30/07/2025

Perturbazione – Il testamento di Tito (Fabrizio De André Cover) (Live)

Il brano che chiude La buona novella di Fabrizio De André dal vivo in versione acustica per i Perturbazione

Tommaso Cerasuolo alla voce e Cristiano Lo Mele alla chitarra dei Perturbazione ci fanno ascoltare Il testamento di Tito di Fabrizio De André (qui la nostra intervista al gruppo qui Il sogno di Maria e qui Tre madri, gli altri brani eseguiti live nei nostri studi da Tommaso e Cristiano tratti dallo stesso lavoro).

La registrazione è stata realizzata dal vivo negli studi di Jam TV e si può trovare eseguita dall’intera formazione che ha eseguito integralmente l’album La buona novella (dal vivo con Nada e Alessandro Raina), pubblicato nel 2024 da Iceberg/Warner Music Italia. Si tratta della prima versione live ufficiale dell’opera originale di Fabrizio De André, proposta qui in una rilettura fedele ma rivisitata, rimasta inedita fino ad oggi.

Il progetto è nato nel 2010, in occasione del quarantennale dell’uscita del disco ispirato ai Vangeli apocrifi, con una prima esecuzione al Teatro Civico di Varallo Sesia (VC). Alla realizzazione ha partecipato la band torinese Perturbazione, con una formazione composta da Tommaso Cerasuolo (voce), Cristiano Lo Mele (chitarre, synth, elettronica), Gigi Giancursi (chitarre, cori), Elena Diana (violoncello, cori), Alex Baracco (basso, cori) e Rossano Antonio Lo Mele (batteria).

Pubblicato nel 1970 come brano conclusivo dell’album La buona novella, Il testamento di Tito rappresenta uno dei momenti più intensi della produzione di Fabrizio De André. Scritto insieme a Giuseppe Bentivoglio e musicato con Nicola Piovani, il pezzo dà voce a Tito, uno dei due ladroni crocifissi accanto a Gesù, reinterpretando in chiave personale e disillusa i Dieci Comandamenti della tradizione cristiana.

La canzone segue una struttura narrativa precisa: per ciascun comandamento, Tito racconta un episodio della sua vita che lo ha portato a trasgredirlo, sottolineando come spesso la realtà sociale e umana non gli abbia lasciato alternative. In questo modo, De André costruisce un ritratto di un’umanità ai margini, in cui la legge morale si scontra con la necessità e l’ingiustizia.

Nel finale del brano, l’incontro con lo sguardo di Gesù sulla croce introduce un cambiamento: per la prima volta Tito sembra riconoscere un valore superiore, non imposto da una legge, ma nato dalla compassione. Un epilogo che lascia spazio a una possibile forma di riconciliazione, senza rinunciare alla coerenza critica del racconto.

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