, ancora una volta, ha ragione Glen quando afferma “Eddie è un’anima bellissima, davvero profonda”. Credete, non si può dire di tutti i grandi artisti.
 

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