Francesco De Gregori live all’Arena di Verona per i 50 anni di “Rimmel”, il report (24/9/2025)
Un grande album giustamente celebrato in un concerto dove non mancano tante altre perle
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure…” Il pubblico non può non lasciarsi trasportare cantando questi versi e gli altri che compongono Rimmel, ma non è l’unico brano acclamato durante il live di Francesco De Gregori di due sere fa all’Arena di Verona (ne abbiamo parlato anche nella nostra rubrica Music Is Love).
Non è uno show se con questo termine si intende uno spettacolo con particolari proiezioni sugli schermi o altri effetti scenici, ma un concerto puro a tutti gli effetti. La scenografia è essenziale: solo due maxischermi laterali, le luci e alcuni teli neri posti al centro del palco. La band fa il suo ingresso con circa 40 minuti di ritardo per la pioggia incessante che accompagna anche i primi brani in scaletta. Il Principe guadagna il centro della scena e saluta subito gli spettatori prima di cominciare a cantare. Il primo pezzo non rimanda a Rimmel, album che viene celebrato in questo tour per i 50 anni dalla sua uscita, ripubblicato qualche giorno fa in diversi formati per la speciale ricorrenza. La prima canzone è invece un omaggio del cantautore a uno dei suoi idoli di sempre: Bob Dylan. Il concerto si apre infatti con Via della povertà, versione in italiano di Desolation Row che lo stesso De Gregori aveva già tradotto con Fabrizio De André per l’album del cantautore genovese del 1974, Canzoni, e che aveva poi riadattato per il suo lavoro uscito dieci anni fa, De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto.
Sono però ovviamente i pezzi di Rimmel i principali protagonisti della serata. Non manca nessuno all’appello, sebbene non siano proposti nella sequenza dell’album, mentre durante il tour non viene rispettata mai fedelmente sempre la stessa scaletta. Non passano inosservati dunque brani come Quattro cani e un’emozionante Pezzi di vetro in cui De Gregori è accompagnato solo dal pianoforte. Dopo Pablo il cantautore presenta la sua band, per poi regalare altre perle, a cominciare da La valigia dell’attore, con le sue descrizioni, i suoi sentimenti, i suoi scenari e i suoi cambi di tonalità.
De Gregori non solo è a suo agio sul palco, ma sembra davvero che sia in compagnia dei suoi amici più intimi: quelli con cui suona e il pubblico che lo ascolta. È poi ovviamente padrone non solo di tutto ciò che canta e dell’intenzione delle sue interpretazioni, ma anche di ogni nota che suona magistralmente con l’armonica, più volte tirata fuori nel corso del concerto.
Tra i grandi classici si ritagliano un posto anche Sempre e per sempre, Generale, La storia e Bufalo Bill, quest’ultimo a chiusura del live prima dei bis. E allora tornano sul palco prima di congedarsi dal pubblico “il capobanda”, come lo definisce De Gregori, Guido Guglielminetti (basso e contrabasso) e poi Carlo Gaudiello (pianoforte), Primiano Di Biase (hammond, tastiere e fisarmonica), Paolo Giovenchi (chitarre), Alessandro Valle (chitarra, pedal steel e mandolino) e Simone Talone (batteria e percussioni), Francesca La Colla (cori) e Cristina Greco (cori). E torna lo stesso De Gregori, perché non può non cantare La donna cannone, durante la quale come sempre e letteralmente “un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà”.
L’ultimo brano è ancora tratto da Rimmel ed è ancora un omaggio a Bob Dylan, perché l’idea del valzer di Buonanotte fiorellino è venuta a suo tempo ascoltando il brano del singer-songwriter Winterlude. Il tributo dylaniano è inoltre doppio in quanto, come avviene ormai da qualche anno a questa parte, l’ultimo pezzo vero e proprio del concerto è Fiorellino # 12&35: De Gregori ha rimodellato infatti la sua canzone sulla musica di Rainy Day Women #12 & 35, brano che apre l’album Blonde on Blonde di Bob Dylan. Prima della versione classica di Buonanotte fiorellino il cantautore ha invitato il pubblico, soprattutto quello delle prime file per ragioni di spazio, a formare delle coppie per ballare: come chiudere una serata con la magia dell’amore, della leggerezza e della semplicità. La stessa scena si vede anche in Francesco De Gregori. Nevergreen di Stefano Pistolini: nel documentario presente al cinema fino alla settimana scorsa si raccontano i giorni della residenza artistica del Principe e della sua band durata per tutto il mese di novembre del 2024 al Teatro OutOff di Milano; in questo contesto il cantautore ha voluto suonare ogni sera brani meno conosciuti del suo repertorio, spesso con l’aiuto di alcuni ospiti speciali come Malika Ayane, Elisa, Jovanotti, Ligabue e Zucchero.
Francesco De Gregori aveva già tenuto un concerto memorabile all’Arena di Verona per i 40 anni di Rimmel e dieci anni dopo è tornato nello stesso posto per lasciare ancora una volta una traccia indelebile, ricordando uno degli album più significativi della sua carriera e del cantautorato italiano.
Quella del 24 settembre all’Arena di Verona è stata l’ultima data del tour estivo. I concerti riprenderanno da ottobre nei teatri, nei palasport e nei club… perché a distanza di tanti anni rimane e rimarrà più di qualcosa tra le pagine chiare e le pagine scure.
Scaletta:
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Via della povertà (Desolation Row)
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Cercando un altro Egitto
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Atlantide
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Caldo e scuro
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Caterina
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Mannaggia alla musica (Ron cover)
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Piano bar
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Quattro cani
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Pezzi di vetro
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Il signor Hood
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Piccola mela
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Le storie di ieri
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Rimmel
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Pablo
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La valigia dell’attore
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Sempre e per sempre
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Il vestito del violinista
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Generale
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Adelante! Adelante!
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La storia
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Bufalo Bill
Bis:
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La donna cannone
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Buonanotte fiorellino
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Fiorellino # 12&35




