30/09/2021

“Ezio Bosso. Le cose che restano” – Il docufilm nelle sale a ottobre

Un docufilm diretto da Giorgio Verdelli ripercorre la vita di Ezio Bosso, a un anno dalla sua scomparsa, attraverso le testimonianze sue e di tanti amici come Gabriele Salvatores, Silvio Orlando, Paolo Fresu e tanti altri e soprattutto attraverso il suo amore per la musica
Ezio Bosso. Le cose che restano: è questo il titolo scelto per il docufilm presentato in anteprima alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e che sarà distribuito da Nexo Digital nelle sale cinematografiche i prossimi 4, 5 e 6 ottobre (qui l’elenco dei cinema in cui sarà proiettato). Il regista Giorgio Verdelli ha voluto raccontare il percorso umano e professionale di un artista, scomparso il 14 maggio di un anno fa, che si è fatto amare dal pubblico per la sua naturalezza e per la sua spontaneità. L’intento è quello di descrivere Ezio Bosso come “una presenza, non un ricordo” e infatti anche per questo motivo è lo stesso protagonista che si racconta attraverso immagini di repertorio e senza l’ausilio di una voce narrante; tutt’intorno c’è la musica che lo ha conquistato sin da bambino non solo come contrabbassista, pianista, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra, ma anche come divulgatore che si è donato agli altri al fine di trasmettere bellezza e amore; e poi sono presenti tanti amici che hanno condiviso con lui tappe significative di vita e di musica.Oscar Giammarinaro, alias oSKAr, frontman degli Statuto, ricorda Ezio Bosso come bassista della band tra l’86 e l’89, periodo in cui per loro era Xico; differenti sono invece i racconti di Gabriele Salvatores, con cui l’artista ha collaborato spesso per colonne sonore e per uno spettacolo teatrale. E poi tra gli ospiti vanno citati senz’altro Silvio Orlando, Paolo Fresu e tanti altri che sono riusciti a descrivere un uomo prima che un musicista, due entità comunque inscindibili e ammirate dal grande pubblico anche in una manifestazione come il Festival di Sanremo in cui fu ospite nel 2016: “La musica come la vita si può fare solo in un modo. Insieme” aveva detto alla fine di quella famosa apparizione al Teatro Ariston di Sanremo e in tv davanti a milioni di telespettatori.

Ezio Bosso ha iniziato dalla sua Torino, ha poi vissuto per tanto tempo a Londra e nell’ultima parte della sua vita a Bologna, ma di fatto ha davvero girato il mondo, esibendosi nei grandi teatri. Nemmeno la malattia neurodegenerativa che lo ha colpito dal 2011 gli ha impedito di comunicare e soprattutto di condividere con il pubblico il suo amore per Beethoven e Schubert, oltre che di comporre la sua stessa musica e di proporla dal vivo: a tal proposito, inoltre, all’interno del docufilm si può ascoltare anche un brano inedito di Ezio Bosso, The Things That Remain.
Le cose che restano, appunto…
Commovente.

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