01/08/2025

Viva De André, ad agosto una data in Sicilia e una in Campania

Viva De André - date agosto 2025

Lo spettacolo ideato da Luigi Viva e dedicato all’opera di Fabrizio De André arriva il 17 agosto a Castelbuono e il 12 settembre a Torre del Greco, tra musica jazz dal vivo, narrazione e immagini

Prosegue il tour di Viva De André, progetto musicale attivo da oltre sette anni che propone le canzoni di Fabrizio De André in una rilettura jazz. Lo spettacolo è ideato e diretto da Luigi Viva, autore delle biografie ufficiali del cantautore pubblicate da Feltrinelli, con gli arrangiamenti curati dal chitarrista e compositore Luigi Masciari.

Concepito come un concerto-racconto, Viva De André combina esecuzioni dal vivo, narrazione, immagini e contributi audio inediti per ripercorrere l’opera e la figura dell’artista genovese, con particolare attenzione alla sua relazione con il linguaggio jazzistico.

Dopo numerose tappe nei principali teatri e festival italiani, tra cui Umbria Jazz Winter, Blue Note Milano e l’Auditorium Parco della Musica di Roma, lo spettacolo torna in scena con due appuntamenti estivi: Viva De André sarà in scena infatti il 17 agosto a Castelbuono (Palermo), in Piazza Castello, nell’ambito del Castelbuono Jazz Festival, con inizio alle ore 21.30 e ingresso libero; la seconda data è prevista per il 12 settembre a Torre del Greco (Napoli), presso l’Arena Molini Marzoli, all’interno del Devozioni Festival, anche qui a ingresso gratuito, ma con l’inizio dello spettacolo fissato per le ore 21.00.

In scena ci saranno: Luigi Viva (voce narrante), Luigi Masciari (chitarra, direzione musicale), Francesco Bearzatti (sax tenore, clarinetto), Alessandro Gwis (pianoforte, elettronica), Francesco Poeti (basso), Pietro Iodice (batteria).

Il repertorio include brani noti come La guerra di Piero, Il pescatore, La canzone di Marinella e Creuza de mä, reinterpretati con arrangiamenti originali in chiave jazz.

Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De André Onlus ed è immortalato anche in un CD ufficiale, pubblicato da Jando Music/Via Veneto Jazz, che vede la partecipazione di Michael League (Snarky Puppy) e Giulio Carmassi (ex Pat Metheny Group).

Luigi Masciari è compositore, chitarrista e arrangiatore. Nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti di rilievo internazionale, tra cui Danilo Rea, Aaron Parks, Jason Lindner e Michael League.

È stato selezionato per il programma statunitense “Betty Carter’s Jazz Ahead for Performer and Composer”, che gli ha permesso di esibirsi al Kennedy Center di Washington.

Il suo album più recente, Somewhere in My Mind, è stato candidato nelle categorie Best Alternative Jazz Album e Best Instrumental Composition ai Grammy Awards 2025.

Masciari è titolare della cattedra di chitarra jazz presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.

Noi per l’occasione abbiamo intervistato però Luigi Viva, saggista, autore e giornalista romano, considerato uno dei massimi esperti dell’opera di Fabrizio De André. I suoi libri pubblicati da Feltrinelli — autorizzati e in parte supervisionati dallo stesso De André — sono oggi punti di riferimento per studiosi e appassionati. Ha collaborato con varie testate specializzate, tra cui Jam, ed è membro del comitato scientifico del Centro Studi Fabrizio De André presso l’Università di Siena. Tra le sue pubblicazioni più recenti figura Pat Metheny, Lyle Mays e la Storia del Pat Metheny Group, ma noi abbiamo parlato con lui di Viva De André.

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Luigi Viva

 

Com’è nata l’idea di questo spettacolo su De André?

Lo spettacolo è la naturale evoluzione delle oltre cento presentazioni dei miei libri e del lavoro teatrale Il Viaggio di Fabrizio De André scritto con Pino Petruzzelli per lo Stabile di Genova. Ho unito teatro di narrazione, musica dal vivo, immagini e audio.

 

Come mai in Viva De André Faber viene riletto in chiave jazz dal punto di vista musicale?

Non mi piacciono le cose ovvie. Abbiamo scelto la strada più difficile, senza la presenza di un cantante. Ho potuto contare sulla bravura di Luigi Masciari, musicista non comune, che ha riarrangiato da par suo i brani scrivendo le parti per ciascuno strumento. La sua abilità ci ha permesso di coinvolgere nel cd nomi del calibro di Michael League, leader degli Snarky Puppy, e Giulio Carmassi (ex Pat Metheny Group).
Il jazz era una passione di Fabrizio, lo aveva suonato per circa sei anni in giovinezza con il Modern Jazz Group del quale faceva parte anche il grande Luigi Tenco al sax alto. Fabrizio aveva usato il linguaggio jazzistico ne La Ballata dell’Amore Cieco e nel brano Inverno e stava pensando di arrangiare in chiave jazz una delle tre suite di quello che doveva essere il nuovo disco I Notturni. Aveva in mente di ispirarsi allo stile di Jimmy Giuffre del quale, nel 1956, acquistò il suo primo album jazz.

 

In qualità di voce narrante hai attinto dai tuoi due libri su De André, ma hai comunque scritto i testi ex novo in funzione dello spettacolo?

Tratto in maniera diversa alcuni temi fondamentali focalizzando l’impegno civile e politico. Seguo un brogliaccio, ma vado a braccio, inserendo anche ricordi che emergono all’improvviso. Dai miei libri leggo solamente qualche breve estratto delle sue dichiarazioni, onde evitare inesattezze o errate interpretazioni del pensiero.

 

Nella presentazione che accompagna il tuo spettacolo, a proposito dei tuoi due libri su Faber si legge: “I suoi libri, pubblicati da Feltrinelli, vennero autorizzati e, in parte, supervisionati dallo stesso De André”. Spiegaci meglio. Raccontaci di quando e come lo hai conosciuto e parlaci di come è stato lavorare con lui.

La nostra amicizia nacque nel 1975 quando venne a suonare a Roma per la prima volta. Ci risultammo simpatici, complice il comune amore per l’agricoltura. Negli anni ci siamo incontrati più volte parlando di tecniche agricole, ma anche di politica ed anarchia, fino a che, nel 1992, in casa sua a Milano, mi diede il via libera per realizzare uno studio approfondito sulla vita e il suo stile. Condivise il piano dell’opera, mi fornì un dettagliato elenco delle persone da intervistare (la gran parte sconosciute), corresse lo schema biografico e la gran parte delle circa ottocento cartelle scritte. Dopo la scomparsa seppi che preavvisava la mia intervista ai suoi amici, proprio per agevolare il mio lavoro. È stato molto caro e generoso nei miei confronti. Lavorare insieme al testo è stato entusiasmante, soprattutto nel vedere come plasmava le parole.

 

Dopo sette anni, lo spettacolo è invariato o lo avete modificato nel tempo, magari esplorando sonorità jazz che si sposano bene con altri brani di De André, o anche dal tuo punto di vista della narrazione, ponendo ad esempio l’accento su aspetti meno scontati o trascurati della sua poetica o della sua vita?

Lo spettacolo è molto jazzistico anche in questo senso. Scaletta che varia, con entrata di brani ed uscita di altri, la stessa narrazione è molto elastica pur seguendo una linea ben definita. I soli e l’improvvisazione dei talentuosi musicisti che dividono il palco con me e Luigi Masciari (Francesco Bearzatti, Alessandro Gwis, Francesco Poeti e Pietro Iodice) contribuiscono a rendere lo spettacolo sempre in continua evoluzione, anche con modifiche agli arrangiamenti e alle sonorità. Fondamentali ed emozionanti i contributi audio che vedono protagonista Fabrizio; per la gran parte si tratta di inediti come le immagini proiettate.

 

Lo scorso 20 luglio a Cerveteri e poi altre due date sono in arrivo: 17 agosto a Castelbuono (Palermo) e il 12 settembre a Torre del Greco (Napoli). Annuncerete altre tappe dello spettacolo?

Ci stiamo lavorando, ci auguriamo di arrivare presto a Genova e in altre località italiane. Abbiamo toccato molte città, inclusa la Svizzera a Locarno per Ascona Jazz dove fu Dori Ghezzi in persona ad introdurre lo spettacolo.

 

Viva De André è anche un modo per mettere in risalto quanto Faber sia sempre attuale anche a tanti anni di distanza dalla sua scomparsa?

Certo, basti pensare all’attualità di sue canzoni con La Guerra di Piero. Per me è stato anche il modo di rielaborare, insieme al suo pubblico, il dolore per la sua scomparsa. Oltre a questo, tengo a non far dimenticare quanto grande sia stato il suo impegno civile e politico a difesa di quelli che lui chiamava gli ignorati e sconfitti dal potere.

 

Prossimi progetti?

Devo decidermi di chiudere l’elaborato percorso del mio primo romanzo il cui protagonista è un musicista rock. Presentazioni ed altre esibizioni con Viva De André, senza dimenticare qualche occasionale articolo sui musicisti che più amo.

Viva De André

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