Ascoltando i brani del suo secondo album uscito da poco, Songs Of Mountain Stream (Brumaio Sounds), si pensa al pianoforte classicheggiante che si sposa bene con un’elettronica “naturale”, nel senso di creata grazie ai suoni della natura. Le Alpi occidentali, il bosco e altri elementi campionati in simili contesti divengono via via sempre più minuziosi, cupi, malinconici, sognanti, allegri…
Poi però per Carlot-ta arriva anche il momento di salire su un palco, accompagnata dai polistrumentisti Mattia Beccari e Christopher Ghidoni. E allora, in occasione del concerto al 75 Beat di Milano, la cantautrice trova il modo giusto per “suonare come nel disco” senza stravolgere i suoi brani, ma riuscendo ad esaltarne maggiormente le dinamiche sin dagli arrangiamenti (che nel caso dell’album sono stati curati insieme al produttore Rob Ellis, già noto per aver lavorato con PJ Harvey, Anna Calvi e Marianne Faithfull). È però sicuramente la voce di Carlot-ta a distinguersi per un’eleganza live più coinvolgente e foriera di nuove suggestioni già dal primo singolo, Basiliscus, in apertura di concerto. In generale è tutto più energico, a partire dal bel canto dell’artista, la quale si esprime in maniera più netta, dando sempre e allo stesso tempo l’impressione di continuare a coccolare e ad accarezzare le sue stesse melodie.
La cantautrice riesce a conquistare i presenti anche durante l’esecuzione dell’unico brano in francese della scaletta, L’Insinuant (il cui testo è tratto dalla poesia omonima di Paul Valéry), e pure quando propone l’unica canzone in italiano, Pamphlet: “Vi sarà capitato di sentirla e magari anche di fischiettarla!” dice per introdurre quest’ultimo pezzo, dal momento che è stato utilizzato in una celebre pubblicità.
Da The Song Of Mountain Stream a The River l’atmosfera è più compassata, mentre Carl Holz e Cypressa sono brani che la stessa Carlot-ta definisce “più allegri”, ironizzando in una situazione sempre più familiare e dove il pubblico rimane in silenzio ad ascoltare attentamente ogni singola nota.
Il nuovo Songs Of Mountain Stream in “versione live” conferma in maniera più che positiva il buon impatto dell’album in studio…
Poi però per Carlot-ta arriva anche il momento di salire su un palco, accompagnata dai polistrumentisti Mattia Beccari e Christopher Ghidoni. E allora, in occasione del concerto al 75 Beat di Milano, la cantautrice trova il modo giusto per “suonare come nel disco” senza stravolgere i suoi brani, ma riuscendo ad esaltarne maggiormente le dinamiche sin dagli arrangiamenti (che nel caso dell’album sono stati curati insieme al produttore Rob Ellis, già noto per aver lavorato con PJ Harvey, Anna Calvi e Marianne Faithfull). È però sicuramente la voce di Carlot-ta a distinguersi per un’eleganza live più coinvolgente e foriera di nuove suggestioni già dal primo singolo, Basiliscus, in apertura di concerto. In generale è tutto più energico, a partire dal bel canto dell’artista, la quale si esprime in maniera più netta, dando sempre e allo stesso tempo l’impressione di continuare a coccolare e ad accarezzare le sue stesse melodie.
La cantautrice riesce a conquistare i presenti anche durante l’esecuzione dell’unico brano in francese della scaletta, L’Insinuant (il cui testo è tratto dalla poesia omonima di Paul Valéry), e pure quando propone l’unica canzone in italiano, Pamphlet: “Vi sarà capitato di sentirla e magari anche di fischiettarla!” dice per introdurre quest’ultimo pezzo, dal momento che è stato utilizzato in una celebre pubblicità.
Da The Song Of Mountain Stream a The River l’atmosfera è più compassata, mentre Carl Holz e Cypressa sono brani che la stessa Carlot-ta definisce “più allegri”, ironizzando in una situazione sempre più familiare e dove il pubblico rimane in silenzio ad ascoltare attentamente ogni singola nota.
Il nuovo Songs Of Mountain Stream in “versione live” conferma in maniera più che positiva il buon impatto dell’album in studio…
