“Vogliamo lasciare che sia il pubblico stesso a chiedersi quale sia il ruolo della tecnologia nelle nostre vite e se sia una cosa buona o cattiva“. Queste sono le parole di Matthew Bellamy, cantante dei Muse, a proposito di Muse: Drones World Tour, film-concerto che, in 90 minuti, racconta dello show della band inglese durante il tour che ha seguito l’uscita del disco Drones (Warner Bros, 2015).
Il tour ha fatto tappa anche a Milano e, proprio dal concerto nel capoluogo lombardo, assieme a quelli di Amsterdam e Berlino, sono tratti i tanti momenti di questo spettacolare evento. Il film, diretto da Tom Kirk e Jan Willem Schram, mette in risalto gli aspetti scenografici del concerto, realizzati con le più moderne tecnologie, creando un mash-up di esplosioni di luci, colori, droni che fluttuano, e ripetuti stacchi con camere sparse un po’ ovunque (anche sulla mano dello stesso Bellamy) che raccontano, al limite della perfezione, lo show di cui sono stati protagonisti i Muse. Dunque non sfugge nulla, tra le reazioni di un pubblico perfettamente integrato in questo enorme marchingegno tecnologico e l’energia sprigionata dal rock del gruppo britannico, attraverso i suoi brani più noti come, tra gli altri, Uprising, Madness o Plug In Baby, il cui sound si sposa perfettamente con lo spettacolo scenografico realizzato, e che, grazie ad un montaggio quasi al limite del frenetico, riesce a coinvolgere anche chi non ha avuto la fortuna di essere presente e quindi parte integrante in tutto questo.
Il film rappresenta un ulteriore conferma di quanto la tecnologia stia diventando un fattore imprescindibile durante i concerti, in particolare negli artisti pop-rock. Una strada già intrapresa decenni fa dai Pink Floyd, e ripresa anche dagli U2, tanto per citare nomi altisonanti, e che ha come obiettivo di dare allo spettatore la possibilità di esserne partecipe non solo accompagnando gli artisti nei refrain o nei loro brani preferiti, ma anche assumendo quasi un ruolo da comparsa in uno show a 360°. Muse: Drone World Tour ne è la conferma.
La pellicola, distribuita da Nexo Digital, sarà in programma nei cinema italiani i prossimi 12 e 13 luglio; qui è possibile consultare l’elenco delle sale.
Il tour ha fatto tappa anche a Milano e, proprio dal concerto nel capoluogo lombardo, assieme a quelli di Amsterdam e Berlino, sono tratti i tanti momenti di questo spettacolare evento. Il film, diretto da Tom Kirk e Jan Willem Schram, mette in risalto gli aspetti scenografici del concerto, realizzati con le più moderne tecnologie, creando un mash-up di esplosioni di luci, colori, droni che fluttuano, e ripetuti stacchi con camere sparse un po’ ovunque (anche sulla mano dello stesso Bellamy) che raccontano, al limite della perfezione, lo show di cui sono stati protagonisti i Muse. Dunque non sfugge nulla, tra le reazioni di un pubblico perfettamente integrato in questo enorme marchingegno tecnologico e l’energia sprigionata dal rock del gruppo britannico, attraverso i suoi brani più noti come, tra gli altri, Uprising, Madness o Plug In Baby, il cui sound si sposa perfettamente con lo spettacolo scenografico realizzato, e che, grazie ad un montaggio quasi al limite del frenetico, riesce a coinvolgere anche chi non ha avuto la fortuna di essere presente e quindi parte integrante in tutto questo.
Il film rappresenta un ulteriore conferma di quanto la tecnologia stia diventando un fattore imprescindibile durante i concerti, in particolare negli artisti pop-rock. Una strada già intrapresa decenni fa dai Pink Floyd, e ripresa anche dagli U2, tanto per citare nomi altisonanti, e che ha come obiettivo di dare allo spettatore la possibilità di esserne partecipe non solo accompagnando gli artisti nei refrain o nei loro brani preferiti, ma anche assumendo quasi un ruolo da comparsa in uno show a 360°. Muse: Drone World Tour ne è la conferma.
La pellicola, distribuita da Nexo Digital, sarà in programma nei cinema italiani i prossimi 12 e 13 luglio; qui è possibile consultare l’elenco delle sale.