Noel Gallagher’s High Flying Birds, “Council Skies”
(Noel Gallagher © Matt Crockett)
Nuovo album in studio in cui Noel Gallagher con i suoi High Flying Birds rivendica il suo passato e rende omaggio alla sua Manchester
Il periodo passato in lockdown per la pandemia da Covid-19 è stato indubbiamente una molla creativa importante per molti artisti e ne è la riprova il fatto che ancora oggi, a distanza di mesi, ascoltiamo dischi e canzoni partoriti da quell’universo emotivo. Ne è un prezioso esempio Council Skies, nuovo lavoro in studio di Noel Gallagher e i suoi High Flying Birds, uscito oggi, venerdì 2 giugno, e messo assieme proprio durante i lunghi giorni d’isolamento. Non è un caso quindi che le atmosfere delle undici tracce siano perlopiù malinconiche, sospese tra un agrodolce senso di rewind e un sospiro tra un pensiero e l’altro, mentre si guarda un cielo nuvoloso di un pomeriggio di fine maggio. Se poi ci si aggiunge il fatto che nel disco sia inevitabilmente confluito tutto il bagaglio emotivo di Noel Gallagher dovuto alla separazione dalla seconda moglie Sarah MacDonald ecco che il quadro si fa nitido. “Sto tornando alle mie origini” – ha detto lo stesso Noel parlando del disco. – “Sognare ad occhi aperti, alzare gli occhi al cielo e chiedermi cosa potrebbe essere la vita… questo vale per me oggi come nei primi anni ’90. Quando stavo crescendo in condizioni di povertà e disoccupazione, la musica mi ha salvato… un po’ come ‘Top of the Pops’ in TV ha svoltato il giovedì sera, ti immergevi in un mondo fantastico. È quello che penso dovrebbe fare la musica. Voglio che la mia musica elevi ed aiuti in qualche modo”.
Il risultato finale è un album riflessivo, perlopiù sospeso, persino nelle tracce più movimentate che si differenziano dalla sua cifra stilistica portante, per sound e tiro.
Un album che, da Dead to the world alla titile track Council Skies fino a Easy Now, dà vita a quello che, forse, è il miglior racconto fatto da tempo dal più grande dei fratelli Gallagher.