Joe Perry, “Rocks. La mia vita dentro e fuori dagli Aerosmith”
Rocks come uno degli album degli Aerosmith, la sua band. Fu questo il titolo del lavoro discografico uscito nel 1976 perché per il gruppo voleva l’album di rock più duro che si potesse immaginare. Il senso non doveva essere solo quello delle rocce, ma anche quello dei diamanti che vengono chiamati anche così. Non a caso si dice “duro come un diamante” afferma in una delle pagine della sua autobiografia Joe Perry. Il chitarrista si racconta in Rocks. La mia vita dentro e fuori dagli Aerosmith, libro scritto insieme al giornalista David Ritz, edito in Italia da Tsunami. La narrazione di Joe Perry arriva fino al 2014, anno di pubblicazione originaria del volume, ma c’è davvero tanto o la maggior parte di quello che ha vissuto il chitarrista in cinquant’anni di Aerosmith, compreso il periodo in cui è rimasto fuori dal gruppo prima di ritornare nella band.
Sembra un miracolo che il gruppo sia arrivato fino a qui per gran parte del tempo, dagli esordi sino ad oggi, con la line up principale, e lo afferma Perry stesso nelle oltre 400 pagine in cui non si risparmia, accusando alcuni manager, rei di aver truffato il gruppo o di essersi immischiati troppo nelle vicende personali dei vari componenti. Ci sono poi parole d’amore, ma spesso anche di odio per “il fratello” Steven Tyler, l’altro “toxic twin” che con Joe Perry ha scritto la maggior parte dei brani degli Aerosmith (anche se da un certo punto della carriera in poi i due sono stati di frequente affiancati da autori esterni). Le accuse rivolte al frontman di procrastinare la scrittura dei testi, di ricadere spesso nei vecchi eccessi con droghe e alcool e di fomentare discussioni (secondo Perry create spesso ad arte) sono state difficili da superare ogni volta, ma sono state evidentemente il sale della band che tra alti e bassi, tra separazioni e riconciliazioni, grandi album e grandi concerti, ha proposto il suo rock. Anche lo stesso Perry racconta di essere stato spesso vittima dei suoi vizi, come il resto della band, tra droghe e alcool, e, non molti anni fa, aveva anche sviluppato una dipendenza da antidolorifici.
Il chitarrista è nato a Lawrence, nel Massachusetts, nel 1950, da genitori entrambi statunitensi, sebbene il padre sia figlio di immigrati portoghesi e la madre abbia origini italiane. Cresce in una piccola cittadina chiamata Hopedale e inizialmente era appassionato di immersioni e biologia marina e il suo idolo era Jacques Cousteau. Ci mise poco, però, a capire che la musica, il rock e la chitarra elettrica sarebbero stati molto più importanti nella sua vita. E allora, da Jacques Cousteau, il nuovo idolo divenne Chuck Berry, leggenda col quale poi si sarebbe tolto anche la soddisfazione di suonare nel corso della sua carriera.
Boston sarebbe diventato il centro in cui sarebbero nati gli Aerosmith e dove tanti anni dopo la band avrebbe avuto addirittura anche una targa commemorativa nel luogo in cui tutto cominciò, al 1325 di Commonwealth Avenue. La Rock & Roll Hall of Fame ha accolto gli Aerosmith insieme a tanti altri artisti e gruppi che già sono al suo interno. I fan, noti come la Blue Army, li adorano, e nuovi seguaci del gruppo sono sopraggiunti in altri periodi: come quando nel 1986 registrarono una nuova versione di Walk This Way con i Run DMC; o come quando nel 1998 si ritrovarono in studio per I Don’t Want to Miss a Thing, brano quest’ultimo che sarebbe stato parte della colonna sonora del film Armageddon – Giudizio finale; o come quando nel 2010 uscì il videogioco Guitar Hero: Aerosmith.
Alla fine c’è anche un’interessante appendice di John Bionelli, road manager degli Aerosmith e braccio destro di Joe Perry, che ha intervistato i vari tecnici che si sono alternati negli anni per seguirlo nei live con le sue chitarre. All’inizio c’è invece la prefazione a cura di un amico recente di Joe Perry, Johnny Depp, col quale nel 2015 (l’anno successivo all’uscita dell’autobiografia nella sua versione originale) ha fondato gli Hollywood Vampires, il supergruppo che ha come frontman Alice Cooper. In mezzo, oltre alla vita di Joe Perry dentro e fuori dagli Aerosmith, c’è anche un corposo materiale fotografico, legato ovviamente alla narrazione.
Sembrano tante vite, ma è solo una quella del chitarrista: una vita “dura come un diamante”, ma anche una vita, senza dubbio, ricca di soddisfazioni.