23/04/2013

Dio è morto? Forse, ma i Sabbath stanno benissimo

Il singolo del ritorno di Ozzy & Co. mostra una band in salute. A dispetto degli acciacchi

Uno reduce da una chemioterapia per un linfoma, l’altro da anni di reality show dove ha fatto di tutto per picconare l’immagine di rocker satanico duramente costruita. Quando Tony Iommi e Ozzy Osbourne si sono rimessi insieme per ridare vita alla formazione storica dei Black Sabbath i segnali non erano certo dei migliori, tanto più che poco tempo dopo Bill Ward è sceso dal treno in corsa sdegnato dal ruolo di comprimario che gli veniva offerto. E poi la lunga gestazione, e poi le tante voci che si rincorrevano. Insomma, c’era poco da essere ottimisti di fronte a quella che, se non naufragata, poteva finire come una scialba reunion di un gruppo di (quasi) pensionati in cerca di resuscitare fasti ormai andati.
E invece. E’ bastato il primo singolo estratto dall’album “13” a far ritrovare il sorriso, anche se visti temi e atmosfere c’è poco da ridere. Le nuove leve dell’heavy più plumbeo e del goth dovrebbe ascoltarsi “God Is Dead?” fino alla noia, quasi nove minuti di Bignami con il meglio del genere. E i Sabbath a quelle leve sembrano guardare, pur senza senza scordare il loro pubblico, nel momento in cui gli evidenti richiami al passato sono filtrati attraverso suoni moderni (merito della produzione di Rick Rubin). Le evidenti assonanze con Black Sabbath, il pezzo eponimo che diede origine a tutto nel 1970, sanno più di citazionismo e di orgoglio della propria storia e proprio ruolo che non stanco espediente per andare sul sicuro. E il pezzo funziona: non può esserci l’effetto dirompente di allora, anche perché ciò che quarant’anni fa era rivoluzionario oggi è restaurazione o tutt’al più tendente al classicismo, ma sono medesimi la struttura e l’atmosfera. Tre quarti di lenta e cadenzata litania dall’aria malevola esplodono in un finale in crescendo, e i riff di Iommi e la voce di Ozzy, oggi come allora, sono il perfetto complemento l’uno all’altro. E se Iommi aveva dimostrato di avere ancora cartucce da sparare nella ripresa dei Sabbath versione primi anni 80 (gli Heaven & Hell), progetto purtroppo chiuso con la morte di Ronnie James Dio, l’ulteriore sorpresa piacevole è la buona forma di Ozzy. Tra l’altro il pezzo, il cui testo è stato scritto da Geezer Butler ed è incentrato su terrorismo, fanatismo religioso e 11 settembre, è uscito a ridosso delle bombe di Boston con uno straordinario tempismo. Diavolo di un Ozzy, e noi che ti avevamo già dato pronto per il carrello dei bolliti…

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