Tramite il suo spazio, quello dei Red Hand Files, Nick Cave ha dichiarato di essere stato in studio con Warren Ellis per registrare un nuovo album. Il lavoro si intitolerà Carnage e sarà disponibile dunque a due anni di distanza dal precedente Ghosteen.
Queste alcune delle parole di Nick Cave, che ha risposto così a un fan inglese di nome Tobias: “Per quanto stare seduto dietro la mia scrivania possa portarmi molta gioia, e l’immaginazione possa essere un luogo stimolante, persino pericoloso, desidero ardentemente l’abbandono sfrenato della performance dal vivo.
Ad ogni modo, come promesso nel mio ultimo post, sono andato in studio – con Warren – per fare un disco.
Si chiama CARNAGE.
Con amore, Nick“.
Prima ancora, Nick Cave si è soffermato anche su come ha vissuto il lockdown e sui ricordi riaffiorati durante questa esperienza: “Per molti versi il lockdown mi è sembrato stranamente familiare, per come ho già avuto modo di sperimentarlo. Immagino che questo non dovrebbe sorprendere dato che sono stato un eroinomane per molti anni e l’autoisolamento e il distanziamento sociale erano il nome del gioco. Conosco bene anche i meccanismi del dolore – il dolore collettivo funziona in un modo stranamente simile al dolore personale, con la sua oscura confusione, la profonda incertezza e la perdita di controllo. Per me, il lockdown è parso la versione imposta dallo Stato di quella stessa cosa – una formalizzazione del tipo di comportamento da eremita a cui sono sempre stato predisposto, e quindi, per quanto difficile sia stato vedere la devastazione e l’angoscia causati dalla pandemia – comprese le vite di coloro che mi sono vicini e di molti che hanno scritto in The Red Hand Files – me la sono cavata bene“.
Queste alcune delle parole di Nick Cave, che ha risposto così a un fan inglese di nome Tobias: “Per quanto stare seduto dietro la mia scrivania possa portarmi molta gioia, e l’immaginazione possa essere un luogo stimolante, persino pericoloso, desidero ardentemente l’abbandono sfrenato della performance dal vivo.
Ad ogni modo, come promesso nel mio ultimo post, sono andato in studio – con Warren – per fare un disco.
Si chiama CARNAGE.
Con amore, Nick“.
Prima ancora, Nick Cave si è soffermato anche su come ha vissuto il lockdown e sui ricordi riaffiorati durante questa esperienza: “Per molti versi il lockdown mi è sembrato stranamente familiare, per come ho già avuto modo di sperimentarlo. Immagino che questo non dovrebbe sorprendere dato che sono stato un eroinomane per molti anni e l’autoisolamento e il distanziamento sociale erano il nome del gioco. Conosco bene anche i meccanismi del dolore – il dolore collettivo funziona in un modo stranamente simile al dolore personale, con la sua oscura confusione, la profonda incertezza e la perdita di controllo. Per me, il lockdown è parso la versione imposta dallo Stato di quella stessa cosa – una formalizzazione del tipo di comportamento da eremita a cui sono sempre stato predisposto, e quindi, per quanto difficile sia stato vedere la devastazione e l’angoscia causati dalla pandemia – comprese le vite di coloro che mi sono vicini e di molti che hanno scritto in The Red Hand Files – me la sono cavata bene“.