Venerdì sera al Forum di Assago c’è stata una grande festa. Circa 10.000 persone che hanno sintonizzato per due ore il loro battito del cuore sulla stessa pulsazione: quella delle percussioni di Leon Mobley, della batteria di Oliver Charles, del basso di Juan Nelson, delle tastiere di Jason Yates, della chitarra di Michael Ward, e delle chitarre e della voce di uno dei più grandi talenti di questa generazione, Mr Ben Harper. Le serate sold out dell’estate 2015, che hanno visto Ben e gli Innocent Criminals salire di nuovo sullo stesso palco dopo qualche anno di fervente attesa da parte dei fan, erano state solo un piccolo assaggio di quello che sarebbe stata questa reunion.
Circa un quarto d’ora dopo le 21, la musica in diffusione si è fermata, le luci del Forum si sono spente e il boato del pubblico ha accolto i cinque Criminals: sulle prime note di Oppression Ben Harper è salito sul palco, ed è lì che è iniziata la festa. Sono partiti subito con l’artiglieria pesante: Diamond On The Inside è stato il secondo pezzo in scaletta, un modo, neanche troppo velato, per dire “stasera siamo tra amici, godiamocela!”. E infatti Ben non perde occasione per ringraziare il suo pubblico, per ribadire la gratitudine e la gioia di esserci, tutti quanti. Chi ha seguito la sua avventura dall’inizio e in tutte le sue diverse fasi, riesce a godersi a pieno anche quei momenti in cui, dopo i cavalli di battaglia del suo repertorio come Faded o Roses From My Friends, Ben regala al suo pubblico in estasi pezzi anche meno scontati. Non monopolizza tutta l’attenzione su di sé, al contrario, è in perfetta empatia con i suoi musicisti a cui lascia spazio, e gli stessi si lanciano uno dopo l’altro in degli assolo lunghi, virtuosi e mai banali. C’è ampio spazio per il groove unico di un Mobley più in forma che mai, e per i dialoghi tra la slide guitar del frontman e il basso corposo e trascinante del grande Juan Nelson (che dà anche prova della sua voce black in un blues di Buddy Miles mixato alla bella Fight For Your Mind).
Da Call It What It Is, l’ultima grande prova in studio che ha segnato la riconciliazione di Ben con la grande famiglia dei Criminals, la band propone quelle che sono probabilmente le tracce più forti del disco: la title track, Shine, la bellissima How Dark Is Gone e il singolo Pink Balloon.
L’encore si rivela uno dei momenti più emozionanti del concerto, soprattutto quando Ben, su Where Could I Go, si lascia il microfono alle spalle, invita tutto il Forum al silenzio, che arriva curioso in pochi secondi, e canta senza amplificazione: la voce nuda e cruda riempie l’aria dei suoi falsetti e virtuosismi udibili chiaramente. Un vero colpo al cuore.
Le luci improvvisamente si accendono, e la festa finisce con l’immancabile With My Own Two Heands, con il pubblico che non smette per un attimo di battere le mani a tempo e di muoversi sul ritmo incalzante del pezzo.
Ne ha fatta di strada Ben, da quando strimpellava la chitarra nel negozio di strumenti di famiglia; eppure non è finita qui, siamo curiosi di sapere come proseguirà l’avventura, soprattutto ora che con gli Innocent Criminals il quadro sembra di nuovo completo. Certo è, che saremo ancora lì per godercela. To be continued…
Circa un quarto d’ora dopo le 21, la musica in diffusione si è fermata, le luci del Forum si sono spente e il boato del pubblico ha accolto i cinque Criminals: sulle prime note di Oppression Ben Harper è salito sul palco, ed è lì che è iniziata la festa. Sono partiti subito con l’artiglieria pesante: Diamond On The Inside è stato il secondo pezzo in scaletta, un modo, neanche troppo velato, per dire “stasera siamo tra amici, godiamocela!”. E infatti Ben non perde occasione per ringraziare il suo pubblico, per ribadire la gratitudine e la gioia di esserci, tutti quanti. Chi ha seguito la sua avventura dall’inizio e in tutte le sue diverse fasi, riesce a godersi a pieno anche quei momenti in cui, dopo i cavalli di battaglia del suo repertorio come Faded o Roses From My Friends, Ben regala al suo pubblico in estasi pezzi anche meno scontati. Non monopolizza tutta l’attenzione su di sé, al contrario, è in perfetta empatia con i suoi musicisti a cui lascia spazio, e gli stessi si lanciano uno dopo l’altro in degli assolo lunghi, virtuosi e mai banali. C’è ampio spazio per il groove unico di un Mobley più in forma che mai, e per i dialoghi tra la slide guitar del frontman e il basso corposo e trascinante del grande Juan Nelson (che dà anche prova della sua voce black in un blues di Buddy Miles mixato alla bella Fight For Your Mind).
Da Call It What It Is, l’ultima grande prova in studio che ha segnato la riconciliazione di Ben con la grande famiglia dei Criminals, la band propone quelle che sono probabilmente le tracce più forti del disco: la title track, Shine, la bellissima How Dark Is Gone e il singolo Pink Balloon.
L’encore si rivela uno dei momenti più emozionanti del concerto, soprattutto quando Ben, su Where Could I Go, si lascia il microfono alle spalle, invita tutto il Forum al silenzio, che arriva curioso in pochi secondi, e canta senza amplificazione: la voce nuda e cruda riempie l’aria dei suoi falsetti e virtuosismi udibili chiaramente. Un vero colpo al cuore.
Le luci improvvisamente si accendono, e la festa finisce con l’immancabile With My Own Two Heands, con il pubblico che non smette per un attimo di battere le mani a tempo e di muoversi sul ritmo incalzante del pezzo.
Ne ha fatta di strada Ben, da quando strimpellava la chitarra nel negozio di strumenti di famiglia; eppure non è finita qui, siamo curiosi di sapere come proseguirà l’avventura, soprattutto ora che con gli Innocent Criminals il quadro sembra di nuovo completo. Certo è, che saremo ancora lì per godercela. To be continued…