Chi segue gli Iron Maiden sa perfettamente che un disco live non è certo una novità se ripercorriamo la loro lunga discografia; il nostro compito è però far capire cosa ha di tanto speciale The Book Of Souls: Live Chapter, ennesima produzione live della Vergine Di Ferro.Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di un gruppo che fa parte della storia, la storia del metal, da quasi 40 anni, e già questo potrebbe esser sufficiente. Ma non basta, si sa. Il disco in questione è composto da 16 brani, ognuno dei quali registrato in diverse parti del mondo, dall’Europa all’Africa, dal Sudamerica all’Asia, fino ad arrivare anche in Oceania.
Il tour in questione fu conseguente all’uscita del loro ultimo album in studio, The Book Of Souls (2015, Parlophone), e soprattutto avvenne poco dopo che Bruce Dickinson, cantante del gruppo inglese, terminò il suo periodo di convalescenza dovuto alla cura di un cancro alla lingua. Chi ha avuto la fortuna di assistere a una di queste date, o semplicemente ascoltando questo disco, potrà accorgersi di come Dickinson si sia ripreso perfettamente, e di come gli Iron Maiden sono, ancora oggi, una assoluta garanzia quando si tratta di salire su un palco. Ne è ulteriore dimostrazione il fatto che, nonostante The Book Of Souls non abbia fatto impazzire i fan, la resa “live” dei nuovi brani abbia un’efficacia maggiore rispetto a quella da studio. Non stupisce che in questo Live Chapter venga concesso più spazio ai brani più recenti, come la opener If Eternity Should Fail, Speed Of Light e The Red And The Black. Ma d’altro canto non possono non esser presenti alcune delle loro storiche perle come, tra le altre, The Trooper, The Number Of The Beast, Fear Of The Dark o Powerslave, unico brano a essere registrato durante uno show in Italia, precisamente in quello di Trieste.
Il tour in questione fu conseguente all’uscita del loro ultimo album in studio, The Book Of Souls (2015, Parlophone), e soprattutto avvenne poco dopo che Bruce Dickinson, cantante del gruppo inglese, terminò il suo periodo di convalescenza dovuto alla cura di un cancro alla lingua. Chi ha avuto la fortuna di assistere a una di queste date, o semplicemente ascoltando questo disco, potrà accorgersi di come Dickinson si sia ripreso perfettamente, e di come gli Iron Maiden sono, ancora oggi, una assoluta garanzia quando si tratta di salire su un palco. Ne è ulteriore dimostrazione il fatto che, nonostante The Book Of Souls non abbia fatto impazzire i fan, la resa “live” dei nuovi brani abbia un’efficacia maggiore rispetto a quella da studio. Non stupisce che in questo Live Chapter venga concesso più spazio ai brani più recenti, come la opener If Eternity Should Fail, Speed Of Light e The Red And The Black. Ma d’altro canto non possono non esser presenti alcune delle loro storiche perle come, tra le altre, The Trooper, The Number Of The Beast, Fear Of The Dark o Powerslave, unico brano a essere registrato durante uno show in Italia, precisamente in quello di Trieste.
Il disco quindi ha diversi motivi per essere considerato speciale, e soprattutto per esser apprezzato dai fan di vecchia e più recente data.
Non resta altro che aspettare la prossima estate, quando gli Iron Maiden saranno presenti in Italia per ben 3 date: 16 giugno a Firenze (Firenze Rocks), 9 luglio a Milano (Ippodromo) e 17 luglio a Trieste (Piazza Unità d’Italia).
Vietato mancare.