23/03/2025

“We all love Ennio Morricone” a Milano – Intervista a Luigi Caiola

Uno spettacolo il 24 e il 25 marzo al Teatro Lirico Gaber di Milano con alcuni musicisti che per anni hanno suonato col Maestro, ma anche un libro, un CD tributo… e presto un documentario

 

We all love Ennio Morricone. Storia di un disco, un Oscar e diciotto anni di concerti con il maestro è il libro scritto da Luigi Caiola, insieme a Federico Vergari, per raccontare la sua esperienza di lavoro come produttore di alcuni CD e dell’avventura live dell’indimenticato Ennio Morricone. – “L’ho scritto più per leggerlo che per scriverlo” racconta Caiola, a proposito del volume uscito per DFG Lab nel 2023 e aggiunge: “Ad un certo punto metti una distanza tra te e quegli eventi: quando ci sei dentro forse non capisci neanche cosa ti succede intorno; col tempo, con la distanza e forse proprio con un libro puoi rileggere letteralmente e scoprire il senso di quella vicenda che per me è stata così importante, decisiva, unica e irripetibile per me, ma anche per tutti gli altri nostri compagni di viaggio”.

Il titolo del libro fa riferimento anche a un CD tributo del 2007, We all love Ennio Morricone appunto, in cui Quincy Jones, Herbie Hancock, Bruce Springsteen, Roger Waters, Metallica e tanti altri artisti rendono omaggio a Morricone. Il lavoro verrà inoltre eseguito dal vivo il 24 e il 25 marzo al Teatro Lirico Gaber di Milano da 80 orchestrali, compresi 10 musicisti veterani, che per 20-30 anni hanno suonato con il Maestro.

Luigi Caiola ci racconta del suo rapporto di lavoro con Ennio Morricone, un’avventura lunga 18 anni, durante la quale il Maestro ha ottenuto l’Oscar alla carriera, grazie anche a una sua petizione, un motivo d’orgoglio, perché, come dice lui stesso quasi in conclusione: “Quella di Ennio è musica assoluta”.

 

Iniziamo dal tuo primo incontro di persona con il Maestro Ennio Morricone. Da quello che si legge nel libro, è avvenuto nel 1997, vero?

Sì, nel ’97, perché io avevo da poco costituito una piccola etichetta discografica a Giffoni Valle Piana, la città del Festival del cinema per ragazzi, e quindi dovevo iniziare a mettere su il catalogo e mi fu suggerito per questo incarico, Lilli Greco, che non è più tra noi, ma che è stato un grandissimo della storia della canzone della musica leggera italiana: lui era stato per tanti anni produttore artistico della mitica RCA degli anni ’60 e ’70, aveva contribuito a creare il fenomeno dei cantautori, aveva contribuito alla scoperta e al lancio di Paolo Conte, poi più tardi anche degli Avion Travel, insomma era un personaggio davvero mitico. Parlando con lui del nostro catalogo ancora tutto da costruire, ad un certo punto mi chiese: “Da dove ti piacerebbe cominciare? Con chi ti piacerebbe iniziare?”. Io ero già un fan appassionato di Ennio Morricone e, immaginando di dire una fesseria, sparai questo nome. In realtà non sapevo che Lilly ed Ennio erano amici e anzi collaboravano tra loro, perché anni addietro Ennio aveva lavorato come arrangiatore nella RCA, così come Luis Bacalov. Che tempi! La RCA all’epoca aveva degli arrangiatori del calibro di Luis Bacalov ed Ennio Morricone. Perciò, in forza di questa amicizia di lunga data, io mi ritrovai nel salotto di di via d’Aracoeli, la casa dove allora abitava Ennio, vicino all’Altare della Patria a Roma, e, con un imbarazzo totale, farfugliando qualcosa, cercai di mettere in fila due o tre parole per fare questa richiesta impossibile: volevo che registrasse un CD con me che non ero e che ancora adesso non sono nessuno (ride, ndr), figurati allora che ero ancora più giovane con un’etichetta assolutamente inesistente e appena creata. Ma come potevo pensare che mi dicesse sì? E invece mi disse “Sì” e qundi partì questa che diventò poi una collaborazione lunga 18 anni.

 

A proposito della vostra collaborazione, è stato difficile convincerlo a dirigere l’orchestra per i 250 concerti che avrebbe tenuto in tutto il mondo?

Quella parte fu una conseguenza del nostro primo incontro, perché io, ripeto, mi presentai da lui per un progetto discografico: io avevo in mente di registrare un CD con lui, ma neanche, perché pensavo di tornarmene a casa con un nulla di fatto e invece lui disse “Sì” per questo che poi diventò un cofanetto di quattro CD, un cofanetto che fu veramente molto impegnativo anche dal punto di vista economico, tant’è che ci mettemmo un paio d’anni per registrarlo.

 

morricone e caiola 2

 

Oggi penso che all’epoca Ennio fosse davvero in un punto cruciale della sua vita. Lui aveva già praticamente 70 anni quando ho bussato alla sua porta e aveva già scritto tutta la musica che conosciamo o insomma tutti i temi molto amati in tutto il mondo. Ennio soffriva molto del fatto che una quota importante, sia numerica ma anche dal punto di vista proprio del peso artistico della sua composizione, fosse totalmente ignorata, quella musica cioè che lui scriveva per essere destinata al puro ascolto musicale, non per essere cioè applicata al film o ad altro, ma proprio per essere suonata in sala da concerto. E allora in quel momento io penso che sentì il bisogno di fissare in questa registrazione un estratto significativo di tutte le sue anime di compositore, di tutte le sue espressioni creative.

E quindi facemmo questo cofanetto, dicevo, che comprendeva quattro CD, di cui poi in fondo uno solo era dedicato alla musica per il cinema, peraltro da lui stesso riscritta, perché i temi più noti delle sue musiche per il cinema furono ripensate per piccole formazioni, duo-trio-quartetto, quasi a volerle smarcare dal film e renderle dei piccoli gioiellini di musica assoluta anche quelli. Gli altri tre invece erano dedicati uno al pianoforte solo, uno alla musica da camera e uno alla musica sinfonica per grande orchestra e furono quasi totalmente dedicati all’altra sua composizione, quella non per il cinema. E fu proprio questo che mi impegnò moltissimo anche dal punto di vista economico.

Ennio capì che mi ero impegnato veramente a fondo e l’avevo seguito, perciò, quando gli chiesi di promuovere il lancio di questo cofanetto con un concerto, che poi diventarono due, lui quasi suo malgrado si sentì in qualche maniera obbligato ad accettare la mia richiesta, perché premiava in qualche maniera il mio sforzo, però mi precisò la sera dopo il primo concerto al Barbican a Londra: “Facciamo questi e non ne facciamo più, perché io sono un compositore e non posso perdere tempo ad andare in giro a dirigere i concerti” e, come hai detto tu, da lì ne facemmo poi 250, letteralmente ovunque nel mondo.

 

Tra questi 250 concerti quale ricordi con più soddisfazione e orgoglio?

Devo dire la verità: per tante ragioni ne ricordo più di qualcuno. Certamente ricordo il concerto a Piazza San Marco a Venezia… spettacolare, “splendidissimo” se esiste il superlativo di splendido (ride, ndr), perché, oltre alla grande musica di Ennio, lì c’era anche la grande bellezza di Piazza San Marco. Ricordo poi il primo concerto all’Arena di Verona, dove registrammo anche il nostro primo DVD con il visionario Luciano Linzi (ora direttore artistico di JazzMi, ndr), all’epoca alla Warner: anche lui, quasi come me, si buttò in questa avventura, perché Ennio non aveva mai fatto concerti, non aveva neanche mai registrato in fondo dei dischi per un committente discografico, nel senso che ovviamente è stato in studio per registrare le colonne sonore e da quelle poi si ricavavano dei dischi, ma appunto entrava lì per un editore musicale, per chi lavorava per un film. Invece stavolta lavorava con un discografico, che non solo si lancia in un CD, che poi pure facemmo di quel concerto, ma anche in un DVD, che lo stesso Ennio non voleva fare all’inizio perché non ne aveva mai fatti.

 

Sempre riguardo ai live, questa attività oggi prosegue, ovviamente senza il compianto Maestro scomparso il 6 luglio del 2020, con We all love Ennio Morricone, il nome di uno spettacolo che il 24 e il 25 marzo andrà in scena anche al Teatro Lirico Gaber di Milano, ma non solo.

Sì, noi siamo arrivati veramente per ultimi tra quelli che hanno sentito il bisogno di rendere omaggio alla musica di Ennio, perché da quando ci ha lasciato, come sappiamo, ogni giorno c’è qualcuno che in maniera egregia in molti casi, meno in qualche altro, fa il suo tributo alla sua musica. Dico noi perché insieme a me ci sono dieci musicisti veterani, musicisti storici di Ennio: la prima è Susanna Rigacci, soprano di Morricone in tutti i suoi concerti, ma anche altri musicisti che hanno registrato con lui in studio ancor prima che io iniziassi a lavorare con lui e quindi parliamo di artisti che hanno lavorato con lui per 20-3o anni. Per lungo tempo siamo stati un po’ fuori da tutto questo, ma penso che si debba al fatto che poi ognuno di noi abbia la sua storia e la propria intima storia con Ennio insomma, e c’è voluto un po’, prima che smaltissimo il dispiacere per la sua dipartita, ma poi dessimo anche un senso a questa avventura, questa incredibile collaborazione con questo artista gigante. Però ad un certo punto ci siamo sentiti in diritto-dovere di raccogliere questa nostra memoria e restituirla al pubblico nella maniera più autentica possibile per come l’abbiamo vista e vissuta.

 

We all love Ennio Morricone - Spettacolo a Milano il 24 e 25 marzo 2025

 

E quindi ci siamo decisi a mettere in scena un lavoro discografico particolare, che ha proprio come titolo We all love Ennio Morricone, CD con tanti artisti così diversi tra loro e anche così importanti che cantano, suonano, eseguono, interpretano le musiche di un solo compositore altrettanto importante e non per duettare con lui. Ovviamente i brani e gli artisti li abbiamo scelti insieme a Morricone. Per chi ha conosciuto uno come Ennio, magari anche per poco, sa che ovviamente che non mi sarei mai potuto prendere la licenza o l’arbitrio di invitare artisti per farli suonare e cantare, ma è giusto così, ci mancherebbe. Lui ha partecipato molto attivamente, ma soprattutto ha scritto le orchestrazioni o le ha approvate in qualche maniera… e parliamo di Quincy Jones o all’altro estremo dei Metallica. L’altra caratteristica di questo CD è che lui scrisse delle transizioni orchestrali per archi tra un brano e l’altro perché sentiva questa disomogeneità tra i vari artisti e i loro mondi musicali e, per uno così rigoroso come lui, tutto questo un po’ lo infastidiva; in questo modo ha condotto invece l’ascoltatore da un mondo sonoro all’altro, rendendo l’ascolto continuo, e ha fatto davvero dei piccoli gioiellini da un minuto-un minuto e mezzo-2 minuti massimo, ma uno più bello dell’altro.

Noi tutto questo lo eseguiamo in concerto e lo eseguiremo, come dicevi tu, il 24 e il 25 marzo al Teatro Lirico Gaber di Milano con 80 artisti tra orchestra, coro, ritmica… però la caratteristica specifica di questo lavoro è che, non solo ripetiamo per il pubblico le partiture fedelissime e uguali a quelle che Ennio ha scritto o che ha approvato di altri per quel CD, ma riproduciamo il CD il più fedelmente possibile, perché ovviamente non avremo questi artisti ospiti che hanno inciso le tracce. Durante il concerto di tanto in tanto, proprio su quelle transizioni musicali di cui dicevo prima, interviene l’attore Luigi Petrucci che, prendendo spunto dal mio libro, racconta un po’ questo viaggio mio e dei 10 artisti veterani che sono sul palco con me, perché loro c’erano e tutto questo l’abbiamo vissuto insieme. Tutto ciò aiuta il pubblico ad entrare appunto in questo viaggio e questa vicenda fa capire quanto Ennio sia tuttora amato, non solo dal grande pubblico di tutto il mondo, ma dalla comunità internazionale di tutti i musicisti del mondo e di tutte le etnie musicali.

 

Ennio Morricone ha ottenuto l’Oscar alla carriera anche grazie a una tua petizione. Ti saresti poi aspettato l’Oscar che ha vinto per la miglior colonna sonora qualche anno dopo per le musiche di The Hateful Eight di Quentin Tarantino?

La sorpresa maggiore, che poi neanche tanto vero, neanche dovrei parlare di sorpresa, è che lui abbia fatto le musiche per il film di Quentin Tarantino, non perché non lo rispettasse o non lo apprezzasse, anzi, lui aveva una grandissima stima del regista, ma ad Ennio sembrava però che Tarantino fosse già bravo a prendere le sue musiche e a montarle in maniera perfetta nel film come aveva già fatto, e infatti pensava, per sua stessa ammissione, che avrebbe solo potuto fare di peggio. Io già non lavoravo più con lui in quel momento, però devo dire che quel lavoro su The Hateful Eight non saprei giudicarlo come colonna sonora, ma è un lavoro musicale di altissimo pregio, perché si sente che Ennio è arrivato a quel punto ormai già da tempo ad una maturità di compositore e ad una capacità di dominare proprio la materia musicale che insomma è veramente notevole ed importante. Direi che l’Oscar per quel film dal mio punto di vista è un fatto accessorio perché lì l’Oscar veramente va dato al musicista dal mondo della musica.

L’Oscar alla carriera invece l’ho vissuto in prima persona, ma l’ho vissuto anche con maggiore condivisione se posso dire così, perché appunto non era un Oscar alle musiche per un determinato film, ma era proprio l’Oscar a tutta l’attività, tutta la composizione di Ennio. Non so se è effettivamente così, ma mi sono voluto illudere che questo Oscar alla carriera sia stato assegnato al compositore, ivi compresa quella parte del compositore che magari Ennio, un po’ soffrendo, gli si vedeva meno riconosciuta. Lui continuava a sostenere questa tesi secondo cui in sé racchiudeva due compositori, quello di musica assoluta e quello di musica applicata, che convivevano in uno. Io ho sempre sostenuto invece che secondo me lui è stato sempre e soltanto un solo compositore di musica assoluta, perché anche la sua musica applicata è comunque musica assoluta. La prova che porto sempre di questa affermazione apparentemente un po’ prepotente in realtà sta proprio nei concerti, perché noi ne abbiamo fatti 250 e mai una volta abbiamo proiettato una sola immagine di un film. Era proprio il patto tra me ed Ennio quello di dimostrare, appunto, che il pubblico non solo veniva numeroso, perché insomma abbiamo avuto 6 milioni di spettatori di spettatori in giro per il mondo, ma non avvertiva proprio il bisogno di vedere le proiezioni, cosa che invece a mio avviso un pochino banalmente fanno in tanti, secondo me “tradendo” proprio la musica dello stesso Morricone. Ennio ha scritto queste musiche da compositore di musica senza bisogno del supporto delle immagini. Prova a togliere la musica di Ennio dai film e vedi se il film sta ancora in piedi: i film, che nella maggior parte dei casi sono bellissimi e dei quali non discuto il valore, senza la musica soffrono, ma la musica senza il film no. Quella di Ennio è musica assoluta.

 

È un concetto che intendi esprimere anche con il docufilm al quale stai o comunque state lavorando?

Il progetto del docufilm in realtà, adesso non prendermi alla lettera, ma per intenderci “è più un docufilm su noi stessi che non su Ennio”, perché in effetti è il nostro viaggio con Ennio, nostro e quindi insisto mio e di questi musicisti che con lui hanno lavorato così tanto e così a lungo. Quindi sì, certamente alla fine pensiamo che questo potrà restituire al pubblico le nostre sensazioni, i nostri racconti, le nostre vicende con lui e ovviamente un mosaico che poi va a ricomporre il profilo dello stesso Ennio, perché alla fine di lui stiamo parlando e della sua musica, però lo facciamo da un punto di vista e con una prospettiva assolutamente musicale, tant’è che noi scherzosamente tra noi abbiamo coniato il motto, affibbiandolo a Ennio, anche se non l’ha mai detto: “Io non ho mai scritto musica per film” che è un paradosso, ma ci serve per raccontare la nostra esperienza con Ennio, di gente della musica, io come piccolo e modesto produttore, loro come straordinari musicisti e artisti, tutti insieme rivivendo, ripercorrendo e possibilmente restituendo al pubblico il musicista Ennio Morricone, musicista tra i musicisti. Insomma, in genere si parla di Ennio e si pensa alle colonne sonore per i film, mentre noi non abbiamo la presunzione o l’arroganza di credere che un giorno si parlerà di Morricone e si penserà alla sua musica punto e basta, però nel nostro piccolo ci muoviamo in questa direzione.

Morricone e Caiola - Oscar

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