Cristina Donà & Saverio Lanza al Castello Sforzesco di Milano
Mai come in questo periodo storico è giusto celebrare gli Spiriti Guida
Cristina Donà e Saverio Lanza hanno fatto tappa con il loro spettacolo Spiriti Guida al Castello Sforzesco di Milano nella serata di ieri, sabato 7 settembre, per Estate al Castello e Arci in Festa. Il loro repertorio viene qui accuratamente selezionato per accostarlo a brani fondamentali per la maturazione artistico-musicale di entrambi, pezzi assorbiti più o meno consapevolmente, come avviene quando si cresce con la passione della musica e si sviluppano poi la voglia e il talento per scrivere proprie composizioni originali.
La collaborazione tra i due nasce dall’album di Cristina Torno a casa a piedi, uscito nel 2011, e qui si spinge lungo altri confini come ulteriore forma di ricerca itinerante. L’inizio è affidato ad alcuni brani fatti ascoltare direttamente dalla voce degli originali e quindi si susseguono molto velocemente, quasi in maniera confusa, ma per la verità soprattutto accennata, pezzi come Baba O’Riley degli Who, Like A Rolling Stone di Bob Dylan, Rimmel di Francesco De Gregori, Per Elisa di Alice, Firth Of Fifth dei Genesis e l’elenco sarebbe ancora molto lungo. Poi Cristina Donà comincia a cantare da dietro le quinte La canzone del sole di Battisti e, dopo aver fatto il suo ingresso in scena, imbraccia la sua chitarra acustica per iniziare lo spettacolo con Just Like U Said It Would B di Sinéad O’Connor “che diventa” la sua L’aridità dell’aria.
Filo conduttore di una serata in alcuni brevi momenti leggermente piovosa è l’incontro declinato sotto vari aspetti, a partire da quello tra Saverio Lanza – in bella mostra in qualità di abile e riconosciuto polistrumentista – e Cristina Donà nella delicata Così vicini, passando poi per quello con Robert Wyatt – uno dei fiori all’occhiello per la carriera della cantautrice – nel segmento che va da Maryan a Goccia, e arrivando infine a quello nato per l’occasione con la Malanga Voice Orchestra: il progetto di canto corale ideato e diretto da Mila Trani ha aperto la serata con le sue rivisitazioni di alcuni brani tradizionali della world music ed è salito nuovamente sul palco per una ninna nanna libanese, da un album di Saverio Lanza uscito nel 2007, Madrelingua, e per intonare poi insieme a Cristina Donà una dolcissima Universo che a un certo punto condivide la stessa atmosfera con Starman di David Bowie.
In questo spettacolo le apparenti contrapposizioni divengono piacevoli convergenze e non è strano ascoltare allora prima Reason To Believe di Bruce Springsteen e subito dopo Il Lamento di Arianna di Claudio Monteverdi. L’ultima parte dello show diventa dance con Triathlon all’interno della quale entrano Stayin’ Alive dei Bee Gees, Road To Nowhere dei Talking Heads e Heart Of Glass dei Blondie.
I due sono saliti nuovamente sul palco più tardi con gli Arpioni, band bergamasca che ha chiuso la serata proponendo in chiave ska brani più o meno conosciuti di Enzo Jannacci: per il penultimo pezzo in scaletta, E la vita, la vita, è tornata in scena anche la Malanga Voice Orchestra, e hanno cantato la celebre canzone anche l’attore Walter Leonardi e lo special guest Cochi Ponzoni.
Gli Spiriti Guida sono i bravi maestri e le brave maestre che hanno accompagnato Cristina Donà e Saverio Lanza in tutti questi anni e mai come in questo periodo storico è giusto celebrarli, come hanno dichiarato i due protagonisti all’inizio di uno spettacolo portato avanti con rispetto, ma anche con una piacevole leggerezza.
Cristina Donà & Saverio Lanza – Foto di Carol Alabrese